[06/06/2008] Comunicati

Tutti in "Marcia per il clima": gli obiettivi

LIVORNO. Domani a Milano sfileranno in corteo contro la febbre del pianeta, da dopodomani lavoreranno assieme in maniera permanente per fare in modo che l’obiettivo si realizzi. Un cartello salva-clima formato da 55 sigle diverse, che vanno dagli ambientalisti (Legambiente, Wwf, Lipu, Ambiente e lavoro, tanto per fare qualche esempio) ai consumatori (tra cui Mdc e Federconsumatori) agli agricoltori (tra gli altri Cia, Coldiretti, Aiab) ai sindacati (Cgil, Cisl e Uil). Poi la tavola della pace, l’Arci, l’Acli, l’Unione degli studenti, i Medici per l’ambiente. E anche molti artisti, da quelli che si esibiranno sul palco a chiusura della manifestazione a quelli che saranno a Milano con il cuore: Elisa, Carmen Consoli, Caparezza, Max Gazzè, Bandabardò fra gli altri.

La più grande alleanza per il clima che si sia registrata sino ad ora a livello europeo: tante sigle, tante rappresentanze con un unico obiettivo e una carta d’impegni comune per «portare avanti insieme un lavoro di chiarimento, di approfondimento e di ulteriore elaborazione» su 12 punti «per poter arrivare nelle prossime settimane a mettere a punto un vero e proprio programma di lavoro condiviso», come si legge nel documento che domani sarà letto a Milano.

Al primo punto il negoziato internazionale per il clima previsto per il 2009, per ottenere gli obiettivi che si è data l’Unione europea di impegno unilaterale e poter chiedere, quindi, impegni vincolanti a tutti gli Stati ad economia avanzata, inclusi gli Stati Uniti, e un contributo da parte dei paesi in via di rapido sviluppo, a contenere le emissioni di anidride carbonica. Pertanto la decisone vincolante assunta dall’Europa in maniera unilaterale, indipendentemente dall’esito del negoziato internazionale, è il punto di riferimento cui partire.

Si chiede poi che, a partire da quest’anno, la legge finanziaria sia pensata e progettata ponendosi come obiettivo che il complesso delle politiche sia finalizzato al raggiungimento di obiettivi annuali e quantitativi precisi nel percorso previsto per l’Italia dalla strategia europea. Quindi un modello energetico che faccia proprie misure di efficienza energetica, che incentivi il modello distribuito e quindi la democrazia energetica e che spinga sulle rinnovabili, mentre la scelta per la transizione dovrà garantire l’uso sempre più efficiente dei combustibili e sviluppare il gas e la cogenerazione in tutti i settori. Mentre l’opzione nucleare rilanciata dal governo Berlusconi, viene definita «ideologica e non basata sulla realtà dei fatti».

Tra gli impegni di lavoro comune si parla poi di edilizia e territorio, con l’obiettivo di arrestare la dispersione delle residenze, centri di produzione, servizio e commercializzazione, che determina consumo di suolo e alta domanda di mobilità e mette a rischio «relazioni di prossimità, servizi, lavoro, che qualificano la coesione comunitaria, radicata nei nostri piccoli e grandi centri urbani».

La priorità per la mobilità deve essere quella di investire in infrastrutturazioni su rotaia, per migliorare la mobilità urbana, a partire da quella dei pendolari. Ridurre e scoraggiare il traffico privato, favorendo il trasporto pubblico e la mobilità leggera. Per questo la richiesta è che le regioni siano responsabilizzate con obiettivi precisi di riduzione delle emissioni di Co2 dei trasporti e che, quindi, siano ridefinite le priorità infrastrutturali previste dal governo.

Gli altri punti riguardano il sistema produttivo, cui si chiede di rinnovare i processi, i prodotti e le politiche di marketing verso prodotti a basso consumo e a basse emissioni, l’agricoltura cui si riconosce il contributo positivo che può portare alla battaglia contro i mutamenti climatici, la risorsa mare e i territori costieri su cui si punta ad attuare e rafforzare le politiche ambientali di tutela e salvaguardia e per una gestione razionale e durevole delle risorse biologiche, e misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici per la tutela della biodiversità (non solo marina) con il potenziamento e la valorizzazione delle aree protette. Infine (ma non come corollario) si chiede che la lotta per contrastare i cambiamenti climatici diventi un potente fattore di sviluppo delle politiche di cooperazione, un volano per incrementare la sovranità alimentare e la democrazia energetica, per realizzare una sostanziale politica di interdipendenza.

E per dare il buon esempio, come cittadini e come associazioni alleate nel comitato promotore “In marcia per il clima”, saranno da domani stesso messe in campo iniziative e impegni concreti che vadano nella direzione giusta per fermare la febbre del pianeta.. Ogni cittadino può farlo, sottoscrivendo 6 impegni concreti di riduzione sul sito, o segnalando quello che già sta facendo per tagliare le emissioni di Co2 sul sito www. stopthefever.org, dove si possono leggere anche gli appuntamenti della marcia di Milano.

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