[30/11/2012] News

Forum "QualEnergia?": che fare dei moduli fotovoltaici esausti?

Cobat e Comitato Ifi: «Inaccettabile il ritardo del governo sull’approvazione dei disciplinari per i requisiti di Sistemi e Consorzi»

Oggi, nell'ambito del V Forum "QualEnergia?", organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, si è tenuto l'incontro "25 anni di Cobat, da Consorzio obbligatorio a Sistema multifiliera", dedicato alla propria case history del Consorzio nazionale raccolta e riciclo.  Giancarlo Morandi, presidente Cobat , ha ricordato che «Il Consorzio ha saputo evolvere la propria forte identità anche in seguito alla liberalizzazione del mercato avviata nel 2008. È, infatti, divenuto un Sistema multifiliera che, oltre ad estendere il proprio impegno alla raccolta e all'avvio al riciclo di tutte le tipologie di pile e accumulatori esausti, ha messo a disposizione il proprio know-how nella gestione di nuovi mercati, come i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, gli pneumatici e i moduli fotovoltaici giunti a fine vita». 

Cobat sottolinea che è proprio grazie all'accordo di programma con il Comitato Ifi-Industrie Fotovoltaiche Italiane, che ha anticipato la normativa, che settembre 2011 è stato possibile realizzare la prima filiera italiana per la raccolta e il riciclo dei moduli fotovoltaici giunti a fine vita e che «Questa sinergia ha portato numerose aziende iscritte al Comitato Ifi a scegliere Cobat in quanto primo Consorzio italiano a garantire ai Produttori/Importatori il rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa, divenuti indispensabili per il riconoscimento degli incentivi: manlevare il Produttore da responsabilità estesa, disporre di una rete di raccolta e stoccaggio su tutto il territorio nazionale, garantire l'avvio al riciclo presso propri impianti e, soprattutto, la totale tracciabilità dei moduli durante l'intero ciclo di vita».  

Claudio De Persio, direttore operativo Cobat, ha spiegato che «Proprio per garantire agli iscritti tali condizioni - ha dichiarato il Consorzio ha predisposto un sistema di tracciabilità ad hoc per i singoli moduli fotovoltaici immessi al consumo. Grazie ad un efficiente sistema gestionale possiamo seguire, attraverso i codici seriali dei pannelli, il loro intero ciclo di vita, dall'immissione al consumo e installazione fino alla disattivazione e all'avvio al riciclo. Un meccanismo legato alla gestione combinata di banche dati, che consentono l'accesso a tutti i soggetti della filiera coinvolti, indicando il posizionamento georeferenziato dei pannelli». 

E' intervenuto anche il direttore generale Cobat, Michele Zilla, che ha annunciato l'invio di una lettera congiunta con il Comitato Ifi al ministero dello sviluppo economico e al Gestore dei servizi energetici «Per denunciare il ritardo nell'entrata in vigore dei disciplinari che definiscono e verificano i requisiti dei Sistemi e dei Consorzi interessati al recupero e al riciclo dei moduli fotovoltaici a fine vita. Nonostante il sostanziale accordo raggiunto nei mesi di luglio-ottobre tra Ricerca sistema energetico e Gse, non è stato, infatti, ancora approvato, da parte dei ministeri competenti, un testo definitivo del disciplinare per l'adeguamento ai requisiti previsti dal D.M. 5 luglio 2012 e dalle relative regole applicative al V Conto Energia, emesse dal Gse il 17 settembre. Questi ritardi hanno generato molta confusione tra gli acquirenti finali dei moduli fotovoltaici e iniquità di trattamento per aver favorito quei Consorzi e importatori/produttori che ancora non si sono adeguati ai requisiti, i quali potrebbero usufruire di un ulteriore prolungamento dei termini di moratoria, inizialmente fissati al 31 dicembre 2012, al primo trimestre 2013.  Il ritardo nell'approvazione del disciplinare  crea forti difficoltà per l'impossibilità di vedere riconosciuti i propri requisiti di fronte a produttori e importatori che richiedano l'adesione. Essendo, inoltre, prevista la validità retroattiva al 1 luglio 2012 dell'iscrizione, le difficoltà sono legate anche alla predisposizione del bilancio d'esercizio, vista l'impossibilità da parte dei Sistemi e dei Consorzi di indicare ai fini fiscali le relative poste di competenza. Cobat, insieme al Comitato Ifi, chiede di procedere quanto prima all'adozione del testo definitivo del disciplinare, evitando il prolungamento dei termini di adeguamento».

Anche Alessandro Cremonesi, presidente di Comitato Iifi - Industrie fotovoltaiche italiane, ha criticato pesantemente quanto sta accadendo: «È un ritardo inaccettabile, che vanifica lo sforzo compiuto da tutti i produttori e gli importatori di celle e moduli fotovoltaici, nonché dai consorzi di riciclo, nell'allineamento alle norme e ai termini previsti dal Decreto Ministeriale del 5 luglio 2012, con una moratoria fissata al 31 dicembre 2012. Per adeguare le nostre aziende alle disposizioni normative, in parte già in vigore in regime di IV Conto Energia dal 1 luglio 2012, abbiamo dovuto affrontare investimenti onerosi. Un paventato allungamento dei tempi di moratoria dal 31 dicembre ai primi mesi del 2013 andrebbe a favorire in modo illegittimo e ingiustificato quelle aziende e quei sistemi consortili in ritardo nell'assolvere ai requisiti richiesti».

L'Ifi ricorda che «Sebbene Rse e Gse, a seguito di una serie di confronti con gli operatori del settore fossero già pronti a metà settembre con un testo definitivo circa i requisiti e le modalità operative inerenti ai Consorzi di riciclo, quest'ultimo non è ancora stato licenziato da parte dei ministeri competenti per materia».

Per  Cremonesi è «Un incomprensibile e sospetto ritardo che sta generando una legittima confusione tra gli acquirenti finali dei moduli fotovoltaici e che sta causando gravi difficoltà ai Sistemi e ai Consorzi per l'impossibilità di vedersi accreditati di fronte a produttori e importatori che ne richiedano l'adesione. Non possiamo accettare deroghe temporali e non possiamo tollerare una totale iniquità di trattamento, una chiara disparità che danneggerebbe chi ha agito nel rispetto delle norme e dei requisiti imposti a luglio.  Chiediamo pertanto al ministero dello sviluppo economico, di procedere all'adozione del testo definitivo del disciplinare, una misura da intraprendere nell'immediato per evitare di danneggiare ulteriormente aziende e settori già ampiamente compromessi».

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