[09/11/2012] News

Catania e il cemento: la storia infinita del centro commerciale sul mare

27 associazioni contro la cementificazione

Nel 2009 il Quotidiano di Sicilia pubblicò un'inchiesta di Antonio Condorelli che rivelava che il progetto "Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo" comporterà «400 mila metri  cubi di sbancamento a 10 metri sul livello del mare, 56 mila metri quadri di centro commerciale e 48 mila mq di parcheggi a pagamento spalmati tra una strada che doveva essere una via di fuga antisismica e un pezzo di costa lungo 1200 metri, in concessione per 38 anni ad un gruppo imprenditoriale». Il 31 luglio dello stesso anno 13 associazioni catanesi, molti cittadini, professionisti, tecnici e docenti  rivolsero un appello agli organi di informazione, alla cittadinanza ed alle istituzioni perché tutto questo non venisse realizzato.

Il progetto venne ulteriormente esaminato e l'8 febbraio 2010 partì un'altra lettere nella quale le associazioni ambientaliste e civiche catanesi argomentarono più approfonditamente  le loro forti perplessità, scrivendo che «Il progetto così come  ideato, originariamente quale viabilità di scorrimento per motivi di protezione civile, alla quale venne associata una vasta area commerciale al fine di poterlo realizzare in project financing, avrebbe comportato:  Il cambiamento di finalità della strada V.le De Gasperi, che da prevista viabilità di scorrimento, sarebbe diventata copertura di un Centro commerciale, perdendo quindi le sue finalità a servizio della sicurezza in caso di terremoto per diventare una strada di accesso o di avvicinamento al sottostante Centro commerciale ed ai vari parcheggi, alcuni interrati; L'aumento del traffico veicolare ed incremento della quantità complessiva di cittadini che in caso di pericolo avrebbero abbandonato l'area con conseguente riduzione del livello complessivo di sicurezza; L'annullamento dell'unicità del Borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti, attualmente separato tramite il lungomare dalla città, con due soli ingressi,  mentre col progetto sarebbe stato integrato al Centro commerciale essendovi una fusione completa fra il Centro ed il borgo; La  la modifica della visione prospettica del Borgo di San Giovanni Li Cuti dai punti di visuale del Lungomare (V.le Ruggero di Lauria); La trasformazione del Lungomare in percorso commerciale e in copertura trasparente dei negozi sottostanti con conseguente perdita della sua attuale funzione di percorso ambientale, di jogging, di relax; La polarizzazione delle attività commerciali verso il lungomare e le aree limitrofe a discapito delle attività commerciali poste lungo le strade interne della città come Corso Italia o Via Gabriele D'Annunzio; Inaccettabile in un contesto, quale l'Hinterland catanese, caratterizzato da un'ipertrofia di centri commerciali, ed a maggior ragione in un periodo, quale quello attuale, contraddistinto da una grave congiuntura economica; La disgregazione della scogliera lavica e delle relative grotte in corrispondenza di Piazza Tricolore a causa della realizzazione di un altro grande parcheggio interrato la cui costruzione per dimensioni e posizione avrebbe indebolito la coesione fra le varie colate nella fascia rimanente fra il parcheggio ed il mare; La mancanza di una pianificazione complessiva che potesse contemperare ed integrare le diverse esigenze di quell'area della città col resto della pianificazione urbana».

Insomma, un vero e proprio disastro ambientale, urbanistico e paesaggistico. Tanto che oggi un più folto gruppo di associazioni (Italia Nostra, Legambiente, Lipu, WWf,  Forum Salviamo il Paesaggio, Pax Christi, Associazione Dominicani per giustizia e pace, Addiopizzo, Associazione antimafie Rita Atria, Città insieme, Centro Astalli, Comitato Borgo  Marinaro di Ognina, Comitato Porto del Sole, Gapa,  I Cordai, I Siciliani giovani) scrive nuovamente una lettera al sindaco di Catania commissario ad acta al procedimento "Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo", per ricordare che i rilievi tecnici esposti «Negli ultimi anni hanno  incontrato il consenso dell'Amministrazione comunale,  che,  per bocca del Sindaco  ha più volte dichiarato agli organi di informazione la contrarietà al progetto. Tuttavia l'inerzia che l'Amministrazione medesima ha continuato a perpetrare sulla vicenda (non assumendo tempestivamente, come ci aspettavamo, l'atto di annullamento della gara), ha causato il suo stesso commissariamento ad opera del giudice amministrativo con la sentenza del luglio 2011. Con quest'ultima infatti, il Tar Catania - in accoglimento del ricorso esperito dalle società aggiudicatarie dei lavori contro il "silenzio-inadempimento" del Comune - ha nominato nella persona del Segretario del Comune di Messina il commissario ad acta deputato a sostituirsi al Comune inadempiente per il completamento della procedura relativa al progetto di finanza "Viabilità di scorrimento  EuropaRotolo". Il commissario si è insediato nel novembre 2011».

Nel febbraio 2012 le 27 associazioni hanno sottoscritto un nuovo appello che chiedeva al Comune ed al commissario Alligo «Di fare tutto quanto in loro potere per impedire l'ennesima operazione speculativa ai danni dell'ambiente, della cittadinanza, del bene comune». Nei mesi scorsi il commissario ad acta ha chiesto al Tar chiarimenti in «Ordine al fatto se i poteri attribuiti al Commissario si  potessero estendere, ove necessario, all'assunzione di provvedimenti in sostituzione del Consiglio comunale per l'approvazione di eventuali varianti al Prge».  La risposta del Tar afferma il principio secondo  cui  «l'attività commissariale  deve tendere a rimuovere l'ostacolo ed a consentire che il procedimento amministrativo sia portato a conclusione. In questa ottica, appare agevole sostenere che l'azione del Commissario debba investire tutti i passaggi procedimentali ritardati od omessi dall'ente titolare, e non possa per contro limitarsi a sostituire uno degli organi amministrativi rimasto inerte, restituendo poi gli atti all'amministrazione per lo step successivo. In

conclusione, l'effettività della tutela giurisdizionale [...] implica che il Commissario ad acta/ausiliario del giudice, nominato in sostituzione dell'amministrazione rimasta inerte, porti a conclusione il procedimento amministrativo sostituendosi in tutte le eventuali varie competenze dell'ente sostituito, al fine di giungere all'adozione del provvedimento amministrativo conclusivo e soddisfare così l'istanza del privato ricorrente».

Ora le associazioni, che ricordano che il commissariamento era stato disposto per superare l'inerzia del Comune di Catania, scrivono al Sindaco: «Non vogliamo soffermarci sui profili di carattere giuridico che saranno certamente vagliati dal Consiglio di Giustizia Amministrativa al quale il Comune ha presentato ricorso. Chiediamo però che tale progetto così imponente ed invasivo venga  sottoposto  al controllo democratico esercitato dal consiglio comunale e vogliamo interrogare  la cittadinanza, il Sindaco e il commissario Alligo  sull'opportunità di realizzare un'opera di siffatta specie nell'ambito di un'area che meriterebbe bensì di essere valorizzata dal punto di vista ambientale, della vivibilità cittadina ed inserita all'interno di una pianificazione complessiva del territorio che soltanto attraverso il piano regolatore è possibile garantire tutelando l'interesse della città ed il bene comune».

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