[01/03/2013] News

Compromesso storico per l'ambiente: i nostri punti diventano 11

Entra di diritto la mobilità sostenibile

Diventano 11 i punti della nostra proposta per un "compromesso storico" per l'ambiente tra Pd e M5S. Si tratta della mobilità sostenibile. Lo accogliamo perché lo riteniamo effettivamente importante e non solo perché ce lo hanno segnalato, ultimo ma non ultimo il nostro esperto in materia Sergio Signanini. Che proprio stamani così ci scrive: La mobilità in bicicletta non è da voi mai citata, eppure può essere un modo e sistema semplice ed efficace per cambiare molte politiche urbane e non solo. Una seria e costruttiva politica per la mobilità in bicicletta e per sviluppare l'uso generale della bicicletta (e degli spostamenti a piedi) darebbe un segnale concreto di cambiamento, mettendo al centro delle politiche per le infrastrutture e la mobilità le persone e non le automobili e i mezzi a motore in genere.

Anche Francesco Ferante ci aveva così scritto ieri: «è necessario aggiungere un undicesimo punto sulla mobilità sostenibile. Nelle nostre città non ci si muove più e si muore di inquinamento. E' un punto ineludibile e peraltro c'è un movimento forte nella società, tra "salvaiciclisti", comitati di pendolari, associazioni che lavora su una mobilità nuova che è fertile e interessante». Richiesta quindi accolta e con entusiasmo in quanto non si trattava di una dimenticanza da parte nostra, ma semplicemente era scesa - riconosciamo tuttavia l'errore - nella lista delle priorità.

Signani poi, pur apprezzando il nostro sforzo, ci segnala due questioni che non condivide: «La richiesta di abolizione delle Province è una richiesta populista che serve solo ad accontentare gli eccessi della popolazione anticasta e può essere controproducente. L'abolizione delle Province genererà nuovi enti o competenze ancora più burocratiche da parte delle Regioni; in una logica di riforma va fatto un progetto di ridisegno federale del sistema delle autonomie locali, che comprende anche l'accorpamento dei comuni piccoli», inoltre «la richiesta di dimezzamento dei parlamentari è anche questa una richiesta populista che, come mostra la vicenda De Gregorio, potrebbe consentire più facilmente dal caimano di turno l'acquisto di uno o più parlamentari per cambiare gli esiti elettorale. Un parlamento di poche persone è più facilmente manovrabile e questo in un paese di "voltagabbana" non è da trascurare». Suggerimenti? «Sia per le Province che per il Parlamento si tratta di prevedere dei tetti di spesa, che ogni anno si riducano di una percentuale fissa per arrivare ad esempio al 50% della spesa attuale. La perplessità su questi due ultime richieste è che, andando incontro al populismo imperante, si peggiori una situazione già tragica».

Su questi due punti comprendiamo la critica e apprezziamo l'argomentazione, tuttavia come abbiamo detto si tratta di un compromesso e qualcosa va sacrificato da una parte e dall'altra. Le province possono essere sacrificate, ovviamente con un percorso programmatico dove le funzioni vengono riassegnate e non si perdano posti di lavoro.

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