[24/10/2007] Comunicati

I Kyoto-scettici si incontrano a Bangor

LIVORNO. Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha aperto a Bogor, una tre giorni di discussione tra i ministri dell’ambiente ed i rappresentanti di 35 Paesi, tra i quali i più scettici o tiepidi verso il Protocollo di Kyoto come Usa, Cina, Russia, India ed Australia.

Dopo il sostanziale fallimento del summit di Washington voluto da Bush, la diplomazia ambientale è in movimento per cercare accordi ed alleanze tra i Paesi che, partendo da interessi a volte opposti, non vogliono caricarsi di obblighi stringenti in campo ambientale e riguardo alle misure da prendere per contrastare il global warming, ma un accordo casato sul blocco anti-Kyoto formato da Usa, Canada, Australie e con il Giappone come complemento, sembra trovare resistenze anche tra i Pesi Asiatici in rapida crescita, che chiedono una ripartizione degli impegni secondo il livello di sviluppo raggiunto.

Introducendo il summit informale dei 35. il ministro dell’ambiente indonesiano Rahmat Witoelar ha detto che «Questa riunione deve portare ad un documento di indirizzo per la Conferenza internazionale di Bali» ed ha aggiunto che il documento «deve mettere l’accento sull’applicazione delle leggi internazionali al fine di evitare al pianeta ancora più danni causati dalle emissioni di carbonio. Questo documento di indirizzo metterà l’accento sulla giustizia mondiale, senza la quale il clima del mondo sarà danneggiato per lungo tempo, non solo per noi, ma anche per la comunità internazionale».

Witoelar, é anche il presidente della tredicesima Conferenza della Convenzione-quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (Unfcc) che si terrà a dicembre proprio in Indonesia, a Bali ed ha chiesto che in quella occasione i Paesi sviluppati si impegnino ad aiutare i Paesi in via di sviluppo a proteggere le loro foreste, «l´assistenza finanziaria – ha concluso - la buona volontà, le capacità realizzare, ma anche il trasferimento, tecnologie da parte dei Paesi sviluppati, sono tutti strumenti perché noi siamo possiamo essere in grado di migliorare la situazione attuale».

Torna all'archivio