[20/02/2009] Energia

Negli Usa è tempo di scelte intelligenti in materia di biocarburanti

LIVORNO. Questa settimana il Sierra Club ed il Worldwatch Institute hanno presentato “Smart choices for biofuels”, un interessante report che sottolinea la necessità di avviare, in questa critica fase congiunturale, delle importanti riforme politiche per sostenere lo sforzo dell’America di incrementare l’uso di biocarburanti. Lo studio evidenzia gli impatti economici ed ambientali della prima generazione di questi combustibili di origine vegetale, in particolare dell’etanolo da cereali, e propone soluzioni per rendere questa industria più sostenibile.

Smart choices for biofuels offre specifiche strategie che spaziano in quattro categorie: lo sviluppo di standard di sostenibilità; i progressi nella produzione di biocarburanti e nuove tecnologie; la creazione di “lavori verdi” in questo settore; la promozione di politiche di azione coerenti con il settore energetico.

«In un tempo in cui crescono sia il prezzo dei gas volatili sia l’attenzione dell’opinione pubblica sul riscaldamento globale, è diventato chiaro che i biocarburanti possono giocare un ruolo fondamentale nella riduzione della dipendenza dal petrolio e tenere a freno i cambiamenti climatici» ha detto Christopher Flavin, presidente del Worldwatch Institute.

«Inoltre l’ampio e crescente peso dell’industria rende tutto più critico tanto che il Congresso adesso è costretto a scelte intelligenti che promuovano la sostenibilità dei biocarburanti – più che il loro semplice incremento - come parte di una economia energetica pulita».

Nel 2008 la produzione di biocarburanti negli Usa ha superato i 9 miliardi di galloni (oltre 40 miliardi di litri), di cui la maggior parte prodotti da cereali (etanolo). La nuova strategia del Congresso prevede di arrivare a 36 miliardi di galloni entro il 2022. L’uso domestico di questi combustibili rinnovabili è più che raddoppiato dal 2005. Ma tutto questo incremento è stato realmente sostenibile?

A questa domanda ha provato a dare una risposta lo studio, in particolare analizzando il profilo delle emissioni dell’etanolo e la loro incidenza sul riscaldamento globale, gli effetti sul Programma di conservazione delle riserve, altri effetti sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, ed infine i sottostimati effetti economici per le comunità rurali. «Questa rincorsa ai biocarburanti, in particolare all’etanolo derivato dal frumento, ha avuto molte conseguenze, alcune previste alcune inaspettate» ha dichiarato Carl Pope, direttore del Sierra Club, «tuttavia la buona notizia è che con accorgimenti intelligenti si può fare in modo che i biocarburanti lavorino per l’ambiente, l’economia ed il clima, oltre che rafforzare la nostra sicurezza energetica».

I suggerimenti proposti dallo studio spaziano quindi dal rapido passaggio all’utilizzo di biomassa cellulosica, all’uso di pratiche agricole che diminuiscano l’erosione e l’impoverimento dei nutrienti dei suoli, dal miglioramento delle pratiche industriali nella produzione dei biocarburanti, alla promozione di autoveicoli ibridi, fino – ovviamente - all’aumento degli investimenti nel settore del trasporto pubblico.

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