[08/01/2013] News

“Sblocchiamoli”: la campagna per la biodiversità e contro i brevetti non si ferma

La sacralità dell'albero del Neem in India è dovuta alle sue proprietà: da secoli, infatti, i suoi semi sono impiegati da chiunque nella medicina, nella cosmesi, nell'agricoltura. Negli anni '90, però, una multinazionale decise di brevettarne il principio attivo, mettendo a rischio la possibilità, da parte della popolazione indiana, di usufruire delle proprietà curative del Neem gratuitamente come in passato. Grazie all'azione di diverse associazioni e parlamentari europei, nel 1995 il brevetto è stato revocato. Ma storie come questa, oggi, sono molto comuni, e non necessariamente si concludono bene.

Da qui è nata nel 2011 la campagna 'Sblocchiamoli: Cibo, salute e saperi senza brevetti' organizzata da una rete di ong, tra cui COSPE, per la sensibilizzazione sui temi della tutela della biodiversità, della sovranità alimentare e della salute.

Come spiegato da Mercedes Bresso (Nella foto), vicepresidente del Comitato europeo delle Regioni, «si tratta di una campagna complessa, e bidirezionale. Da una parte cerca di tutelare i prodotti agricoli e le differenze culturali, evitando che vengano brevettati e proteggendoli per diffonderne lo sviluppo. Dall'altra apre al terzo settore e ai singoli cittadini il mondo dei farmaci e dei loro brevetti».

Con dibatti, seminari, spettacoli teatrali ('Il caso Neem' e 'Chi vuol esser brevettato?') la campagna 'Sblocchiamoli' ha lavorato sia per informare sull'impatto dei Diritti di proprietà intellettuale (Dip) sulla sovranità alimentare, la salute e la biodiversità, che per fare pressione sulle autorità e sulle istituzioni con poteri decisionali.

Il comitato delle Regioni è stato tra gli enti più partecipi. Come sottolineato dalla Bresso, l'assemblea è di tipo consultivo, «però ha la forza di rappresentare 90 mila enti locali europei». Una collettività che lo fa essere «adatto a lanciare le iniziative della campagna», in particolare quelle legate all'azione di pressione.

«Il nostro impegno - conclude la Bresso - è quello di aiutare la Commissione Europea a formulare una normativa che permetta sia di tutelare questi prodotti, la loro origine e la loro qualità, che di impedire che qualcuno se ne appropri. Non è quindi solo una battaglia sulla libertà. E' un impedire che vengano brevettati dei prodotti, proteggendoli contemporaneamente».

La campagna 'Sblocchiamoli', pur essendo ufficialmente terminata a novembre continua a portare avanti il proprio operato collaborando con il Comitato delle Regioni. La vicepresidente ha già promesso l'apertura di un tavolo di lavoro e sarà compito delle ong mantenere le relazioni con le istituzioni affinché la campagna dia ulteriori risultati.

Come affermato da Alberto Zoratti, esperto di ambiente e biodiversità per 'Sblocchiamoli', «l'agricoltura nell'Ue è molto importante, soprattutto adesso che c'è la revisione della PAC, la politica agricola comunitaria. Dagli anni '60 - prosegue - si è sviluppato un modello agricolo fortemente industriale, che considera la biodiversità come un'asse su cui investire e non una ricchezza collettiva. Per questo è arrivato il momento per la società civile di farsi sentire per ripensare a un modello di sviluppo agricolo che consideri la biodiversità come base di un ecosistema stabile».

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