[21/04/2011] News

La Madre terra e il Pil

Il 22 aprile si celebra l'International Mother Earth Day, la giornata internazionale dellla Madre Terra, per sottolineare «L'interdipendenza tra gli esseri umani, le altre specie viventi e il nostro pianeta». E' la « festa di Pachamama (la divinità maya Tonantzin) fortemente voluta nel 2009 dalla delegazione boliviana all'Assemblea generale delll'Onu, una giornata che si sovrappone all'Earth Day anglosassone.

Secondo l'Onu, «La proclamazione del 22 aprile come giornata internazionale della Madre Terra è il riconoscimento che la terra ed i suoi ecosistemi sono fonte di vita e nutrimento per i suoi abitanti. Questa giornata chiama anche ad una presa di responsabilità collettiva, quale quella reclamata dalla Dichiarazione di Rio del 1992, per promuovere l'idea di un'armonia con la natura ed un giusto equilibrio tra le necessità economiche, sociali ed ambientali, a beneficio delle generazioni presenti e future. La giornata internazionale della Madre Terra ci offre l'opportunità, in tutto il mondo, di sensibilizzare l'opinione pubblica suille sfide che riguardano il benessere del pianeta e la vit ache ne dipende».

Un'opportunità colta dalla vicesegretaria dell'Onu, Asha-Rose Migiro, che ha chiesto ai Paesi del mondo «Di adottare un modello economico che risparmi in risorse, favorevole ai poveri ed a basso tenore di carbonio, che assicurerà lo sviluppo favorendo allo stesso tempo l'armonia con la natura».

Intervenendo ad una manifestazione organizzata dall'Assemblea generale dell'Onu per  l'International Mother Earth Day, la Migiro ha ricordato che «Il mondo subisce dei cambiamenti importanti, con una crescita considerevole nel corso dei due ultimi decenni, in particolare nelle economie emergenti. Centinaia di milioni di persone, in Asia, in America latina e, sempre più, in Africa sono uscite dalla povertà. Dobbiamo fare in modo che ne beneficino altri centinaia di milioni grazie a dei posti di lavoro decenti, ad un'energia pulita ed accessibile ed a tutti i vantaggi sociali ed economici che questi progressi potranno apportare. Ma non raggiungeremo questo obiettivo se non rispettiamo il capitale umano e naturale che è la base della nostra prosperità e del nostro benessere».

La  Migiro ha sottolineato che «Il calo del capitale naturale è raramente tenuto di conto nel calcolo della produzione totale annua dei beni e dei servizi di un Paese. Noi non integriamo I vantaggi degli ecosistemi, né il costo della loro distruzione. Un Paese può distruggere le sue foreste ed esaurire le sue risorse di pesci, e nonostante tutto questo appare come un guadagno positivo nel prodotto interno lordo, ignorando il calo corrispondente delle risorse. La Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile dell'anno prossimo, chiamata anche Rio 2012, sarà un'occasione per valutare la relazione del mondo con la natura nel corso degli ultimi 20 anni, per riaffermare gli impegni presi durante i precedenti summit sullo sviluppo sostenibile a Rio ed a  Johannesburg e per dare un nuovo slancio».

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