[14/03/2013] News

Il Governo approva la Strategia energetica nazionale a mandato scaduto

Realacci: «Stupefacente. Tace su carbone. Senza misure concrete per efficienza e rinnovabili»

«Riduzione dei costi energetici, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia», il governo Monti ha presentato così i quattro obiettivi del documento di Strategia energetica che hanno approvato con  Decreto interministeriale il ministri dello sviluppo economico delle Infrastrutture Corado Passera e dell'ambiente Corrado Clini che sottolineano: «La modernizzazione del settore energia rappresenta un elemento cardine per la crescita sostenibile del Paese. A oltre 20 anni dall'ultimo Piano energetico nazionale, questo documento di programmazione e indirizzo era molto atteso dal settore».

Clini e Passera in un comunicato congiunto spiegano che « La Strategia energetica nazionale (Sen) è il frutto di un ampio processo di consultazione pubblica, avviata a metà ottobre con l'approvazione in Consiglio dei ministri del documento di proposta e proseguita con il confronto fino a dicembre di tutte le istituzioni rilevanti (Parlamento, Autorità per l'Energia e Antitrust, Conferenza Unificata, Cnel, Commissione Europea) e di oltre 100 tra associazioni di categoria, parti sociali e sindacali, associazioni ambientaliste e di consumatori, enti di ricerca e centri studi. Sono stati inoltre ricevuti oltre 800 suggerimenti e contributi da cittadini e singole aziende attraverso la consultazione pubblica che si è svolta on-line sul sito web del Ministero dello Sviluppo economico. Rispetto al documento posto in consultazione ad ottobre, sono stati recepiti numerosi contributi». Tra i più rilevanti il governo menziona: «Una maggiore esplicitazione delle strategie di lunghissimo periodo (fino al 2050), in coerenza con la Roadmap di decarbonizzazione europea, e delle scelte di fondo per la Ricerca e Sviluppo. Una quantificazione dei costi e benefici economici della strategia per il Sistema, in particolare per i settori elettrico e gas. Una definizione più precisa delle Infrastrutture Strategiche gas, con particolare riferimento al dimensionamento di nuovi impianti di stoccaggio e di rigassificazione, con garanzia di copertura costi in tariffa, necessari per garantire l'allineamento strutturale dei prezzi gas a quelli Ue e a fare fronte alle accresciute esigenze di sicurezza delle forniture (in uno scenario geopolitico sempre più complesso). Una più precisa descrizione delle misure di accompagnamento alla cosiddetta grid parity delle Rinnovabili elettriche (segnatamente del Fotovoltaico),  Una volta terminato il sistema incentivante attuale. Una migliore definizione degli strumenti previsti per accelerare i miglioramenti nel campo dell'efficienza energetica (es. certificati bianchi, Pa, standard obbligatori, certificazione). Una più chiara definizione dei possibili miglioramenti della governance del settore
Le azioni proposte nella strategia energetica - che ha un doppio orizzonte temporale di riferimento: 2020 e 2050 - puntano a far sì che l'energia non rappresenti più per il nostro Paese un fattore economico di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare, tracciando un percorso che consenta al contempo di migliorare fortemente gli standard ambientali e di 2decarbonizzazione" e di rafforzare la nostra sicurezza di approvvigionamento, grazie ai consistenti investimenti attesi nel settore».

I due ministri sono convinti che la realizzazione della Sen «Consentirà un'evoluzione graduale ma significativa del sistema ed il superamento degli obiettivi europei "20-20-20", con i seguenti risultati attesi al 2020 (in ipotesi di crescita economica in linea con le ultime previsioni della Commissione Europea): Significativa riduzione dei costi energetici e progressivo allineamento dei prezzi all'ingrosso ai livelli europei. In particolare, è possibile un risparmio di circa 9 miliardi di euro l'anno sulla bolletta nazionale di elettricità e gas (pari oggi a circa 70 miliardi). Questo è il risultato di circa 4-5 miliardi l'anno di costi addizionali rispetto al 2012 (legati a incentivi a rinnovabili/efficienza energetica e a nuove infrastrutture), e circa 13,5 miliardi l'anno di risparmi includendo sia una riduzione dei prezzi e degli oneri impropri che oggi pesano sui prezzi (a parità di quotazioni internazionali delle commodities), sia una riduzione dei volumi (rispetto ad uno scenario di riferimento inerziale). Superamento di tutti gli obiettivi ambientali europei al 2020. Questi includono la riduzione delle emissioni di gas serra del 21% rispetto al 2005 (obiettivo europeo: 18%), riduzione del 24% dei consumi primari rispetto all'andamento inerziale (obiettivo europeo: 20%) e raggiungimento del 19-20% di incidenza dell'energia rinnovabile sui consumi finali lordi (obiettivo europeo: 17%). In particolare, ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico al pari del gas con un'incidenza del 35-38%. Maggiore sicurezza, minore dipendenza di approvvigionamento e maggiore flessibilità del sistema. Si prevede una riduzione della fattura energetica estera di circa 14 miliardi di euro l'anno (rispetto ai 62 miliardi attuali, e -19 rispetto alle importazioni tendenziali 2020), con la riduzione dall'84 al 67% della dipendenza dall'estero. Ciò equivale a circa 1% di PIL addizionale e, ai valori attuali, sufficiente a riportare in attivo la bilancia dei pagamenti, dopo molti anni di passivo. Impatto positivo sulla crescita economica grazie ai circa 170-180 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi). Si tratta di investimenti privati, solo in parte supportati da incentivi, e con notevole impatto in termini di competitività e sostenibilità del sistema».

Per il raggiungere questi risultati la Se si è data 7 priorità con specifiche misure concrete a supporto avviate o in corso di definizione: 1. La promozione dell'Efficienza Energetica, strumento ideale per perseguire tutti gli obiettivi sopra menzionati e su cui il potenziale di miglioramento è ancora significativo. 2. La promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l'Europa e con prezzi ad essa allineati, e con l'opportunità di diventare il principale Hub sud-europeo. 3. Lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, per le quali intendiamo superare gli obiettivi europei (‘20-20-20'), contenendo al contempo l'onere in bolletta. 4. Lo sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo, efficiente (con prezzi competitivi con l'Europa) e con la graduale integrazione della produzione rinnovabile. 5. La ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio. 6. Lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale. 7. La modernizzazione del sistema di governancedel settore, con l'obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i nostro processi decisionali.
Clini e Passera concldon che «In aggiunta a queste priorità, soprattutto in ottica di più lungo periodo, il documento enfatizza l'importanza e propone azioni d'intervento per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico, funzionali in particolare allo sviluppo dell'efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e all'uso sostenibile di combustibili fossili».

Un ottimismo che non è condiviso dal responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, che non  è tenero con l'esecutivo (ex) tecnico di Mario Monti: «È francamente sconcertante che un governo in scadenza vari senza nessuna approvazione parlamentare un documento tanto importante per il futuro del Paese come la Strategia energetica nazionale (Sen), per altro nel momento in cui si sta per insediare un nuovo Parlamento. Tale documento non può evidentemente essere considerato vincolante per le nuove camere».

Realacci sottolinea che «Il decreto di implementazione della Sen firmato dai ministri Passera e Clini, per altro, si pone sostanzialmente come orizzonte il 2020 e francamente è difficile ragionare sulle strategie energetiche nazionali volgendo lo sguardo solo ai prossimi 7 anni. Se pur apprezzabile l'introduzione del doppio orizzonte al 2050 in seguito alla consultazione pubblica sulla prima bozza della Sen, appare debole l'esplicitazione delle strategie di ‘lunghissimo' periodo».

Il parlamentare democratico evidenzia che «Oltre a questi "vizi di forma" anche nella sostanza la Sen non è condivisibile ed è assolutamente inadeguata ad affrontare le sfide che l'Italia ha davanti e alla necessità di puntare con forza sul risparmio energetico, sull'innovazione, sulla ricerca e sulle fonti rinnovabili. Nulla dice sull'aumento del carbone, facilita lo sfruttamento delle risorse petrolifere italiane sacrificando l'ambiente e il paesaggio sull'altare del nostro scarsissimo petrolio, e definisce strumenti del tutto inadeguati a raggiungere gli obiettivi ambiziosi che sulla carta si ponte per le fonti rinnovabili. Per la crescita dell'efficienza energetica il governo continua a produrre solo parole: dice di voler prorogare il credito di imposta del 55% per gli interventi di risparmio energetico in edilizia, ma tuttora l'eco-bonus è in scadenza a giugno». 

Realacci conclude: «Sarebbe stato meglio che anziché forzare la mano su un decreto che non ha nulla a che fare con gli affari correnti, il governo avesse messo in atto alcune delle misure annunciate nei mesi scorsi, a partire dalla stabilizzazione dell'eco-bonus del 55% e dalle misure che possono permettere, senza gravare sulla bolletta degli italiani, di raggiungere la grid parity nelle rinnovabili elettriche, fotovoltaico in primis».

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