[18/08/2008] Rifiuti

Capossela, discariche e grandi buchi

LIVORNO. “Ovunque proteggi” è il titolo di una canzone di Vinicio Capossela e una raccomandazione che il cantautore ha deciso questa sera - con un concerto organizzato ad Andretta - di mettere in pratica nei confronti del territorio irpino individuato come uno dei siti di discarica per la Campania. Ad Andretta, altipiano dell’Alta Irpinia, dove Capossela ha le origini paterne e materne, verrà infatti realizzata una delle discariche individuate dal decreto legge per l’emergenza Campania, già nella lista nella precedente fase di gestione dell’emergenza da parte di Bertolaso. Il “grande buco” lo chiamano, perché è previsto che dovrà accogliere 2 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti da diverse parte della Campania.

«Ma una volta fatto il buco - ci ha detto Michele Buonuomo, presidente di Legambiente Campania - è un passaggio assai facile che l’autorizzazione venga concessa per altre e maggiori volumetrie. Questo vale per Andretta come per le altre discariche».

Legambiente, che ha un suo circolo a Calitri, paese che ha dato i natali al padre di Capossela è tra gli organizzatori del concerto di Capossela che si terrà stasera ad Andretta, perché sostiene - «è ora di mettere freno alla gestione dei rifiuti basata sulle discariche» come ci ha riferito Buonuomo.

Ma è questa discarica in particolare che non va bene?
«Le discariche vanno limitate al minimo indispensabile e rese contestuali a tutto il resto delle fasi del ciclo. Dalla raccolta differenziata agli impianti a sostegno del riciclo dei materiali che da questa originano. Ma non è quello che sta succedendo in Campania. C’è poi da dire che quella di Andretta è una zona di grande importanza agricola, uno dei serbatoi di frumento non solo per la Campania. E’ un controsenso pensare di realizzarci una discarica, sapendo per esperienza che i volumi già consistenti previsti potrebbero facilmente moltiplicarsi».

E per l’emergenza allora cosa si dovrebbe fare?
«Non frenare e creare difficoltà ai comuni che si stanno muovendo bene con le raccolte differenziate, e anzi aiutarli a non smettere. Le grandi discariche servono per fronteggiare semmai la crisi acuta ma poi se non si interviene in altri anelli della gestione siamo a punto e a capo».

Si spieghi meglio
«I comuni che adesso fanno la raccolta secco umido stanno sostenendo costi per avviare a compostaggio la parte umida dai 200 a 240 euro a tonnellata, mentre per avviare il rifiuto tal quale a discarica ne pagano 90. Già questo è un disincentivo a continuare e se la logica è quella di continuare a fare discariche sempre più grandi, non si va certo nella direzione giusta. C’è poi da sottolineare il fatto che anche gli impianti che ci sono in grado di selezionare il multimateriale, hanno problemi burocratici per aumentare la capacità autorizzata. Ci sono ad esempio impianti che hanno una capacità di lavorare 100mila tonnellate/anno di materiali secchi da raccolta differenziata e hanno l’autorizzazione per 40mila tonnellate e inciampano in cavilli burocratici per ampliarla. Questo naturalmente mette in ulteriore crisi i comuni che spingono sulla differenziazione, perché sono costretti a collocare fuori regione i materiali che ne risultano con costi improponibili. Non si fa una gestione corretta dei rifiuti puntando solo su discariche e inceneritori. Dieci discariche e quattro inceneritori previsti per la Campania sono troppi per pensare di poter ottenere una gestione virtuosa. Si rischia di perdere anche quelle realtà che stanno invece lavorando nella giusta direzione».

Quindi ben venga Capossela?
«Credo che sia positiva questa sua presa di posizione. Perché se è vero che non si cambiano le cose con le canzoni, l’attenzione dei personaggi dello spettacolo sulle questioni che riguardano determinati territori credo possa essere utile per richiamare l’attenzione ai problemi che quei territori riguardano anche da parte di chi li abita».

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