[28/07/2008] Aria

Sforamenti di Pm10? Ecco cosa un singolo cittadino Ue può pretendere

LIVORNO. In caso di rischio di superamento dei valori massimi o delle soglie di allarme di particelle fini (Pm10), un singolo cittadino della Comunità europea può pretendere dalle competenti autorità nazionali, in forza del diritto comunitario, la predisposizione di un piano d’azione. Perché la direttiva comunitaria impone agli Stati membri un chiaro obbligo non solo di predisporre piani di azione (sia in caso di rischio di superamento dei valori massimi, sia in caso di rischio di superamento delle soglie di allarme) ma anche di adottare, a breve termine, le misure idonee a ridurre al minimo il rischio di superamento e di adottare le misure idonee per tornare gradualmente ad un livello inferiore dei valori.

A dirlo è la Corte di giustizia europea che con sentenza di oggi risponde alla domanda posta dal Bundesverwaltungsgericht (Corte federale amministrativa tedesca). E’ il signor Janecek, residente lungo la Landshuter Allee, sulla circonvallazione interna di Monaco di Baviera che in pratica solleva la questione. La stazione di controllo della qualità dell’aria a circa 900 metri a nord della Landshuter Allee dimostrava infatti, che, nel corso del 2005 e del 2006, il valore massimo per le emissioni di Pm10 veniva superato ben più di 35 volte, ossia il numero massimo autorizzato dalla legge tedesca sulla lotta all’inquinamento.

Dunque il cittadino chiese che fosse ordinato allo Stato di Baviera (Freistaat Bayern) di predisporre un piano di azione per la qualità dell’aria nel settore della Landshuter Allee,. Ma il suo ricorso venne respinto in primo grado. La palla dunque passò al Verwaltungsgerichtshof (Tribunale amministrativo di secondo grado) che giudicò: i residenti interessati possono pretendere dalle autorità competenti la predisposizione di un piano di azione, ma non possono chiedere che quest’ultimo contenga le misure idonee a garantire l’osservanza a breve termine dei valori massimi di emissione.

Così il cittadino di monaco si rivolse alla Corte federale che a sua volta coinvolse la Corte di giustizia. La direttiva comunitaria in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente (96/62/CE) infatti, enuncia l’obbligo della elaborazione dei piani d’azione e della loro attuazione per ridurre il rischio e limitare la durata del superamento dei valori o delle soglie di rischio.

Del resto l’obiettivo generale della direttiva è quello di definire i principi di base di una strategia comune volta a definire e stabilire obiettivi di qualità dell’ “aria ambiente” nella Comunità europea al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso. Ma volta anche a valutare la qualità dell’aria negli Stati membri in base a metodi e criteri comuni; a disporre di informazioni adeguate sulla qualità dell’aria e far sì che siano rese pubbliche, a mantenere la qualità dell’aria, laddove è buona e migliorarla negli altri casi. In Italia 8mila il numero dei decessi che ogni anno sono legati a incrementi di Pm10 sopra il limite di 20mcg/mc, un numero che corrisponde a circa il “nove per cento della mortalità totale”

A Firenze (dove presidente della Regione Toscana Claudio Martini e il sindaco di Firenze Leonardo Domenici insieme ad altri 12 amministratori locali dell’area fiorentina sono stati rinviati a giudizio per l’inchiesta per lo sforamento dei limiti delle polveri fini nei propri territori) il numero dei decessi si attesta su circa “250 all’anno per gli effetti a lungo termine delle Pm10” (malattie cardiorespiratorie e neoplastiche). Per gli effetti a breve termine, quelli cioè che si verificano nel giro di pochi giorni dal picco di inquinamento, i decessi si attestano tra 28 e 30.

Migliorare la qualità dell’aria quindi significa anche evitare malattie, migliorare la qualità dei nostri polmoni e del nostro cuore. Il tema dell’inquinamento dell’aria da Pm10 è un tema che riguarda tutti e a cui a pieno titolo tutti possono e devono dare il proprio contributo. Ed inoltre é una materia che investe vari ambiti: sanità, mobilità, interventi infrastrutturali e che necessità investimenti e incentivi su ferrovie, tramvie e servizi pubblici. Serve, quindi, una politica che orienti la mobilità verso la sostenibilità e non si limiti solo a far rispettare alla lettera le disposizioni della normativa nazionale, regionale o dei regolamenti comunali in materia, perché questo non è sufficiente.

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