[04/02/2008] Rifiuti

I punti salienti dell´analisi della Commissione interministeriale Pecoraro-Nicolais

FIRENZE. Il problema dei rifiuti non può essere risolto soltanto in termini di tecnologie di smaltimento, deve essere affrontato a largo spettro, con tecnologie appropriate ed apposite iniziative gestionali. Questa la tesi sostenuta dal Rapporto conclusivo della commissione per le migliori tecnologie di gestione e smaltimento dei rifiuti, commissionato dal Ministero dell’ambiente e dal Ministero per l’innovazione e le tecnologie e presentato oggi alla Giunta regionale dai professori Antonio Cavaliere, dell’Università di Napoli, Ugo Bardi, dell’Università di Firenze, ed Enrico Macchi, del Politecnico di Milano. La Commissione interministeriale per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti ha analizzato il ciclo dei rifiuti (raccolta, separazione e/o pretrattamento, recupero o riciclaggio e smaltimento) e individuato 5 stadi sui quali agire è possibile e doveroso:

- riduzione
- restituzione
- consegna differenziata e raccolta differenziata
- pretrattamento e recupero (riciclaggio)
- smaltimento.

La riduzione della mole di rifiuti urbani prodotta può essere ottenuta agendo soprattutto sugli imballaggi, cioè:
- reintroducendo vuoti a rendere in vetro e una tassa cauzionale per i contenitori in altro materiale;
- promuovendo la vendita di beni sfusi, ad esempio ‘alla spina’, soprattutto per detergenti, acqua, latte, bibite, prodotti in polvere. Sperimentazioni in questo senso sono già attive in molte parti d’Italia e vedono avvantaggiata la grande distribuzioni, ma il rapporto suggerisce modi (furgoni per la vendita mobile o appositi dispenser) per estendere la vendita ‘alla spina’ anche ai piccoli negozi;
- sostituendo gli imballaggi a perdere con altri riutilizzabili (come cassette per l’ortofrutta), le stoviglie monouso di plastica con quelle in amido di mais, cartone o legno, gli imballaggi per elettrodomestici in polistirene e polistirolo con altri che la ditta fornitrice del prodotto dovrebbe poi raccogliere;
- incentivando il compostaggio nelle abitazioni;
- preferendo la raccolta ‘porta a porta’ a quella fatta attraverso cassonetti nelle strade (il maggior costo è ripagato dall’aumento di occupazione e dal miglioramento quantitativo e qualitativo della raccolta).

Per quanto riguarda lo smaltimento, invece, sono stati analizzati tutti i sistemi diffusi in termini commerciali in Europa (trattamento in impianti MTB, pirolisi e gassificazione pirolitica, incenerimento e gassificazione ossidativi di bassa, di media e di alta temperatura), sottolineando come al momento Pirolisi veloce, dissociazione molecolare e HiTAC siano in fase sperimentale e manchino al riguardo da! ti comprovati.

La Commissione ha comparato le tecnologie più diffuse e sperimentate verificando:

- emissioni di gas serra
- convenienza economica
- recupero energetico
- recupero post trattamento.

La verifica ha dimostrato che tutti i migliori impianti commerciali in funzione sono in grado di abbattere i livelli delle sostanze inquinanti e portarli sotto la soglia di legge, ritenendo comunque opportuna la sperimentazione di uno più progetti guida su pirolisi e combustione di bassa temperatura dei rifiuti solidi urbani. La Commissione ha sottolineato l’importanza del potenziale energetico dei rifiuti solidi urbani, invitando ad ottenere da essi il massimo possibile di energia elettrica e termica. Ha anche evidenziato come dagli scarti della combustione dei rifiuti sia possibile riciclare minerali sfuggiti alla differenziazione sperimentando un recupero post-trattamento.

La relazione si conclude con l’invito ad adottare un ciclo dei rifiuti articolato su diverse scelte e alcuni provvedimenti tra cui l’istituzione di un Inventario dei Potenziali Rifiuti solidi urbani (IPR) di cui si vieta l’uso su tutto il territorio nazionale o di cui le regioni possono vietare l’uso; l’introduzione di una Tassa di Smaltimento Anticipata (TAS) per poche, selezionate, categorie di rifiuti (p.e. stoviglie monouso); la Restituzione Obbligatoria del Rifiuto (ROR) per alcune categorie di rifiuti (così come già avviene in alcune nazioni degli Stati Uniti o in Germania), incentivi fiscali per l’uso di materiali facilmente riciclabili, riusabili e adatti alla produzione di compost.

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