[20/06/2006] Aria

Già avviata la riconversione delle celle al mercurio della Solvay

ROSIGNANO (Livorno). Legambiente protesta contro l’utilizzo del mercurio negli impianti cloro-soda, tra i siti presi di mira anche quello Solvay di Rosignano, chiediamo a Valerio Campioni, presidente del circolo livornese del Cigno verde, quali sono le alternative che propone. «Legambiente chiede la riconversione con celle a membrana che sono sicuramente meno impattanti di quelle al mercurio. Si tratta di una nuova tecnologia che razionalizza l’uso del mercurio, che ha grandi rischi di inquinamento, ed anche i consumi idrici vengono ridotti fortemente».

E la situazione di Rosignano com´è?
«Si può dire che la riconversione a Rosignano è già partita, con un progetto che si chiama “Leonardo” e che era già contenuto in un accordo programmatico tra Solvay, comune, regione e provincia, ma rispetto agli accordi i lavori sono iniziati in ritardo. La nostra azione è volta anche a controllare la tempistica, che tutto si svolga secondo quanto previsto».

L’azienda cosa vi ha risposto?
«La Solvay ha invitato Legambiente sul sito a vedere i lavori, ma la campagna “Stop al mercurio” nata nell’ambito del progetto europeo “Zero Mercury”, promossa dall’European environmental bureau, vuole soprattutto sensibilizzare l’opinione pubblica, la politica, i lavoratori e le aziende sui gravi rischi legati all’inquinamento da mercurio».

Dunque la situazione di Rosignano pare prendere una strada che tranquillizza gli ambientalisti, ma nel resto d’Italia?

Per Stefano Ciafani, coordinatore scientifico di Legambiente, «bisogna tenere presente che l’obiettivo da raggiungere è minimizzare la concentrazione del mercurio nell’ambiente, riducendone emissioni, domanda ed offerta. Questo perché una volta emesso il mercurio non ha confini nazionali o regionali, viaggiando in atmosfera e contaminando le scorte alimentari globali. I livelli di mercurio sono triplicati negli ultimi 150 anni a causa delle attività antropiche. Noi pensiamo che abbandonare una tecnologia che ha creato molti danni ambientali e che consuma una quantità enorme di energia e che non sta più sul mercato globale, è un’operazione praticabile, come dimostra anche il progetto “Leonardo” che sta partendo a Rosignano».

«Chiediamo al governo di favorire la riconversione delle celle al mercurio degli impianti cloro-soda italiani entro il 2010, anticipando di dieci anni la scadenza prevista dall’accordo di Madrid tra Eurochlor e Commissione europea, arrivando in tempi brevi alla firma delle “Linee guida” previste dalla direttiva Ippc. Bisogna anche riscrivere – sottolinea Ciafani – tutta la parte sulle bonifiche, che si basa solo sull’analisi di rischio, del nuovo Codice dell’ambiente, l’attuale formulazione rischia di arrestare il già lento processo di risanamento avviato con il programma nazionale di bonifica. Ma alla luce degli studi epidemiologici sulle aree a rischio di crisi ambientale e sui siti di interesse nazionale da bonificare, occorre finanziare subito altri monitoraggi sulle interazioni tra inquinamento e salute, a partire dalle aree dove è maggiore il degrado ambientale».

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