[24/05/2013] News

Lotta agli sprechi alimentari, negli ospedali il 40% del cibo finisce ancora tra i rifiuti

Ma l'ospedale Molinette di Torino aderisce a Siticibo

La crisi economica, come spesso greenreport ha ricordato, presenta anche degli aspetti positivi in campo ambientale (vedi minor consumo di materie prime e minor produzioni di rifiuti) e fa accrescere anche alcune sensibilità in campo sociale. Ad esempio il tema del recupero del cibo e della riduzione degli sprechi alimentari è divenuto più diffuso nell'ultimo periodo quando la crisi si è fatta più acuta e conseguentemente più estesa l'area del bisogno, nonostante che alcuni programmi come Siticibo, del Banco Alimentare, siano stati proposti da un decennio.

Infatti Siticibo rappresenta la prima applicazione della Legge 155/2003 - detta del Buon Samaritano - che ha per scopo il recupero di alimenti freschi e cucinati eccedenti nel canale della ristorazione organizzata (es. mense aziendali, ospedaliere, caserme, ristoranti, hotel, società di catering, esercizi al dettaglio, etc) e della Distribuzione moderna organizzata (Dmo). Per quanto riguarda il contributo fornito dalle mense ospedaliere, in Piemonte si stanno svolgendo le esperienze più interessanti.

Dopo il contributo del Presidio Ospedaliero Torino Nord Emergenza San Giovanni Bosco e dell'Asl TO 2, si è aggiunto l'ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino che ha stretto un accordo con il Banco Alimentare del Piemonte. Tale accordo prevede il recupero del cibo non distribuito nella mensa e nei reparti dell'ospedale, per destinarlo alle mense per indigenti della città. L'ospedale Molinette è uno dei più grandi e più importanti in Italia per cui, come informa l'Ansa, saranno circa 14.000 i pasti annuali recuperati previsti (70-80 porzioni giornaliere sulle 3500 preparate quotidianamente nel nosocomio) provenienti dalla mensa dell'ospedale.

Come prevede il protocollo di sicurezza del programma Siticibo, sono scrupolose le procedure che permetteranno di garantire il corretto trattamento dei pasti recuperati. Nella catena del freddo, al termine della distribuzione, il cibo viene portato a bassa temperatura, sotto i 4 gradi, mediante appositi abbattitori e così viene mantenuto sino al suo riutilizzo. Nella catena del caldo la procedura prevede che la temperatura sia sempre superiore ai 65 gradi. Per questo al termine della distribuzione il cibo viene inserito dal personale della cucina in contenitori termici attivi, poi vengono ritirati dal Banco Alimentare del Piemonte. Il cibo recuperato viene immediatamente consegnato alle mense cittadine.

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin, ha annunciato di voler diffondere il progetto del Banco Alimentare a tutti i  presidi ospedalieri (almeno a quelli di maggior dimensione) in modo da evitare che circa il 40% del cibo preparato per degenti e dipendenti degli ospedali finisca nei rifiuti come accade oggi.

Stop allo spreco di cibo è l'imperativo che deve riguardare tutti, ora in momento di crisi e domani sperando che la situazione economica migliori, perché si tratta comunque di una pratica di sostenibilità. Per questo è necessario che il progetto del Banco Alimentare sia ulteriormente diffuso a  copertura di tutte le aree del Paese, dato che per ora ha trovato applicazione principalmente  nelle città del centro-nord.

 

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