[10/12/2008] Consumo

Cnr: La bollitura in parte svilisce le caratteristiche d´eccellenza del latte crudo

FIRENZE. Continuiamo il nostro approfondimento sulla distribuzione e consumo di latte crudo alla spina e sui potenziali collegamenti rispetto ai casi di infezione renale (9 in due anni) che si sono registrati nei bambini. Abbiamo sentito Roberta Lodi del Cnr Ispa di Milano che da molti anni si occupa delle problematiche inerenti il latte, che in particolare ci parla della situazione in Lombardia.

Dottoressa, ritiene sufficienti le misure previste nella normativa in vigore per garantire la sicurezza igienica dell´alimento e quindi la salute di chi lo consuma?
«E´ dal 2004 che in Regione Lombardia si eseguono controlli a tappeto sul latte crudo venduto direttamente in azienda dall´allevatore. Prima di arrivare alla definizione dei parametri analitici attualmente previsti in Lombardia tutti coloro che intendevano intraprendere questa attività sono stati ripetutamente controllati. Il Servizio Veterinario della Regione, l´Istituto Zooprofilattico di Brescia ed un progetto ad hoc finanziato dalla Regione Lombardia al CNR ISPA (ero la responsabile del progetto) in associazione con l´Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, hanno eseguito una quantità enorme di analisi e verificato che la qualità igienico-sanitaria era sempre ottimale. In particolare sono state anche valutate le prestazioni delle diverse macchine erogatrici. Tutti i responsabili di tali attività sono in continuo contatto, pronti eventualmente ad intervenire. Il Dott. Mario Astuti, direttore del Servizio Veterinario della Regione Lombardia, ha tutto il materiale che occorre per dimostrare come l´attenzione a questo problema non sia mai venuta a meno».

Rispetto ai casi di infezioni registrati, anche se il collegamento con l’ingestione di latte crudo e con il batterio Escherichia coli O157 deve essere ancora definitivamente dimostrata, cosa può essere "sfuggito" nella filiera dei controlli? La contaminazione potrebbe derivare dal consumo di altri alimenti o è da escludere?
«Non so in quale Regione si siano verificati tali casi, si può comunque dire che la contaminazione potrebbe benissimo derivare dal consumo di altri alimenti, così come per i casi registrati prima del 2004 (anno di "avvento" della cosiddetta moda del latte crudo!) in tutta Italia. Non conoscendo il tipo di intervento attuato in altre Regioni, si può ipotizzare che effettivamente i controlli sui diversi allevamenti non sia stato così sistematico come previsto».

Il sottosegretario alla salute ha dichiarato che è necessario bollire il latte crudo prima del consumo. Se il latte si dovesse bollire obbligatoriamente non pensa che tanto valga consumare latte fresco pastorizzato magari ad Alta qualità?
«Reputo che le caratteristiche di eccellenza del latte crudo siano in parte svilite dalla bollitura. E´ certo che il latte pastorizzato di alta qualità è meglio di un latte bollito, magari non in modo corretto. A tal fine il Consorzio Tutela Latte Crudo ha preparato un Comunicato dal titolo “Obbedisco”da affiggere nei punti vendita in cui si tranquillizzano i consumatori invitando a consumare il latte crudo previa bollitura, ma contemporaneamente vengono forniti i “numeri” del lavoro svolto fino ad oggi, e viene denunciato l’attacco al settore».

In generale cosa pensa di questa modalità di distribuzione? Può avere futuro in Italia?
«Io ho creduto e credo tuttora che gli allevatori che hanno intrapreso questa attività sin dall´inizio erano e sono in buona fede, credono in quello che fanno e conoscono perfettamente gli aspetti positivi e negativi di questa nuova "filiera corta". Il rischio è legato a coloro che vedono in questa attività una forma veloce di guadagno e forse non si fanno troppi scrupoli, così come fanno al contrario i veri fautori di tale vendita».

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