[30/09/2008] Energia

Iea: la rivoluzione energetica la faranno le rinnovabili non il nucleare

LIVORNO. Dalla International energy agency (Iea) vengono non poche perplessità verso il rinascimento nucleare italiano annunciato dal ministro Scajola all´Italian energy summit 2008 organizzato dal Sole 24 Ore. Secondo Paolo Frankl, il direttore del dipartimento energie rinnovabili dell´Iea, che ieri a Berlino ha presentato lo studio "Deploying Renewables: Principles for Effective Policies", il piano del governo italiano sarebbe «anche condivisibile», per diversificare le fonti energetiche, «Però vediamo con estrema preoccupazione la reale implementazione di questo progetto, per tutta una serie di barriere amministrative e di accettazione sociale. Un conto è continuare a utilizzare le centrali nucleari laddove ci sono, un conto è ripartire da zero come per l´Italia».

Secondo Frankl e l´Iea dal governo italiano dovrebbero venire prima di tutto «degli annunci chiari in termini di efficienza energetica», mentre invece l´Italia è in netto ritardo sulle energie rinnovabili. La pessima performance energetica italiana e le sue illusioni nucleari vengono fuori anche dal rapporto Iea che evidenzia che «quasi il 50% delle forniture mondiali di energia elettrica dovrà provenire da fonti di energia rinnovabili, se vogliamo dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2050, per ridurre al minimo significativi e irreversibili effetti del cambiamento climatico. Questa è una grande sfida e una parte di quella rivoluzione energetica che dobbiamo realizzare. Raggiungere questi obiettivi molto ambiziosi richiederà un impegno politico senza precedenti e di una politica efficace di progettazione e attuazione».

La deriva nuclearista italiana sembra ignorare i termini di una questione posta con tanta chiarezza. Nobuo Tanaka, direttore dell´Iea, ha detto che «Solo un limitato numero di Paesi ha attuato efficaci politiche di sostegno alle energie rinnovabili e c´è un largo potenziale di miglioramento. Negli ultimi anni, diversi Paesi hanno fatto importanti progressi nel promuovere le energie rinnovabili, con il risultato di espandere notevolmente il mercato delle energie rinnovabili. Tuttavia, molto di più può e deve essere fatto a livello mondiale, in tutti gli Stati membri dell´Ocse, nelle grandi economie emergenti e in altri Paesi, per affrontare l´urgente necessità di trasformare la nostra attuale energia insostenibile in un futuro energetico pulito».

Con "Deploying Renewables: Principles for Effective Policies" l´Iea effettua per la prima volta un´analisi comparativa dell´efficacia delle varie politiche di promozione delle energie rinnovabili nel mondo. Lo studio comprende i Paesi dell´Ocse e Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, e riguarda tre filoni principali: produzione di energia elettrica, riscaldamento e trasporti. Questi 35 Paesi, nel 2005 rappresentavano l´80% del totale della produzione commerciale di elettricità da energia rinnovabile, il 77% del riscaldamento/raffreddamento da fonti rinnovabili (escluso l´uso della biomassa tradizionale) ed il 98% della produzione di bio-carburanti o altri combustibili per i trasporti rinnovabili. e il 98% di fonti rinnovabili di produzione di carburante per i trasporti.

Il rapporto dimostra che ci sono ancora notevoli barriere che ostacolano una rapida espansione ed aumentano i costi delle energie rinnovabili. Secondo Tanaka se le barriere politiche venissero rimosse «Si poterebbe consentire al grande potenziale delle risorse energetiche rinnovabili di essere sfruttato molto più rapidamente e in misura molto maggiore. I governi devono fare di più. Non è sufficiente fissare il carbon price. Per attuare un´efficace transizione verso l´integrazione delle rinnovabili nel mercato di massa, le politiche per le energie rinnovabili dovrebbero essere concepite attraverso una serie di principi fondamentali, inseriti e praticabili in un quadro politico trasparente e stabile ed implementate con un approccio integrato».

Secondo lo studio le politiche per le rinnovabili devono riflettere cinque principi fondamentali: La rimozione di ostacoli economici, amministrativi, di accesso alla rete, una progettazione energetica "povera", la mancanza di informazione e formazione, e la mancata accettazione sociale ("not in my backyard" - Nimby), con l´intento di superarli e di migliorare le politiche di mercato e di messa in opera; La necessità di un quadro di sostegno prevedibile e trasparente per attrarre investimenti; L´introduzione di incentivi transitori, che calino nel corso del tempo, di promuovere e monitorare l´innovazione tecnologica e spostarsi rapidamente verso tecnologie più competitive sul mercato; Lo sviluppo e l´attuazione di incentivi adeguati a garantire un determinato livello di sostegno a diverse tecnologie in base al loro grado di maturità tecnologica, al fine di sfruttare nel tempo il considerevole potenziale del grande paniere di tecnologie di energia rinnovabile; La necessaria considerazione dell´impatto su larga scala della penetrazione delle tecnologie delle energie rinnovabili nel sistema energetico globale, in particolare nei mercati liberi dell´energia, con attenzione al costo complessivo dell´efficienza energetica e all´affidabilità del sistema.

«II governi devono adottare misure urgenti - ha detto Tanaka - Noi li incoraggiamo a sviluppare e progettare attentamente appropriati quadri di riferimento politici, pensati per supportare le tecnologie nelle loro diverse fasi di maturità, ed eventualmente a applicare adeguati incentivi, come il carbon price per le energie rinnovabili più mature. Lo spostamento di un forte portafoglio di tecnologie per le energie rinnovabili verso la piena integrazione nei mercati è uno dei principali elementi necessari per far in modo che accada la rivoluzione tecnologica energetica».

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