[26/03/2013] News toscana

Una nuova specie di coleottero, una pianta palustre e un'orchidea scoperte nel Parco della Foreste Casentinesi

Il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Faletrona e Campigna continua a riservare sorprese grazie alla ricerca scientifica e naturalistica. Il Servizio promozione, conservazione, ricerca e divulgazione della natura spiega che nell'area del Parco sono state segnalate recentemente nell'area tre nuove specie: «Strano a dirsi per territori percorsi e abitati da secoli dall'uomo.

Tra queste, una specie di lepidottero, nuova per la scienza, è stata proprio scoperta nelle faggete del Parco Nazionale dal dottor  Edgardo Bertaccini, nell'ambito di una ricerca autorizzata e promossa dal Parco. Classificata come Dalicha casentinensis e appartenente a un gruppo faunistico spesso legato alle grandi foreste dell'Europa centrale e dell'arco apino, la specie è stata accuratamente analizzata e descritta su base morfologica e genetica. Particolarmente sedentarie e quindi strettamente dipendenti dalla qualità degli ambienti in cui vivono, la piccola farfalla assume localmente una particolare importanza ecologica. Due piante invece, entrambe segnalate da Paolo Laghi collaboratore del Museo di Ecologia di Meldola, rappresentano le altre due nuove specie per il Parco nazionale. La Hottonia palustris, pianta acquatica tipica di acque stagnanti poco profonde, è stata segnalata presso il biotopo Gorga Nera alle pendici del Monte Falterona, nell'ambito di un monitoraggio finanziato dall'Ente Parco e realizzato dal Museo di Ecologia di Meldola. La sua odierna presenza potrebbe essere dovuta all'attivazione di alcuni semi dormienti, riportati in superficie a seguito dei lavori di escavazione commissionati dal Parco e avvenuti nel 2007 per ripristinare un habitat di fondamentale importanza per la riproduzione di alcune specie di anfibi.  La seconda specie, Neotinea maculata, è una piccola orchidea molto rara in Emilia-Romagna. Mai segnalata in precedenza nell'area, la sua presenza va quindi ad aggiungersi alla già ricca lista di orchidee del Parco».

Il Parco sottolinea che queste scoperte proseguono a lunga tradizione di naturalisti che hanno studiato e descritto questa porzione di Appennino compreso fra Romagna e Toscana, «Primo fra tutti Pietro Zangheri, ancora oggi la ricerca assume un ruolo strategico nelle sue politiche.  In questo contesto, assume ancora una grande importanza, oltre al monitoraggio necessario per valutare lo stato di salute delle popolazioni presenti nel territorio,  anche la ricerca "pura", lo studio di mondi faunistici ancora poco sconosciuti come quello degli invertebrati, la semplice passione e curiosità che porta naturalisti appassionati e professionisti a effettuare scoperte sorprendenti. Questo aspetto è ben evidenziato anche dal recente lavoro realizzato dal Ministero dell'Ambiente "Parchi Nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale", che cerca di rappresentare il patrimonio naturale custodito nei Parchi Nazionali attraverso le conoscenze naturalistiche ottenute tramite indagini e ricerche scientifiche».

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