[11/08/2008] Trasporti

Ecopass milanese, congestion charge londinese e traduzioni infedeli

LIVORNO. Milano guarda Londra e, dopo il rapporto sul funzionamento della Congestion Charge, sembra trovare meno argomenti per sostenere il suo eco-pass. Ma cosa è successo? Che nella capitale inglese è stata pubblicata appunto l’ultima relazione del Transport for London, la quale segnala due notizie interessanti: la diminuzione sul totale di automobili che entrano ogni giorno nella “zona rossa” pari a 100mila dal 2003 ad oggi; la sostanziale invarianza dei tempi di percorrenza delle strade della City durante l’ora di punta.

Leggendo il rapporto la gran parte dei media inglesi ha sentenziato che questi due dati incrociati - diminuzione di 100mila auto dall’anno dell’introduzione del pedaggio e non riduzione degli ingorghi - equivale al flop dell’iniziativa. Così il Corriere della Sera, senza citare la fonte che noi crediamo essere il Telegraph, ha pubblicato un articolo sul rapporto domenica nelle pagine nazionali e poi oggi ha replicato in cronaca di Milano mettendo un po’ di pepe nella discussione già in atto circa un referendum sull’Ecopass. Il titolo è “A Londra è stato un flop” anche se poi nel pezzo quasi tutti quelli che parlano, dagli assessori ai politici, non sembrano poi così contrari al ticket e presentano pure dati che dimostrano quanto a Milano stia avendo risultati.

Che greenreport sia favorevole all’ecopass a patto che, come sta succedendo a Milano, le entrare siano interamente reinvestite nel trasporto pubblico, lo abbiamo già detto e poi non conta granché, mentre ci pare interessante fare alcune osservazioni sia nel merito che nel metodo della diffusione di questo rapporto e dei suoi risultati.

Innanzitutto ci domandiamo: se nonostante le 100mila auto in meno gli ingorghi non sono diminuiti che cosa sarebbe accaduto se quelle macchine fossero state ancora per strada? La risposta l’ha già data peraltro Malcom Murray-Clarke di Trasport for London sul Telegraph: «Without the congestion charge the traffic problems in London would be much worse. However, as a result of other interventions such as utility and construction works, the reduction in road space has had a detrimental impact on congestion levels and is slowing traffic down». Ovvero: «senza la congestion charge i problemi del traffico a Londra sarebbero stati molto peggio». Ma il Corsera questa frase l´ha "dimenticata", pur riportando quella successiva che spiega ancora meglio i motivi della non riduzione del traffic james, gli ingorghi appunto, dal suo tutt’altro che trascurabile punto di vista: «A seguito di altri interventi quali opere di costruzione, la riduzione dello spazio stradale ha avuto un impatto negativo sui livelli di congestione e sta rallentando il traffico verso il basso».

In Italia sappiamo bene cosa significano i lavori sulle strade e che tipo di rallentamenti provochino e quindi ci pare un argomento non secondario e che se avallato dai numeri piuttosto dirimente. Lo stesso vale per i dati sulla diminuzione dei gas inquinanti: certo i numeri non sono da capogiro ma –6% di biossido d’azoto; -7% di Pm10; -1% di C02 segnalano un trend, dal punto di vista ambientale, positivo.

Lo stesso sindaco Boris Johnson ha detto che, pur considerano la congestion charge «un’arma poco efficace», ha avuto «successo nella riduzione del traffico in entrata nel Londra, ma di per sé non ha risolto il problema della congestione», ma poi ha aggiunto «varie opere e lavori in corso nella capitale hanno eroso il suo impatto». Non è dunque vero, come sostiene il Corsera, che la tesi di Murray «non piace al nuovo sindaco Boris Johnson».

Da osservare infine che le entrare annuali della tassa sono pari a 268 milioni di sterline e i profitti, al netto dei costi ovviamente, è di 137 milioni che sono stati reinvestiti in autobus, metropolitane e strade. Sarebbe interessante sapere se e di quanto sono diminuiti gli incidenti nel centro grazie a quelle 100mila auto in meno, costi sociali anche questi da considerare.

Il punto, dunque, come qualcuno ha detto pure a Milano, ci pare quello di migliorare questo ecopass magari chiudendo proprio alcune aree delle città, perché demolire questa iniziativa sarebbe un colpo mortale su tutte quelle politiche virtuoso che stanno portando città importanti quali Parigi a spingere forte sul bikesharing ad esempio e così pure Firenze e altri grandi e piccoli centri che hanno scelto di investire nella mobilità sostenibile.

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