[16/04/2013] News

Il Portogallo vince la sua scommessa: energie rinnovabili soddisfano il 70% dei consumi

Chi si ricorda le battute di Berlusconi sulla Ferrari elettrica?

Secondo Redes Energéticas Nacionais (Ren), l'operatore di rete del Portogallo, nel primo trimestre del 203 «La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è bastata all'approvvigionamento di circa il 70% del consumo».  Ren spiega  che «Questi valori sono dovuti principalmente alla presenza di condizioni meteorologiche favorevoli per l'idroelettrico e l'eolico. Tra gennaio e marzo, la produzione idraulica è aumentata del 312% su base annua e del 37% il consumo alimentato, mentre la produzione eolica è aumentato del 60% nello stesso periodo ed ha fornito il 27% dei consumi».

In Portogallo come altrove queste due fonti di energia sono quelle che hanno il peso maggiore nella produzione di origine rinnovabile, «Che è quasi raddoppiato nel primo trimestre - dice il Ren -  dopo che nel 2012 rappresentavano solo il 37% del consumo. La produzione eolica in questo trimestre, il 36% superiore alla media, è stata il più alta mai».

Un contributo a far crescere le percentuali delle rinnovabili sul totale dei consumi energetici l'ha data anche la crisi economica e l'austerità imposta dall'Ue che hanno messo in ginocchio il Portogallo: nel primo trimestre del 2013 il consumo di energia elettrica è sceso al 2,3% su base annua, ma questo dato scende solo allo 0,4% se si tiene conto del calo dei giorni lavorativi e della temperatura più mite. 

Secondo João Milheiro Batista, dell'area l'informazione al mercato del Ren, «Questi dati confermano la tendenza di un rallentamento del calo dei consumi che si è cominciata a manifestare alla fine dello scorso anno. Nel mese di marzo c'è stato anche un trend positivo con un incremento del 4,7% o 1,6% con correzione della temperatura e giorni lavorativi».

Il 2012 in Portogallo è stato comunque il secondo anno consecutivo che ha visto una riduzione del consumo di carburante, accumulando un calo del 6% rispetto al picco dei consumi che si è verificato nel 2010 ed ha raggiunto il livello del 2006. Nel primo trimestre del 2013 la produzione di elettricità da carbone e da gas scesa rispettivamente del 29% e il 44% rispettivamente rispetto allo stesso periodo del 2012.

Tra gennaio e marzo, il sistema elettrico portoghese è rimasto esportatore, vendendo all'estero il 6% del consumo nazionale. Nonostante questo record, il fotovoltaico non riesce ancora ad avere una presenza significativa nel mix energetico portoghese, tanto che non esistono dati Ren sulla produzione di energia solare nel primo trimestre 2013. Gli ultimi dati disponibili a marzo confermavano che la penetrazione dell'energia solare nel mercato portoghese rimane bassa, con progetti fotovoltaici che coprono solo lo 0,7% della domanda energetica del 2012. Però l'autorità portoghese di controllo dell'energia, la Direcção Geral de Energia e Geologia (Dgge) ha riportato un aumento di produzione di energia solare che nel marzo 2012 aveva raggiunto 360 GWh, rispetto ai 265 GWh del 2011. In tutto il fotovoltaico portoghese nel 2012 era a 225,5 MW alla fine del 2012, di questi, secondo la Dgge, 99,8 MW provengono da mini-generazione (fino a 3,68 kW) e da  micro-generazione (fino a 250 kW). Nel 2012, il paese ha aggiunto 67,8 MW di energia fotovoltaica, con un aumento del 36% rispetto al 2011, quando il Portogallo aveva aggiunto 32,4 MW di energia solare. Un'altra "stranezza" del Portogallo è che non ha molta energia eolica offshore, solo 2 MW. 

Agli eccezionali risultati dell'energia rinnovabile portoghese contribuiscono anche l'energia prodotta dalle onde  e una rete elettrica migliorata che consente ai fornitori di energia verde di collegare facilmente i loro impianti al sistema. Nel 2000 il governo di Lisbona ha infatti acquistato tutte le linee elettriche private creando una società pubblica ed ha avviato la realizzazione di una  Questo è stato utilizzato per creare una smart grid che ha cominciato ad assorbire massicciamente le rinnovabili fin dal 2005. Alla fine si calcola che nel 2013 quasi il 45% dell'energia elettrica portoghese verrà da fonti rinnovabili, rispetto ad appena il 17% di  cinque anni fa.

In realtà, questo dato del 70% per cento non è inaudito per il Portogallo: per qualche ora nel 2011 il Portogallo è stato addirittura interamente rifornito da energia rinnovabile, ma è la prima volta che la percentuale resta così sostenuta per un intero trimestre.

I leader di questo piccolo Paese europeo non hanno sicuramente ben gestito l'economia intossicata dalla finanziarizzazione turbo-capitalista, ma 5 anni fa hanno invece fatto una scommessa vincente su questa terra soleggiata e spazzata dal vento per ridurre la dipendenza del Portogallo dalle importazioni di combustibili fossili, hanno intrapreso una serie di ambiziosi progetti di energia rinnovabile, soprattutto  sfruttando l'eolico e l'idroelettrico, ma anche il sole e le onde dell'oceano. Un piano che la destra portoghese accolse con scetticismo quando il primo ministro di allora, il socialista José Sócrates, lo propose.  

Sócrates  fu addirittura accusato di fare proposte ridicole quando disse di voler realizzare una rete nazionale di stazioni di ricarica per auto elettriche e dovette sopportare anche le battute "spiritose" dell'ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi che si offrì di costruire per lui una Ferrari elettrica. Berlusconi non sapeva che nel marzo 2013 la Ferrari avrebbe presentata al salone dell'auto di Ginevra proprio un'auto ibrida gas-elettrica (Hy-Kers) da 1000 hp dotata di un futuristico kinetic energy recovery system.

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