[05/05/2008] Comunicati

Non c’è più il global warming?!

LIVORNO. Il Giornale e i negatori del global warming, i cantori della crescita infinita esultano: su Nature (uno dei giornali finora più inviso ai suoi nuovi estimatori) è apparso il resoconto di uno studio tedesco basato su un nuovo modello matematico che include la "Atlantic Multidecadal Oscillation" (Amo), che raffredderebbe le correnti oceaniche tropici-Europa dell´oceano Atlantico ogni 60-70 anni. Un ciclo naturale delle temperature oceaniche legato alle correnti che dai Tropici arrivano in Europa che lascia prevedere un temporaneo raffreddamento della terra (o meglio un rallentamento del riscaldamento) per effetto delle correnti marine atlantiche. Gli scienziati dell´Istituto per le scienze marine di Kiel e dell´Istituto metereologico di Amburgo la definiscono una pausa momentanea fino al 2020 che porterà poi ad una brusca impennata delle temperature planetarie che le riallineeranno agli scenari climatici dei 2000 scienziati dell’Ipcc, gli stessi che secondo il Giornale e gli scettici non sono altro che una congrega di cialtroni catastrofisti.

Per far questo si ignorano le dichiarazioni fatte alla Bbc da Noel Keenlyside, uno dei ricercatori dell´università di Kiel: «Ci sono alcune incertezze nel modello ma le nostre previsioni sono di un plateau nella curva della temperatura, che poi ricomincerà a salire» e che lo stesso dica riguardo alla differenza con le previsioni dell´Ipcc su cui si basa la road map per il post protocollo di Kyoto: «E’ importante notare che anche se all´inizio la variabilità del clima maschera gli effetti causati dall´uomo, a lungo termine la nostra curva e quella dell´Ipcc si ricongiungono e questo conferma la bontà delle loro previsioni».

Il noto metereologo Luca Lombroso (Nella foto) dice a Greenreport che quelle che si sono lette su molti giornali italiani «Sono male interpretazioni tipiche del nostro Paese. L’informazione sui temi scientifici in Italia è sempre peggio. Per quel che ho potuto leggere sull’articolo di Nature, la temperatura salirebbe di 0,1 gradi invece che di 0,2, anche se questo fosse vero, sarebbe come avere la febbre a 39 invece che a 40. Il processo di riscaldamento globale c’è e resta: anche se in Italia il marzo 2008 è stato forse più fresco che negli anni passati, a livello mondiale è stato il secondo mese di marzo più caldo in assoluto da quando si hanno i dati delle temperature».

Eppure molti giornali prendono spunto dall’articolo di Nature per dire che il pericolo global warming non c’è più, eppure arrivare al 2020, in termini di tempi del pianeta, è un battito di ciglia. Perché succede questo?
«Il problema riguarda l’informazione in Italia – dice Lombroso – ed il fatto che l’Italia è l’unico Paese al mondo dove il riscaldamento globale è diventato una questione di interpretazione e convenienza politica, mentre negli altri Paesi è un fatto dato per scontato, condiviso da tutte le forze politiche. Ormai le elezioni sono passate e lo si può anche dire: da noi la destra lo nega e la sinistra dice che esiste… ma il riscaldamento del pianeta non è né di destra né di sinistra, è in pieno svolgimento. C’è molta malafede che si riassume in titoli di giornali che semplificano studi complessi, non solo sul Giornale. Anche Repubblica che è attenta ai temi ambientali titolava: Rallenta il riscaldamento globale "Temperatura ferma fino al 2020" , e solo alla fine avvertiva che “Gli stessi ricercatori insistono, però, sul fatto che i dati non devono far "rilassare" i governi alle prese con misure per mitigare l´effetto dell´uomo sul clima”».

Una situazione preoccupante e che richiederebbe un’informazione meno sensazionalistica e politicizzata? «Io vedo che non abbiamo più speranze, andiamo verso una catastrofe e l’uomo ne pagherà un conto sempre più salato».

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