[18/02/2013] News

Arrestati ambientalisti Usa davanti alla Casa Bianca, la lettera aperta alle associazioni italiane

Anzaldi: «Facciamoci promotori per chiedere un solido impegno per il rispetto dei diritti civili»

Della grande manifestazione "Forward on Climate Rally" degli ambientalisti statunitensi diamo notizia in un'altra pagina del giornale, ma tale iniziativa è stata preceduta dall'arresto di alcuni leader delle Ong ecologiste e dei diritti civili durante un atto di disubbidienza civile del quale abbiamo scritto. Proteste che hanno anche un risvolto italiano: in una lettera aperta inviata pubblicata sul sito del quotidiano Europa, il candidato del Partito democratico alla Camera dei deputati, Michele Anzaldi, tira in ballo i vertici di Legambiente, Greenpeace, Amnesty International e  Wwf: «Il presidente Obama - scrive Anzaldi - ha avuto il merito di porre al centro del dibattito pubblico americano la green economy come occasione di uscita dalla crisi mondiale; 800 miliardi di dollari  la quota della manovra per la crescita, stanziata dall'amministrazione americana nel 2009 per favorire questo settore. Più recentemente, proprio durante il discorso sull'Unione, il presidente rieletto ha ribadito la volontà di lavorare per combattere i cambiamenti climatici, per uno sviluppo industriale orientato all'efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni e per la completa affermazione dei diritti civili.

Il tono di quelle parole che abbiamo ascoltato con soddisfazione qualche giorno fa apparire oggi molto più bassa la notizia che numerosi attivisti sono stati arrestati perché protestavano davanti alla Casa Bianca contro il progetto Keystone, il mega oleodotto che deve trasportare petrolio non raffinato dal Canada fino al Golfo del Messico. E fa ancora più male sapere che tra gli arrestati ci sono stati anche Robert Kennedy junior e suo figlio, eredi diretti del leader democratico, assassinato nel 1968. Fa male pensare che il presidente delle battaglie per i diritti civili e per l'ambiente lasci arrestare dei pacifici manifestanti tra i quali il figlio e il nipote della vittima più illustre del sogno americano progressista, colpevoli di aver esposto le proprie idee e contestato un progetto energeticamente vecchio e ambientalmente insostenibile. Se oggi arrestano Bob Kennedy che lotta per l'ambiente, ci chiediamo cosa potrebbe avvenire ad un semplice militante di una qualunque associazione ambientalista.

Solo pochi giorni fa Barack Obama, parlava così: "Bisogna proteggere le generazioni future, io lo farò. Io intraprenderò azioni esecutive per ridurre l'inquinamento e per preparare le nostre comunità alle conseguenze del cambiamento climatico, e accelerare la transizione a più fonti sostenibili di energia". Abbiamo paura che di tutto questo si possa perdere traccia mentre aumentano le trivellazioni e peggiorano le condizioni del mare. Il rischio e' che l'America, anche con il progetto dell'oleodotto, si stia avvicinando sempre più all'indipendenza energetica, sfruttando fino in fondo tutte le fonti anche quelle più inquinanti, come carbone e petrolio. E infatti nel primo semestre di quest'anno gli Usa hanno generato l'83% del proprio fabbisogno energetico con risorse domestiche: sommando petrolio, gas naturale, carbone, energie rinnovabili. Sempre nel corso del 2012 le importazioni di petrolio estero da parte degli Stati Uniti sono diminuite dell'11%, e la stragrande maggioranza di questi acquisti ormai avviene presso paesi vicini e politicamente alleati: Canada, Messico. Ed è per questo che ci rivolgiamo con un appello a voi presidenti delle associazioni ambientaliste. Facciamoci  promotori per chiedere un solido impegno per il rispetto dei diritti civili, primo fra tutti il diritto a manifestare contro impianti che allontanano l'abbandono dell'era fossile e rendono più difficile la battaglia contro i gas climalteranti. I cambiamenti sono possibili, a patto però che avvengano non solo in campagna elettorale».

Ha risposto subito Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace: «La lettera di Michele Anzaldi su Europa su quello che sta succedendo negli Usa è tempestiva e centrata. Greenpeace Usa partecipa al movimento contro il progetto Keystone assieme al vasto movimento ambientalista. L'opposizione ai grandi progetti distruttivi legati alle fonti fossili viene repressa in modo preoccupante in Canada come in Indonesia e, come vediamo, anche negli Usa. Questo mentre emergono i finanziamenti da parte dell'industria energetica agli "scettici'" sul clima. Condividiamo dunque l'obiettivo della lettera: protestare è un diritto che va tutelato. E il Presidente Obama, dopo tante belle parole, deve passare ai fatti e prendere le decisioni giuste per proteggere il clima».

Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, «La prima reazione sulla vicenda dell'arresto del figlio di Bobby Kennedy potrebbe suonare come una parafrasi cinematografica, e cioè che quando il gioco si fa duro è perché entrano in gioco gli interessi più duri. Non si capisce, in effetti, perché ci debba essere intervento della polizia con tanto di arresti di fronte a una manifestazione pacifica. E' un segnale di profonda contraddizione rispetto alle dichiarazioni fatte nel discorso inaugurale di Obama, ragion  per cui non possiamo che essere d'accordo con la lettera aperta di Anzaldi e allarmati. Un allarme che riguarda direttamente anche l'Italia e l'attuale campagna elettorale. Abbiamo visto all'opera un governo di tecnici che ha bloccato lo sviluppo sulle rinnovabili e rilanciato le trivellazioni nel Mediterraneo accanto alle coste italiane. E la Strategia energetica nazionale santifica questa schizofrenia, tanto più grave perché le riserve di petrolio presenti nel sottosuolo italiano si consumerebbero in un anno. La verità è che le grandi lobby petrolifere e le multinazionali che vivono intorno alle grandi centrali vedono nelle rinnovabili un nemico da eliminare». 

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