[28/01/2009] Consumo

Anno internazionale delle fibre naturali: agavi, juta e abaca per uscire dalla dittatura sintetica

LIVORNO. Il 2009 è l´Anno internazionale delle fibre naturali 2009, «per celebrare – spiega la Fao - l´importanza del cotone, del lino, della canapa, della juta, ma anche della lana, dell´alpaca, dell´angora, del cachemire e di tutte le altre fibre naturali» e il Brasile lo ha iniziato bene il suo Serviço nacional de aprendizagem industrial scoprendo che la fibra del sisal (Agave sisalana) può essere utilizzata per realizzare componenti di auto, come paraurti, specchietti e pannelli.

L´utilizzo di questa agave comune nel Nordest brasiliano potrebbe sostituire fino al 40% della plastica utilizzata nella costruzione di automobili, che raggiunge i 200 kg. L´autrice dello studio, Joseane Dantas, afferma che «La fabbrica Ford di Bahia ha mostrato un grande interesse. Lo Stato brasiliano di Bahia produce 120.000 tonnellate di fibra vegetale all´anno. Se solo la Ford la userà per le sue automobili, potremmo duplicare la produzione, creando posti di lavoro e sviluppo locale». La sisal è già utilizzata per costruire mobili e nell´edilizia, è facilmente riciclabile e la sua produzione richiede poca energia. La "scoperta" brasiliana è una conferma delle nuove virtù delle fibre naturali.

Nel mondo, ogni anno si producono circa 30 milioni di tonnellate di fibre naturali, dalla seta cinese alla lana di alpaca andina, ma anche il diffusissimo cotone (circa 25 milioni di tonnellate all´anno), 2,2 milioni di tonnellate di lana in 100 paesi, con l´Australia che da sola rappresenta quasi un quarto del totale. Con 2,3 - 2,8 milioni di tonnellate annue, la juta, che si ricava dal fusto di piante del genere Corchorus, è la seconda fibra per volume di produzione, ma è molto meno redditizia della lana. I principi produttori sono l´India ed il Bangladesh.

La fibra di cocco viene usata per tappezzerie e per materassi ma sta trovando nuovi impieghi nel geotessile ed in materiali composti. L´abaca, prodotta quasi esclusivamente nelle Filippine ed in Ecuador, deriva dallo stelo delle foglie di una pianta simile al banano, oggi viene ridotta in poltiglia e pi utilizzata coma guaina per salsicce, per bustine da te, per filtri per il caffè, addirittura per fare banconote, mentre prima serviva soprattutto a funi.

L´henequen è un´altra fibra dura prodotta da agavi in Africa, America latina e Cina. Hafez Ghanem, vice direttore della Fao, del Dipartimento economico e sociale, aprendo l´Anno internazionale delle fibre naturali ha detto che «la produzione di fibre di origine animale e vegetale rappresenta un rilevante settore per gli agricoltori di tutto il mondo, valutato nell´ordine di 40 miliardi di dollari l´anno. Le fibre, in alcuni casi arrivano a rappresentare fino al 50% delle esportazioni di alcuni paesi in via di sviluppo. Agricoltori ed addetti alla lavorazione in questi paesi dipendono dai ricavi delle vendite e dalle esportazioni come fonte di reddito primaria e per la propria sicurezza alimentare».

Fino all´inizio della rivoluzione industriale e poi con l´avvento della plastica, le fibre naturali avevano un´importanza strategica, per loro si facevano guerre e si colonizzavano continenti, l´Anno Internazionale delle fibre naturali vuole riportarle in primo piano, evidenziare il loro valore ai consumatori, aiutando al tempo stesso a sostenere i redditi dei produttori.

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