[07/04/2009] Rifiuti

Emergenza rifiuti in Italia: le 10 proposte concrete di Legambiente

LIVORNO. 10 proposte per risolvere concretamente, e con risvolti positivi sul piano economico e occupazionale, l’emergenza rifiuti in Italia: è questo il piano di lavoro individuato da Legambiente e illustrato, oggi a Roma, nel corso del convegno “Rifiuti Made in Italy”. Rivolgendosi al Governo e al Parlamento e supportata da un nutrito gruppo di operatori del settore e di rappresentanti di istituzioni, Legambiente ha provato ad indicare la strada per migliorare la gestione dei rifiuti, partendo dalle buone pratiche da replicare e le modifiche normative necessarie per il recepimento della direttiva europea.

Partendo dai dati della situazione attuale, in cui ancora rimane la questione non risolta dell’emergenza, soprattutto nel centro sud, la pratica dello smaltimento ancora destinato per la gran parte in discarica e il fenomeno degli smaltimenti illeciti di rifiuti speciali, la strada da percorrere per Legambiente è fatta di 10 tappe:

1. Aumentare il costo dello smaltimento in discarica, perché se la discarica continua a essere troppo economica, qualsiasi ipotesi alternativa rischia di non concretizzarsi mai. Per rendere possibile questa strada il Parlamento italiano non deve più concedere proroghe al divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti tal quali e modificare la legge 549/1995 che ha previsto il tetto massimo di 25 euro per tonnellata all’ecotassa, mentre le Regioni la debbono utilizzare penalizzando economicamente i comuni che non raggiungono gli obiettivi di legge sulle raccolte differenziate e premiando quelli più virtuosi.

2. Diffondere le raccolte differenziate domiciliari in tutti i comuni italiani: adottando le modalità di incentivazione utilizzate con successo in diverse parti d’Italia, con le quali i finanziamenti pubblici vengono destinati esclusivamente o prioritariamente ai comuni che hanno deciso di abbandonare il sistema di raccolta stradale.

3. Completare la rete impiantistica per il recupero e il trattamento dei rifiuti a servizio delle raccolte differenziate, soprattutto al Centro-Sud, garantendo la massima trasparenza e partecipazione dei cittadini soprattutto quando si tratta di impianti a tecnologia complessa.

4. Rivedere il sistema di premialità/penalità per arrivare a una vera gerarchia economica della gestione dei rifiuti, rendendo la discarica l’opzione più costosa, seguita dal recupero energetico, fino ad arrivare al riciclaggio e alla prevenzione che devono diventare l’alternativa più conveniente. Occorre poi archiviare il CIP6 - su cui Legambiente ha già inviato una segnalazione alla Commissione europea - e garantire un riconoscimento economico al riciclaggio e alla prevenzione per il contributo al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di Co2.

5. Promuovere la diffusione delle buone pratiche sulla prevenzione, che da Nord a Sud sono sempre più numerose.

6. Avviare la redazione del Programma nazionale di prevenzione, come previsto dalla nuova direttiva europea, coinvolgendo in primis il mondo della produzione e quello della distribuzione.

7. Promuovere la qualità delle raccolte differenziate attraverso un adeguato controllo sui conferimenti dei cittadini e delle utenze commerciali e produttive, utilizzando anche le sanzioni pecuniarie per chi non rispetta le regole.

8. Garantire la certezza normativa, a partire dal passaggio tassa/tariffa.

9. Chiudere la stagione dei commissariamenti per l’emergenza rifiuti, definendo nelle regioni ancora commissariate, un piano serrato di rientro al regime ordinario.
10. Introdurre i delitti ambientali nel codice penale, garantire l’uso delle intercettazioni contro i trafficanti di rifiuti, istituire un fondo per le bonifiche dei siti orfani, sul modello del Superfund statunitense.

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