[04/03/2013] News

Finalmente capiremo come le banche fanno profitti?

All'Ecofin in programma domani a Bruxelles i ministri dell'economia non parleranno solamente delle solite misure draconiane da imporre ai paesi membri, ed eventualmente di come renderle più flessibili per realtà come l'Italia, ma anche di regole "dure" per la finanza globale. Questa volta il piatto è forte come non mai. La scorsa settimana il Parlamento europeo ha mantenuto la barra dritta e ufficializzato la sua posizione con un risultato sorprendente: si chiede infatti che le banche europee producano finalmente bilanci disaggregati per ogni Paese dove operano, il cosiddetto country by country reporting. In questo modo si potrà capire quanti profitti sono spostati o realizzati in giurisdizioni segrete favorevoli dal punto di vista fiscale, bancario o societario, ossia nei paradisi fiscali.

Capiremo allora se e quanto anche i nostri istituti di credito, erroneamente dipinti da tanti come "provincialotti" e poco finanziarizzati, fanno profitti ad esempio a Lussemburgo, o magari a Cipro, solo per menzionare due ben noti "paradisi" situati all'interno dell'area Euro. Tra tutti i paesi europei pure la Gran Bretagna e la Germania - ebbene sì proprio Berlino, anche i primi della classe predicano bene e razzolano male - sembrano aver ridotto le loro resistenze, nonostante la City di Londra sia il più grande paradiso fiscale globale. Solo Lussemburgo - che strano! - punta ancora i piedi. Naturalmente, anche se la proposta passasse in via definitiva all'Ecofin, non è tutto oro quel che luccica, perché si tratta dei soliti processi elefantiaci europei con mille scappatoie.

La Commissione europea dovrebbe, infatti, prima acquisire tutti i dati dalle banche in maniera confidenziale e vagliare se la loro pubblicazione vada a inficiare le norme sulla concorrenza. La misura può poi essere sospesa se la trasparenza riduce la possibilità di investire in un Paese. Surreale che questi argomenti siano mossi da realtà come il Lussemburgo, che con una popolazione pari ad un quartiere medio di Roma produce unicamente profitti per il settore finanziario!

Londra promette battaglia sulla proposta di mettere un tetto per legge ai bonus dei banchieri, prevedendo un ammontare pari al salario annuo percepito, e dietro autorizzazione dei supervisori, anche fino al doppio. Magari il governo britannico potrebbe condizionare il suo assenso a meno vincoli per i ricchi trader e i banchieri della City.

Ciononostante, dopo anni di apatia dei regolatori europei che si arrabattavano in battaglie contro i mulini a vento sotto l'ingerenza devastante delle lobby, sembra che qualcosa stia cambiando. A soffiare questo nuovo vento è la perdurante recessione, poiché i governi le risorse da qualche parte le devono pure trovare, anche a costo di scontentante l'onnipotente finanza globale. Per questo undici paesi dell'area Euro, tra cui l'Italia, continuano a negoziare nella loro cooperazione rafforzata l'attuazione operativa della Tassa sulle transazioni finanziarie, nonostante le petulanti lamentele dei media finanziari europei.

Torna all'archivio