[29/03/2013] News

I Paesi Brics puntano ad un'alleanza economica che cambi la finanza mondiale

L’Africa banco di prova per lo sviluppo sostenibile e la partnership macroeconomica

Mentre il Sudafrica trepida per la vita di Nelson Mandela si tirano le conclusioni del summit dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), ormai terminato a Durban. Il nuovo presidente cinese Xi Jinping, che sta  realizzando una trionfale visita di Stato in Africa, ha chiesto agli altri leder Brics di «Lavorare mano nella mano per uno sviluppo comune», e ha detto che «La cooperazione all'interno dei Brics apporta non solo dei benefici alle popolazioni di questi 5 Paesi, ma contribuisce anche a promuovere la democrazia nelle relazioni internazionali. I Paesi Brics devono gestire  i loro affari in maniera efficace grazie alla crescita della loro economia ed il miglioramento del livello di vita della loro popolazione, incoraggiare tutti i Paesi a rafforzare il coordinamento delle politiche macroeconomiche, riformare i sistemi monetari e finanziari internazionali e promuovere la liberalizzazione e la facilitazione degli scambi e degli investimenti».

Di comunista sembra esserci rimasto ben poco nel programma che inneggia ad una globalizzazione liberista "mitigata" del presidente della Repubblica popolare Cinese  Xi, che però avverte: i Brics «Devono anche partecipare congiuntamente alla definizione di un programma di sviluppo internazionale e vigilare per uno sviluppo mondiale più equilibrato. I Paesi dei Brics devono lavorare duro per rafforzare la cooperazione nei settori dell'economia, del commercio e della finanza, delle infrastrutture, della circolazione delle persone, così come in altri settori».

Ma i Brics sembrano voler proporsi come nuovo polo per «Il miglioramento della  governance economica mondiale - come dice Xi - e far intendere  meglio la voce dei Paesi Brics e della loro rappresentanza a livello internazionale». Gli obiettivi ormai non più nascosti sono quelli di un enorme mercato integrato dei 5 Paesi emergenti, di una rete finanziaria su diversi livelli, di un'interconnessione terrestre, aerea e marittima tra i Brics e di un più ampio scambio culturale.

Il summit di Durban è servito ad ottenere già alcuni risultati, come una Banca di sviluppo dei Brics per mobilitare risorse per grandi progetti infrastrutturali e per lo sviluppo sostenibile, sia nei Brics che in altri Paesi emergenti ed in via di sviluppo.

Inoltre i leader del Brics hanno deciso di esplorare la possibilità di istituire qualcosa che sembra il nucleo di una nuova rete di sicurezza finanziaria tra i 5 grandi Paesi, che si baserà sulla creazione del "Contingent Reserve Arrangement" (Cra). Secondo le conclusioni dei ministri delle finanze Brics, «Il Cra avrà un impatto positivo, permettendo ai Paesi Brics di anticipare le pressioni legate alla mancanza di liquidità a breve termine ma anche a creare dei mutui sostegni e rafforzare la stabilità finanziaria». Nella dichiarazione finale, i Brics esprimono la loro «Aspirazione comune a migliorare il sistema di governance economica a livello mondiale», ed i leader hanno promesso di «Riformare il sistema finanziario internazionale al fine di renderlo più rappresentativo e di riflettere la crescita in potenza dei Brics e di altri Paesi in via di sviluppo sulla scena internazionale». Inoltre, da Durban arriva un preciso avvertimento a Banca Mondiale e Fmi, "troppo" statunitensi ed europei: «La selezione dei dirigenti delle istituzioni finanziarie internazionali dovrà essere aperta, trasparente e fondata sul merito».

Ma i Paesi Brics vogliono soprattutto rafforzare la cooperazione tra le loro imprese pubbliche e promuovere il dialogo tra le piccole e medie imprese, e pensano di estendere questa cooperazione a settori come «La diplomazia pubblica, la lotta anti-corruzione, il controllo delle droghe, gli scambi tra i giovani, il turismo, l'energia e gli sport».

Nella dichiarazione dei leader Brics ha espresso opinioni spesso divergenti da quelle occidentali sui temi caldi dell'attualità internazionale: Medio Oriente, nucleare iraniano, conflitto siriano, guerra in Mali, golpe nella Repubblica Centrafricana, e l'instabile situazione delle guerre mai finite in Repubblica democratica del Congo e in Afghanistan.

E' in Africa che si misurerà probabilmente se questa alleanza dei Paesi emergenti reggerà, perché è in Africa che si incontrano e si scontrano le tentazioni egemoniche di Cina e India, le ambizioni da prima potenza continentale del Sudafrica, e le iniziative di sfondamento economico del Brasile in campo agricolo e dei biocarburanti e della Russia in quello minerario, per poi finire tutti e 5 nella caccia delle risorse ambientali, marittime e minerarie del più povero continente del mondo.

Il leader dei Brics hanno discusso di tutto questo con una dozzina di leader dei Paesi africani nel forum "Liberare il potenziale dell'Africa: la cooperazione tra i Brics a l'Africa in materia di infrastrutture», e si sono impegnati a realizzare una partnership di cooperazione con l'Africa. Dal canto loro, i leader africani hanno detto che «L'Africa deve rafforzare le sue infrastrutture, promuovere l'integrazione e l'industrializzazione ed elevare la sua competitività globale e la sua capacità di sviluppo sostenibile». I Paesi africani si sono detti anche «Disposti a stabilire con i membri dei Brics una partnership di cooperazione tra le economie emergenti e i Paesi in via di sviluppo che dia priorità al muto sostegno, ai benefici reciproci e a risultati win-win». 

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