[23/05/2008] Energia

Nel mondo l’eolico supera il nucleare, ma in Italia le energie rinnovabili combattono con la burocrazia

LIVORNO. Mentre arriva la conferma che nel mondo l’energia prodotta dal vento ha superato quella prodotta dalle centrali nucleari (20 mila megawatt di eolico contro 1,9 megawatt di energia atomica), in Italia, Paese del vento e del sole, si ritira fuori il nucleare dell’ammuffito baule dove l’aveva riposto più di 20 anni fa un referendum popolare e si ostacolano in ogni maniera gli impianti eolici e solari che anche la nucleare Francia mette in piedi in gran numero.

Una situazione che non piace affatto ad Anev, Aper, Assolterm, Gifi; Ises Italia e Itabia che proprio alla vigilia delle dichiarazioni nucleariste di Scajola hanno preso carta e penna per scrivere al governo per sottolineare le difficoltà che incontrano nel nostro Paese i settori dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. «In tali settori – scrivono i produttori di energia rinnovabile - l’Italia è tenuta da un lato a dare attuazione agli impegni assunti a livello europeo nel quadro di quanto stabilito dal protocollo di Kyoto, dove si registrano gravi ritardi, dall’altro a operare per la tempestiva definizione degli obiettivi da conseguire entro il 2020, in parallelo predisponendo gli strumenti per consentirne, una volta definiti, la tempestiva attuazione. Un Piano Rinnovabili 2020 consentirebbe entro sei mesi di fornire tutti gli elementi necessari alla individuazione di problematiche esistenti, alla indicazione delle soluzioni più adeguate e alla rapida attivazione delle soluzioni da attuare garantendo efficacia di costi, benefici e risultati».

Le associazioni riconoscono che nelle ultime due legislature si è realizzato un quadro di riferimento sufficientemente organico, «che non va stravolto, ma attentamente monitorato in modo da essere in grado di predisporre per tempo gli eventuali adeguamenti in corso d’opera». Per questo chiedono la redazione di un Testo unico delle rinnovabili che recepisca la nuova Direttiva europea in via di definizione, per avere più facilmente accesso alle procedure ed alle normative e semplificare i meccanismi autorizzativi e le procedure operative.

Per le associazioni è urgente «dare piena attuazione a quanto previsto dalle leggi 222/07 e 244/07 con l’immediata emanazione dei decreti attuativi, già in ritardo rispetto alle scadenze previste, nonché altri provvedimenti a vario titolo necessari per la soluzione dei alcune criticità, e precisamente: Decreto di ripartizione dell’obiettivo nazionale tra le regioni; Decreto per l’autorizzazione unica nazionale con partecipazione dei soli soggetti interessati; Decreto di transizione meccanismo dei Cv (Certificati verdi, ndr) pre e post finanziaria; Decreto per le Biomasse (filiera); Provvedimento attuativo delle procedure tecniche di riacquisto dei Cv invenduti annualmente; Provvedimento attuativo relativo al calcolo del valore di riacquisto dei Cv; Modifica della normativa di funzionamento della Borsa dei Cv per maggiore trasparenza e liquidità; Decreto per lo scambio sul posto fino a 200 kW; Decreto per la definizione di regole certe e non discriminatorie dei soggetti sottoposti all’assolvimento dell’obbligo di immissione dei Cv (import ed esenzioni); Modalità di copertura del conto energia introdotto dalla L. 244/07 nella componente A3; Introduzione di un meccanismo di rivalutazione automatico sulla base dei valori Istat valore dei Cv (180 €/MWh); Introduzione del principio del silenzio assenso e potere sostitutivo; Definizione dell’iter autorizzativo specifico per impianti Off-Shore; Eliminazione delle criticità normative in tema di autorizzazione; Individuazione di sanzioni per i ritardi di connessione alla Rete; Individuazione di sanzioni per gli inadempimenti dell’obbligo di CV; Emanazione da parte del Mse (Ministero dello sviluppo economico ndr) di specifiche linee di indirizzo per lo sviluppo della Rete in linea con gli obiettivi da Fr (Fonti rinnovabili ndr)».

Le aziende dell’energia rinnovabile aspettano ancora la piena attuazione della legge 244/07 per quanto riguarda il burden sharing fra le Regioni, «condizione necessaria per rimuovere almeno in parte gli ostacoli che si frappongono al dispiegamento di tutte le potenzialità di sviluppo delle rinnovabili. Nella stessa logica va presa in esame l’opportunità di una riforma dell’articolo 117 della Costituzione in merito alla ripartizione dei compiti fra potere centrale e regioni».

Per la Direttiva sulle rinnovabili, occorrerebbe anche completare e rafforzare il quadro normativo per la promozione dell´utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di calore e freddo e per i trasporti, le 6 associazioni di categoria ritengono necessario: «incentivare, anche con bonus fiscali e finanziamenti pubblici l’uso termico delle biomasse; predisporre un piano di approvvigionamento e uso dei biocarburanti compatibile con la realtà territoriale nazionale; pubblicare al più presto i Decreti attuativi del D. Lgs. 311/06 per rendere effettivo e applicabile l´obbligo da questo introdotto di utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di acqua calda sanitaria nel caso di edifici di nuova costruzione o di ristrutturazioni; promuovere a livello nazionale, secondo il dettato della Direttiva stessa, la semplificazione amministrativa per l´installazione di pannelli solari termici in aree non vincolate, e la standardizzazione dell´iter burocratico nelle aree vincolate; promuovere percorsi formativi di qualità che portino alla creazione di una categoria professionale qualificata di “installatori solaristi”».
I produttori di energia rinnovabile ricordano che studi prodotti da Confindustria e Greenpeace concordano sul fatto che l’incremento dell’efficienza energetica ha enormi potenzialità e chiedono che «il rafforzamento degli obiettivi previsti dai decreti del 2004 sia accompagnato da più organici interventi normativi nel solco di quanto già previsto dalla legge 244/07 per i sistemi di illuminazione, gli elettrodomestici, i motori industriali».
Ma perché le risorse finanziarie che esistono per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili diano il massimo ritorno anche in termini economici e sociali, occorre integrarle con analoghe politiche che promuovano la ricerca scientifica e lo sviluppo di specifiche attività produttive. «Qui il ritardo è grave e va pertanto superato in tempi molto breve, mediante: a) il varo di un piano nazionale di R & S dotato di sufficienti risorse finanziarie, stabili nel tempo; b) la sollecita implementazione del bando Efficienza Energetica del progetto Industria 2015; c) lo studio di specifiche soluzioni tecniche per consentire il raggiungimento degli obiettivi minimi, anche per il tramite di applicazioni di diverse fonti rinnovabili integrate in unico sito, o procedure semplificate per la realizzazione di specifici obiettivi».

La lettera si chiude con la richiesta di una «garantita una continuativa, estesa e penetrante azione informativa rivolta all’insieme della popolazione, a partire dalle scuole di tutti gli ordini e gradi, per la quale le organizzazioni firmatarie del presente documento si dichiarano pronte a contribuire con tutte le risorse che sono in grado di mettere in campo» e con la «volontà di collaborare con il nuovo governo e con il nuovo Parlamento per la realizzazione di un sistema energetico meno dipendente dalla importazione di combustibili fossili e più rispettoso dell’ambiente». Il rilancio del nucleare non va certo in questa direzione, e di fatto mette in secondo piano gli investimenti statali nelle fonti rinnovabili.

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