[28/11/2007] Consumo

Lancet torna all´attacco delle medicine non convenzionali...

LIVORNO. Lancet affonda un nuovo colpo sulle medicine non convenzionali, tacciandole non più solo di inutilità, ma anche di poter avere «effetti collaterali inattesi». “Nuova ricerca di Lancet. I farmacologi: basta aiuti” è l’articolo firmato da Ben Goldacre, sull´ultimo numero della rivista scientifica, nel quale attacca l’omeopatia, citando cinque ampie revisioni degli studi condotti negli ultimi anni. Che sostiene, portano sempre alla stessa conclusione sul fatto che non vi sarebbero vantaggi significativi rispetto al placebo. Fin qui dunque non vi sarebbe nessuna novità rispetto a quanto già sostenuto da Lancet, che sembra essere ormai il portavoce degli agguerriti detrattori delle medicine non convenzionali e a fianco dell´ondata antiomeopatica nel Regno Unito, dove il governo ha tagliato i fondi pubblici ad alcuni centri che prescrivono terapie non convenzionali.

Questa volta però dalle, pagine di Lancet, Goldacre denuncia anche «inattesi effetti collaterali» dall’uso di medicinali omeopatici e la mancanza di informazione adeguata. E non è solo l’omeopatia ad essere nel mirino: anche l’agopuntura di cui si riconosce una «efficacia moderata» la medicina tradizionale cinese per cui si dice «esistono limitatissime informazioni, carenza aggravata dalle difficoltà legate alla lingua») e la fitoterapia quindi le cure con le erbe che «se prescritte con troppa disinvoltura possono portare qualche guaio».

Ci sarebbe da dire che il fatto di avere un effetto placebo è in netta contraddizione con quello di avere effetti collaterali e sulla possibile tossicità delle erbe, non era davvero il caso che si scomodasse una rivista come Lancet a dirlo: non si era forse avvelenato con la cicuta già Socrate?
Ma dalle parole del presidente della Sif (società italiana di farmacologia) che ha divulgato in Italia il documento di attacco alle medicine non convenzionali, sembra emergere anche un altro motivo per la forte avversione nei confronti delle medicine non convenzionali, che tra l’altro non conosce il reciproco. Oltre al dato scientifico, il timore per la diffusione dell’uso delle medicine non convenzionali sembra infatti legato agli aspetti economici, ovvero la possibilità che anche per queste terapie venga previsto il rimborso nel servizio sanitario nazionale, come si legge nelle parole di Achille Caputi, presidente della Sif: «Per il servizio sanitario è un momento di estreme difficoltà economiche e non vediamo perché bisognerebbe rimborsare cure che non funzionano, come vorrebbe la proposta di legge in discussione al parlamento».

«Periodicamente riaffiorano gli attacchi nei confronti della medicina omeopatica, più o meno documentati. Ma quest’ultimo contiene una serie di inesattezze e incongruenze facilmente rilevabili» è la reazione di Paolo Roberti di Sarsina, nominato quale esperto per le medicine non convenzionali del Consiglio superiore di sanità, dal Ministro Livia Turco.

Quindi è un attacco non giustificato?
«Esatto ed è stato ampiamente documentato nella replica firmata da European committee for homeopathy e dalla Lega mondiale dei medici omeopati, ovvero le due associazioni internazionali che raggruppano gli omeopati europei e mondiali. Tutto poggia sulla presunta implausibilità dell’omeopatia, cioè sull’impossibilità di un’azione biologica di soluzioni ottenute da sostanze ultradiluite. In realtà la ricerca di base ha fatto molti passi avanti e una recente revisione sistematica ha dimostrato, analizzando vari tipi di modelli di studio, l’attività delle diluizioni ultramolecolari.
Proprio all’Università di Bologna da anni si conducono con successo studi su modelli vegetali, certamente non inficiati da effetto placebo».

Ma allora il motivo è solo di natura economica? Lo abbiamo chiesto a Giampaolo Silvestri, vicepresidente della commissione salute del Senato cui è affidata la discussione della proposta di legge sulle medicine non convenzionali.
«Non esiste solo la presunta casta dei politici e degli istituzionali, ma anche quella dei medici e delle case farmaceutiche. Sono una baronia economico - scientifica che non tollera altre idee di benessere al di fuori della propria ipermedicalizzazione. L’attacco continuo ad ogni ipotesi di una proposta di legge che regolamenti, come l’Europa e 10 milioni di utenti italiani chiedono, il settore delle medicine non convenzionali è prova evidente della loro incapacità di concepire la salute ed il benessere anche in relazione ad asettici accanimenti terapeutici. Sono convinto però che tale legge, già nella fase audizioni al senato, questa volta verrà alla luce e, alla faccia loro, con parto indolore. Il tutto ovviamente secondo il principio di precauzione, di utilità e di consenso informato sulla cura».

Torna all'archivio