[15/02/2013] News

Eco-telegramma alla politica: «Dite qualcosa di ambientalista»

7 punti delle associazioni per l’ultima settimana di campagna elettorale

La campagna elettorale ha sostanzialmente ignorato temi di enorme importanza per la vita degli italiani e per lo sviluppo economico del nostro Paese: ambiente, territorio, energia e nuova occupazione creata dalla green economy. Per questo le associazioni ambientaliste e della società civile ed imprenditori legati all'idea di innovazione verde, hanno tentato di chiamare a discutere e a dire la loro tutte le forze politiche, hanno elaborato "agende" e "appunti". «Ma di fatto - dicono le associazioni per una volta unanimi - questi temi sono rimasti fuori dal main stream politico: i partiti hanno delegato ai settori di riferimento, si sono pronunciati a mezza bocca sulle richieste delle associazioni, mentre a far discutere sono stati come sempre gli schieramenti, le personalità, le alchimie pre e post elettorali». Per questo oggi un cartello di 14 associazioni e aziende ha inviato un "Eco-telegramma" con 7 punti per chiedere ai partiti e ai candidati premier di "dire qualcosa di ambientalista"  ed un impegno in questo senso nell'ultima settimana della campagna elettorale.

A presentare in una conferenza stampa questa sfida alla politica è stato un gruppo consistente di organizzazioni che operano in ambiti diversi:  assieme a Last minute market, l'associazione contro lo spreco che ha promosso l'Eco-telegramma, ci sono le associazioni ambientaliste che hanno elaborato nelle scorse settimane l'"Agenda ambientalista per la Ri/Conversione ecologica del Belpaese", Slowfood che ha lanciato gli "Appunti per le politiche alimentari"; Libera e Grupo Abele di Don Ciotti che hanno raccolto 120 mila firme di cittadini per la petizione contro la corruzione "Riparte il futuro"; associazioni e imprenditori di grande peso nel campo dell'economia sostenibile: Aper (che raccoglie oltre 400 imprese dell'energia green e ha elaborato un documento con "26 Azioni per lo sviluppo delle rinnovabili"), Alce Nero (la cooperativa di agricoltori e apicoltori che rappresenta uno dei più affermati marchi del biologico italiano) e Eataly (una delle eccellenze del made in Italy nel campo dell'alimentazione di qualità).

Ecco il testo dell'Eco-telegramma:

«Ai candidati premier, ai leader di partito, crisi ambientale si aggrava assieme a quella economica stop Politica si occupa solo di alleanze stop Prossima settimana di campagna elettorale è ultima occasione per dire quello che farete per ambiente e green economy stop  Ed ecco su quali priorità  stop", scrivono in forma telegrafica gli organizzatori alle segreterie di partito proponendo «Sette punti di capitale importanza su cui si dovrebbe appuntare l'attenzione nelle ultime battute della campagna elettorale. Al primo posto, la battaglia contro la corruzione che sottrae enormi risorse materiali e morali al paese, poi obiettivo 100%  rinnovabili, mobilità sostenibile, conservazione della biodiversità e delle aree protette, valorizzazione dell'agricoltura biologica e a basso impatto ambientale, recupero del patrimonio edilizio invece che consumo di suolo, lotta agli sprechi oltre all'ampliamento della raccolta differenziata e al riciclo dei rifiuti».

A firmare il telegramma, 13 nomi importanti dell'associazionismo e della green economy: Don Luigi Ciotti, presidente Gruppo Abele e Libera; Lucio Cavazzoni, presidente Alce Nero; Agostino Re Rebaudengo, presidente Aperr; Umberto Martini, presidente CaiI; Oscar Farinetti, presidente Eataly; Giulia Maria Mozzoni Crespi,  presidente onorario FaiI; Mauro Furlani, presidente Federazione Pro Natura; Ivan Novelli, presidente Greenpeace Italia; Andrea Segrè, presidente Last Minute Market; Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente; Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia; Franco Iseppi, presidente Touring Club Italiano; Dante Caserta, presidente Wwf Italia.

Gli organizzatori nel testo dell'eco-telegramma  sottolineano che «Si tratta di impegni chiari contro lo spreco di ambiente, territorio, energia e futuro da prendere già nel primo anno di governo. I primi interventi che un nuovo esecutivo dovrebbe avviare in fretta, che partono dal patrimonio di idee e proposte che sono state avanzate nelle varie agende elettorali».

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