[16/01/2009] Rifiuti

E´ nato il Centro di coordinamento pile ed accumulatori

LIVORNO. Dal 1° gennaio anche in Italia è partita la raccolta differenziata di pile e di accumulatori non piombosi: oltre alle batterie per veicoli ora saranno raccolte e riciclate anche quelle per l´elettronica di consumo e gli elettroutensili. E’ l’effetto del decreto legislativo n. 188 del 20/11/2008, che ha recepito la direttiva europea 2006/ 66/CE sulla produzione e il riciclo di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/CEE.

Diventano infatti obbligatori su tutto il territorio nazionale la raccolta differenziata, il riciclaggio e il trattamento di tutte le batterie e pile utilizzate in qualsiasi strumento che utilizzi questo tipo di generatori di elettricità per il proprio funzionamento. Una quota stimata pari a circa 40.000 tonnellate l’anno di pile e accumulatori non piombosi, i quali, una volta esaurita definitivamente la propria carica, se dispersi nell´ambiente, diventano rifiuti potenzialmente inquinanti e pericolosi per la nostra salute, date le sostanze che contengono.

A differenza delle batterie al piombo, utilizzate per i veicoli, per cui vigeva l’obbligo di raccolta differenziata, tutte le altre pile potevano, sino ad ora, essere gettate tra i rifiuti indifferenziati. Dato che a differenza delle batterie per le auto, che perlopiù vengono sostituite dagli elettrauto (anche se non è affatto raro continuare a trovarle ai piedi dei cassonetti o lungo gli argini dei fiumi!) per le pile e i piccoli accumulatori, raramente è necessario ricorrere ai centri di assistenza per la loro sostituzione, per cui il fatto che venissero raccolte in maniera differenziata per avviarle a trattamento specifico anziché direttamente allo smaltimento, era davvero una particolarità.

Il Decreto legislativo 188/08 introduce il principio (ormai diffuso nella normativa comunitaria) che i costi di raccolta e riciclo vengano posti a carico dei produttori di pile e accumulatori, che dovranno organizzarsi in Consorzi o Sistemi collettivi e che ha portato, di fatto, all’abolizione del consorzio obbligatorio (Cobat) che sino ad oggi esisteva e che aveva il compito di raccogliere e avviare a trattamento le batterie al piombo.

Il Decreto ha infatti previsto la costituzione di un Centro di coordinamento pile ed accumulatori (Cdcpa) che avrà il compito di garantire l´efficacia e l´efficienza dell´intero sistema. Il Cdcpa ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio, non ha fini di lucro, e avrà il compito di ottimizzare le attività dei sistemi collettivi dei produttori di pile ed accumulatori per incrementare costantemente le percentuali di raccolta e di riciclo di pile e accumulatori a fine vita; dovrà dare inoltre garanzia dell´obiettivo primario di tutela ambientale, salvaguardando l´economicità del servizio per tutti i soggetti coinvolti, dai cittadini, agli operatori ecologici, dalle imprese alle istituzioni tutte.

Molti i compiti del Cdpa: dovrà organizzare un sistema capillare di raccolta di pile e accumulatori esauriti che copra in modo omogeneo l´intero territorio nazionale; assicurare il monitoraggio e la rendicontazione dei dati relativi alla raccolta ed al riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori e trasmetterlo all´Ispra; agevolare e sostenere attività tali da consentire ai consumatori finali di disfarsi di pile e accumulatori a fine vita gratuitamente e senza obbligo di acquistarne nuove; organizzare ed effettuare adeguate campagne di informazione e sensibilizzazione; favorire ed incentivare la ricerca e lo sviluppo per una progettazione e fabbricazione di pile ed accumulatori improntante ad una sempre maggiore efficienza ambientale.

Al suo insediamento, Marco Arnaboldi, Presidente del Cdpa, ha riconosciuto il ruolo svolto sino ad ora da Cobat e dal consorzio volontario per la raccolta di accumulatori ed elettroutensili (Ecoelit), da cui ha dichiarato di voler prendere il testimone.

«Grazie a Cobat ed Ecoelit si sono gettate le basi di una efficiente struttura recuperativa che - con la Costituzione del Centro sarà decisamente rafforzata e migliorata. Il nostro obiettivo - ha proseguito Arnaboldi – è quello di operare nel raggiungere quegli importanti obiettivi di raccolta previsti dal legislatore nel pieno rispetto di quello spirito di libero mercato, assicurando trasparenza, operatività e funzionalità secondo i dettami ed i criteri che le nostre istituzioni hanno voluto profondere nel decreto di recepimento».

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