[19/03/2009] Parchi

La genetica svela il “mistero” delle origini della vipera di Montecristo

La vipera comune (Vipera aspis) rappresenta un modello molto interessante per lo studio dell’influenza delle glaciazioni del Pleistocene (ultimi 1,8 milioni di anni, circa) sull’evoluzione dei vertebrati in Europa, a causa della spiccata sensibilità alle variazioni di temperatura, della filopatria e dell’ampia distribuzione latitudinale della specie. Infatti, in Italia è distribuita dalle Alpi fino alla Sicilia (Sardegna esclusa). In collaborazione con l’Unità di Antropologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa (S. Tofanelli), il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa (M.A.L. Zuffi) ed il Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Pavia (M. Fasola, A. Gentilli), il laboratorio di Pisa ha condotto un esteso campionamento su tutto il territorio della Penisola (2003-2007), incluse le isole d’Elba e di Montecristo.

I risultati delle analisi genetico-molecolari, ottenuti tramite l’impiego di tipi diversi di marcatori (DNA mitocondriale, tre geni; DNA nucleare di tipo microsatellitare, sei loci) ed in stampa sulla rivista Molecular Phylogenetics and Evolution (Molecular phylogeography of the asp viper Vipera aspis (Linnaeus, 1758) in Italy: Evidence for introgressive hybridization and mitochondrial DNA capture, ndr), hanno permesso di accertare l’esistenza di diversi gruppi geneticamente ben differenziati appartenenti alle sottospecie V. aspis aspis (Italia nord-occidentale), V. aspis francisciredi (Italia centrale e settentrionale, Isola d’Elba inclusa) e V. aspis hugyi (Italia meridionale peninsulare, Sicilia ed Isola di Montecristo).

Se, da un lato, è assai verosimile che la popolazione elbana di vipera derivi da antenati che hanno raggiunto l’Isola nel corso delle regressioni marine che hanno messo in contatto l’Elba stessa con l’Italia continentale, dall’altro, la popolazione di Montecristo ha un’indubbia origine alloctona, dal momento che l’Isola non è mai entrata in contatto con la terraferma nel corso della sua lunga “migrazione” attraverso il Mediterraneo. Come raccontato dallo storico Strabone (58 AC - 25 DC), Montecristo era un’antica base navale utilizzata dai Greci. Questi erano soliti impiegare le vipere (preventivamente private del loro veleno) come proiettili da gettare sulle navi avversarie prima dell’assalto, in modo tale da creare scompiglio e paura. La loro azione era volta a proteggere soprattutto le città toscane degli Etruschi, loro partners commerciali.

Le analisi genetiche hanno confermato l’origine strettamente siciliana della popolazione di vipera di Montecristo. Più in generale, la ricerca ha evidenziato come la Sicilia, l’Italia meridionale peninsulare e quella centrale abbiano rappresentato importanti rifugi per la vipera nel corso delle ultime glaciazioni, regioni che tuttora conservano un’elevata diversità genetica. Le rotte seguite dalle vipere durante la ri-colonizzazione dell’intero territorio italiano a partire dai rifugi sopra ricordati, hanno portato alla formazione anche di popolazioni ibride, come quella tra V. a. francisciredi e V. a. hugyi lungo la linea di confine dei rispettivi areali di distribuzione.

*Dipartimento di Biologia, Unità di Protistologia-Zoologia, Pisa

Torna all'archivio