[04/03/2013] News

Grillo vs Bersani...E intanto la casa incendiata da Berlusconi brucia

Economicamente, ecologicamente e socialmente parlando, ci sono alcuni punti fermi sui quali discutere è davvero impossibile (e anche inutile). Il primo è che senza lavoro non può esserci ripresa economica. Se  però non c'è ripresa economica, non c'è nemmeno lavoro. Con l'attuale programma europeo di austerità, quindi, è altissima la possibilità che l'operazione di risanamento dei conti riesca almeno in parte, ma che il paziente muoia. E il paziente, ovviamente, è l'Italia. Sfortunatamente anche per la Germania, se l'Italia va ko, va ko anche l'Europa perché l'Italia non è la Grecia.

Il secondo punto è che per far ripartire in qualche modo il Paese è necessario un qualcosa di molto simile al piano Marshall, perché è sbagliata l'analisi di chi crede che i problemi alle nostre latitudini siano solo figli della crisi o di qualche complotto internazionale che ci ha costretti ad abbandonare la (disastrata) Lira. Il declino nasce ben prima del 2008. Il terzo punto è che per portare avanti un piano di questa portata c'è bisogno dell'Europa, scappare da esse è pura follia, e serve anche un governo stabile in grado di portare avanti questa operazione epocale quanto quella della ricostruzione post bellica. Perché, ecco il quarto punto, ridisegnare uno scenario possibile di ripresa economica questa deve avere come criterio direttore quello della sostenibilità ambientale, altrimenti ogni iniziativa sarà vacua e senza prospettiva a lungo termine. Proprio forti di queste convinzioni a nostro parere difficilmente contestabili, nel nostro piccolissimo abbiamo proposto 11 punti sui quali agire per un'azione di governo nell'attuale contesto scombicchierato della politica italiana. Preso atto, in buona sostanza, che l'Italia è divisa tra chi non vota, chi ha votato Pd, chi ha votato il M5S e chi ha votato il Pdl, l'unica strada percorribile pare (pareva?) quella di un "compromesso storico" con il M5S. Abbiamo raccolto anche dei contribuiti, l'ultimo in ordine di tempo quello degli Ecodem Toscana.

Ora Bersani ha posto - anche se maledettamente in ritardo perché avrebbe dovuto farlo durante la campagna elettorale e probabilmente avrebbe così vinto davvero e non per finta - otto punti sui quali concentrarsi, all'interno dei quali ben starebbero le nostre proposte, ma al di là di questo, il punto dolens è quanto ha affermato oggi Grillo. Ovvero che il M5S, almeno nei suoi deus ex machina, non ha alcuna intenzione di percorrere questa strada. Anzi. Il comico (o ex comico) genovese ha detto in un'intervista al New York Times che «Sarebbe inammissibile" assicurare la stabilità di un futuro governo italiano: «E' come se Napoleone facesse un patto con Wellington». Il suo obiettivo era eliminare un sistema che «ha disintegrato il Paese» e costruire «qualcosa di nuovo», che ripristini in Italia una vera democrazia partecipativa. E lo ha ribadito - non senza ironia - al summit con i neoparlamentari in un hotel romano.

Una dichiarazione inaccettabile per almeno due ragioni: la prima è che non ha la maggioranza, quindi essendo in democrazia non può fare ciò che vuole; la seconda è che in questa fase storica, pur capendo che il successo gli è arrivato proprio con lo slogan di "spazziamo via tutto e tutti", bisogna che poi almeno fai capire come intendi andare avanti, altrimenti siamo al tanto peggio tanto meglio che in questa fase spazza via davvero tutti, M5S compresi. La vera paura è che succeda all'Italia quello che è già successo a Parma, dove il sindaco a cinque stelle pur animato dalle migliori intenzioni, si è poi ritrovato a fare un bagno di realismo. Questo non significa che tifiamo per lo status quo e per la sconfitta "sul campo" operativo del M5S per dire "lo avevamo detto", ma che se vogliono davvero cambiare qualcosa devono "guidare" assieme agli altri e non starsene a guardare.

Avanziamo un'ultima riflessione: sono sicuri i 5stelle che nel caso di nuove elezioni, vista la loro inerzia, di far saltare ulteriormente il banco? Se si dovesse tornare al voto e per un caso fortuito dovesse rivincere il Pdl poi vediamo di chi sono le colpe di un nuovo disastro.

La Grecia disperata, affamata, con gli ospedali senza medicine e il Portogallo con un quarto della sua popolazione che scende in piazza ad urlare una disperata rabbia, ci guardano dall'orlo di un precipizio la cui visione ci era sta momentaneamente tolta da una nebbia elettorale dove ci avevano promesso di toglierci l'Imu, di abbassarci le tasse, di aumentarci le pensioni  e di darci un reddito di cittadinanza di mille euro a testa. Roba da Norvegia e Danimarca, non da un paese ad un passo dal baratro, un Paese che si è sparato allegramente alla testa ed ora, con un doppio suicidio palingenetico, rischia di suicidare l'intera Europa nel nome di un cambiamento che chi ha vinto non vuole mettere in atto per una questione di "purezza". Chissà quando questo Paese sfiancato ed ingannato comincerà a respirare l'aria di Atene e Lisbona (dove già non la respira come al sud ancora in mano al Pdl  o nel nord dove la delusione delle partite Iva è sfociata nel voto a Grillo e nella conferma del potere legista/berlusconiano/Ciellino) cosa ne faremo della purezza...

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