[01/03/2013] News toscana

Piana fiorentina, variante al Pit: soddisfazione della Cia Toscana per il Parco agricolo

La variante al Pit della Piana fiorentina piace alla Cia Toscana, la quale si è però soffermata solo sugli aspetti inerenti il Parco agricolo della Piana fra Firenze e Prato, che secondo le previsioni sarà un'area verde e destinata all'agricoltura a basso impatto ambientale di circa 7000 ettari.

«Decidere che quest'area non sarà più cementificata e che la campagna sarà salvata da insediamenti industriali, rappresenta una grande notizia per il territorio toscano, non solo per questa zona - ha sottolineato Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana -  Definire la destinazione ad uso agricolo di questo territorio, rappresenta un segnale importante di quale tipo di sviluppo abbia in mente la Regione Toscana; un futuro che faccia coniugare ambiente e sviluppo con le produzioni agricole, e con il sostegno al settore primario e alle tante aziende agricole della zona della Piana».

Per dare maggiore credibilità alla proposta di Parco agricolo sarebbe stato meglio, da parte della Regione, optare per altre soluzioni di qualificazione dell'area aeroportuale e comunque la strada per definire l'identità del Parco è ancora lunga. Ciò detto, non sono da sottovalutare gli aspetti positivi che sono emersi sotto il profilo ambientale e socio-economico come giustamente rilevato dalla Cia: «Un progetto fondamentale anche a livello ambientale - ha aggiunto il presidente di Cia Toscana- visto che, come è stato annunciato, ci sarà uno sviluppo sostenibile grazie alle azioni previste di abbattimento di gas serra, con circa 250-300 ettari di piante, con piante autoctone e colture sperimentali che, oltre ad abbattere l'anidride carbonica, attiveranno interessanti filiere economiche. Tutto questo potrà dare uno slancio importante ad un nuovo modello di agricoltura periurbana, in una fase di crisi di mercati ed economica in generale, garantendo ai cittadini dell'area della Piana prodotti agricoli qualificati nell'ottica della filiera corta», ha concluso Pascucci.

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