[09/03/2009] Energia

Approvato (con 3 anni di ritardo) il regolamento sulla certificazione energetica degli edifici

LIVORNO. Con circa tre anni di ritardo è arrivato il regolamento nazionale sulla certificazione energetica degli edifici. Venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato il provvedimento di attuazione del decreto legislativo sul rendimento energetico degli edifici. Un provvedimento univoco per tutto il territorio statale ma che dovrà essere applicato solo dalle regioni sprovviste di disposizioni regionali in materia e che comunque non prevede l’obbligo di allegare l’attestato energetico all’atto di compravendita degli immobili e al contratto di locazione (cosa che la legge regionale della Valle d’Aosta ha mantenuto e cosa per cui l’Italia è sottoposta a procedura d’infrazione dall’Ue).

Quello approvato venerdì è infatti uno dei tre decreti attuativi che il Governo avrebbe dovuto emanare entro il 6 febbraio 2006 (il testo del decreto legislativo 192/05 di attuazione della direttiva comunitaria prevedeva che entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto i decreti dovevano essere formulati ed emanati) per completare l’attuazione delle disposizioni sul rendimento energetico.

Il provvedimento governativo prevede i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per le prestazioni energetiche degli edifici e degli impianti termici per la climatizzazione invernale e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari. Prevede poi i requisiti professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l’indipendenza degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione e l’ispezione (che comunque ogni cinque anni devono essere rivisti e “aggiornati in funzione dei progressi della tecnologia).

Del resto lo stimolo alla realizzazione di interventi di adeguamento edilizio può avere effetti positivi anche sullo sviluppo di un certo tipo di industria delle costruzioni e i livelli di efficienza energetica richiesti per i componenti degli edifici e degli impianti possono anche rafforzare l’industria italiana del settore, favorendone la competitività sul mercato.

Se dunque appare necessario accompagnare alla sensibilizzazione e alla consapevolezza dei cittadini lo sviluppo di tutto il comparto - in relazione alla responsabilizzazione e alla qualità di professionisti ed imprese e allo sviluppo tecnologico dell’industria dei materiali e dei componenti – allora anche la previsione dell’obbligo di allegare l’attestato di certificazione energetica e la dichiarazione della conformità degli impianti svolge un suo ruolo in tutto ciò.

Il decreto del 2005 ( che prevedeva tale obbligo poi cancellato da un articolo della legge 133/08 nel decreto legislativo del 2005) ha l’obiettivo di individuare i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, contribuire al conseguimento degli obiettivi posti dal protocollo di Kyoto e promuovere lo sviluppo di tecnologie ecocompatibili. E il certificato energetico era individuato come uno degli strumenti per il raggiungimento della finalità.

Non a caso la comunità europea ha invitato lo Stato italiano a chiarire in merito alla cancellazione dell’obbligo di allegare il certificato di rendimento energetico all’atto di compravendita di un immobile. E ha messo in atto una procedura di infrazione.

Torna all'archivio