[04/03/2013] News

La Cina rafforzerà le leggi per proteggere l’ambiente

Gli impegni ambientali della nuova dirigenza comunista «In un contesto mondiale»

«L'Assemblea popolare nazionale (Apn, il parlamento cinese, ndr) risponderà in maniera positiva alle preoccupazioni dell'opinione pubblica sulle questioni ambientali», ad assicurarlo oggi è stata Fu Ying, la portavoce della prima sessione della 12esima Apn in corso a Pechino.

I nuovi leader del Partito comunista cinese(Pcc) e i parlamentari si sono riuniti in una città che dall'inizio dell'anno è avvolta da una nube tossica di smog e l'ambiente è diventato uno degli elementi chiave della discussione per garantire che la crescita della Repubblica Popolare. Per questo la Fu nella conferenza stampa tenuta oggi ha scandito che «L'Apn rivedrà e migliorerà la legge sulla prevenzione ed il trattamento dell'inquinamento atmosferico e la legge sulla protezione dell'ambiente». La Cina ha adottato la sua prima legge sull'ambiente solo nel 1979 e fino ad oggi ha promulgato una trentina di leggi "ambientali" che sono in costante adeguamento e "manutenzione" ma che sembrano anche non star dietro alla crescita economica ed all'urbanizzazione sfrenate. Infatti, la Fu ha aggiunto che «Rafforzare la supervisione e l'esame dell'applicazione della legge, integrare gli sforzi ed i risultati in termini di protezione dell'ambiente nella valutazione della performance dei governi locali ed adottare regole specifiche di controllo dei principali inquinanti e delle emissioni dei veicoli, fa parte delle misure supplementari che saranno studiate. La Cina fa fronte ad una grave situazione ambientale e le leggi in materia sono perfettibili. Per esempio, le leggi sull'ambiente riguardano principalmente la protezione e la gestione di singole risorse, invece di tener conto dell'ecosistema nel suo insieme».

La forte preoccupazione della nuova leadership del Pcc e dell'Apn appare evidente anche dalla lettura dell'editoriale pubblicato oggi con grande evidenza dall'agenzia ufficiale Xinhua che traccia un quadro forse crudo come mai prima: «All'inizio del 2013, prima della sessione annuale dei legislatori e dei consiglieri politici dell'Impero di Mezzo,  una spessa  nube di inquinamento ha ricoperto più di un milione di Km2 nello Stato della Cina. La capitale Pechino a gennaio ha conosciuto solo 5 giorni senza inquinamento e i contatori di particolato fine PM 2,5 (che identificano le particelle di un diametro inferiore ad un micron nell'aria) sballano. Inoltre, le riserve di acqua sotterranee del Paese sono sempre più inquinate. Secondo uno studio condotto dal ministero del territorio e delle risorse, le riserve sotterranee di oltre il  60% delle città cinesi erano classificate da  1 a 3 tra il  2000 ed il 2002. Nel 2011, la qualità delle riserve d'acqua del 55% delle città del Paese aveva il timbro "cattiva" o "molto cattiva". Dopo più di tre decenni di sviluppo rapido, la Cina è diventata la seconda potenza economica del pianeta. Una nube nera aleggia  però al di sopra di questo successo economico e l'inquinamento raggiunge livelli record».

Xinhua, anche se la Cina proprio in questi giorni è travolta da un'ondata di nazionalismo antigiapponese causata dalla disputa sulle isole Diaoyu/Sensaku, rinuncia per un momento all'orgoglio nazionale e ricorda come altri Paese sono riusciti a risolvere l'inquinamento causato dall'industrializzazione e dall'urbanizzazione: «Nel XIX secolo Londra era soprannominata "La città della nebbia" a causa della spessa nube di inquinamento causata dall'utilizzo intensivo del carbone. Ai nostri giorni, la capitale britannica è diventata un modello di regolamentazione dell'inquinamento per le alte metropoli del pianeta. Anche il Giappone ha tratto delle lezioni dalla comparsa delle "quattro malattie nocive alla salute pubblica", tra le quali quella di Minamata (intossicazione da mercurio) e di Itai-itai (cadmio), dovute al boom industriale nipponico degli anni '50. Il Giappone e il Regno Unito sono non solo riusciti a mettere sotto controllo i loro livelli si inquinamento industriale, ma sono anche riusciti a sbarazzarsi degli ostacoli per arrivare ad uno sviluppo sostenibile, la sola soluzione per evitare un circolo vizioso che nuocerebbe sia all'economia che all'ambiente».

L'agenzia cinese cita addirittura  Dwight Perkins, un professore di Harvard, secondo il quale «Un livello di inquinamento troppo elevato può diventare un grave problema in grado di rallentare lo sviluppo economico. Il caso di Città del Messico, una delle metropoli più inquinate del mondo, una "ispanizzazione" della trappola del reddito medio. Sullo sfondo della globalizzazione, l'ambiente è diventato un problema sia a scala regionale che internazionale. L'inquinamento dell'acqua e dell'atmosfera, così come i gas serra, non hanno bisogno di passaporti per oltrepassare le frontiere; le nazioni della comunità internazionale, della quale la Cina fa parte, sono inestricabilmente legate dagli stessi interessi ambientali. La Cina e la comunità internazionale condividono quindi lo stesso desiderio  di migliorare la lotta contro l'inquinamento, csì come di risparmiare energia e di ridurre le emissioni di CO2».

Poi l''editoriale di Xinhua, che po' essere letto come un sunto degli indirizzi della nuova leadership del Pcc in campo ambientale, affronta un altro problema scottante, quello della credibilità internazionale delle politiche cinesi: «Mentre le risorse energetiche diminuiscono ed il riscaldamento climatico inquieta la comunità scientifica internazionale, il resto del mondo volge lo sguardo verso la Cina per osservare come il Paese in via di sviluppo più popolato, con 1,3 miliardi di abitanti, affronta o meno il problema che erode il suo ambiente, con conseguenze per il pianeta e tutta l'umanità. Nonostante lo scetticismo di alcuni, la Cina ha sempre affidato una grande importanza ai suoi impegni ambientali ed ecologici, come testimoniano gli ultimi sforzi annunciati durante il 18esimo congresso nazionale del Partito comunista cinese (Pcc) nel novembre scorso. Costruire una Cina bella e rispettosa dell'ambiente si inscrive negli sforzi per lo sviluppo sostenibile del Paese  e del resto del mondo. Il contributo della Cina agli sforzi ambientali del pianeta sono altrettanto importanti agli occhi della comunità internazionale che per il suo sviluppo ed il suo contributo all'economia mondiale».

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