[20/05/2013] News

Dalla Francia agli Usa, passando dalla Germania: il debito pubblico delle scorie nucleari torna a far paura

La profezia dell’ex ministro Tremonti sulla sostenibilità dei conti pubblici, minati dalla radioattività

Domani, Martedì 21 maggio alle 20:50, il canale televisivo Arte solleverà la questione sulla disattivazione delle centrali nucleari nel mondo. Un reportage di circa 1 ora, che fornisce un quadro allarmante sui pericoli dello smantellamento dei siti nucleari. Nel momento in cui, in Francia, viene avviato il dibattito sulla proposta di Cigéo - il sito di smaltimento dei rifiuti radioattivi (sarebbe più corretto dire "stoccaggio") - l'argomento è più che attuale. Infatti, avviato dalla legge, il dibattito pubblico sul previsto centro di smaltimento geologico dei rifiuti nucleari è stato avviato la settimana scorsa, e oltre che in incontri in carne e ossa si sviluppa anche sulla rete.

Dalla Francia agli Stati Uniti: Bernard Nicolas, un giornalista investigativo, rivela l'avventurismo politico (sulla base di una conoscenza tecnica che nessuno fino ad oggi possiede) sullo smantellamento in corso, nonostante le rassicurazioni da parte delle autorità e dei dirigenti dell'industria nucleare. Infatti anche il nuovo "Piano nazionale per la gestione dei materiali e dei rifiuti radioattivi" in Francia, pubblicato lo scorso 25 aprile, risulta alquanto vago in quanto continua a spostare in avanti le scadenze sulle decisioni da prendere (e sugli investimenti da fare).

Bernard Nicolas attacca anche la lobby dell'industria nucleare, denunciando pratiche di estorsione o di impiego sovvenzionato per far accettare alla popolazione i vicini centri di stoccaggio dei rifiuti. Il reportage contiene poi le testimonianze di fisici, associazioni di attivisti anti-nucleari, ma anche di dipendenti di aziende legate all'industria nucleare.

La CEA (Commissariato per l'Energia Atomica e Energie Alternative) ha fatto recentemente il punto  circa il progetto di smantellamento dei suoi sei impianti nucleari a Grenoble (decisione presa già nel 1990). Una bonifica del sito che illustra la delicata gestione dei rifiuti radioattivi associati all'operazione. Tra i problemi tecnici più volte citati, il rischio permanente di contaminazione per l'uomo e per l'ambiente, l'impossibilità di stoccare in modo sicuro le scorie nucleari,  ma soprattutto il giornalista insiste sul costo esorbitante di smantellamento, totalmente sottovalutato. Lo smantellamento della sola centrale nucleare di Brennilis in Bretagna, un impianto da 70 MW, è già costato circa 480 milioni di euro (20 volte i costi stimati), ed è ancora incompleto dopo 20 anni.

E almeno su questo punto non aveva forse del tutto torto l'ex ministro Tremonti, quando nel 2011 al Forum di Cerbobbio reclamava il fatto che il debito pubblico italiano, in previsione, era più sostenibile di quello francese e tedesco, perché i due Paesi hanno tra le mani la patata bollente di un nuclear decommissioning dai costi immani, ben più alti dei già salati importi italiani, che da anni già paghiamo e continueremo purtroppo pagare ancora per molto, molto tempo. 

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