[05/03/2007] Acqua

Acqua, se sul risparmio si muove persino la Nestlé!

LIVORNO. Fondata nel 1867 in Svizzera, oggi Nestlé è la maggiore società agro-alimentare del mondo, presente in più di 60 paesi, con 470 stabilimenti produttivi e un fatturato di circa 51 miliardi di dollari. Oltre ad essere il principale produttore di latte in polvere, è leader mondiale nel settore del caffè e in quello delle acque minerali e sta acquisendo una posizione di primo piano anche nella vendita del cibo per animali.

Inoltre Nestlé detiene il 49% del capitale della finanziaria che controlla la cosmetica L´Oreal, e ha accordi commerciali con Coca-Cola, con cui ha costituito la società di distribuzione Beverage Partners Worldwide e con la quale ha appena lanciato un nuovo prodotto che promette- bevendolo- di ridurre i chili di troppo! L’attività di Nestlé come multinazionale è molto dinamica, controlla numerosissimi marchi che acquista e vende continuamente, e ha una particolare attenzione all’immagine.

Ma forse non è solo per l’immagine (ce lo auguriamo) che ha dato vita ad una trasformazione produttiva radicale che vede il risparmio dell’acqua come cardine della mission del gruppo, nell’ottica delle sfide-obiettivo lanciate dall´ Onu per il millennio. Con questo programma Nestlè prevede di risparmiare 47 miliardi di litri d’acqua. Che non è poca cosa. E l’amministratore delegato, Peter Brabeck-Letmathe, intervistato sul Corriere della Sera, si lancia anche in una arringa contro gli sperperi e i bassi costi previsti (che incentivano gli sperperi ) che le aziende devono riconoscere per l’uso della risorsa idrica, spesso in situazioni in cui l’acqua per la popolazione è un lusso. E di questo la sua consociata Coca-Cola è davvero esperta!

Tra gli esempi di consumo citati, quelli necessari per imbottigliare un litro d’acqua minerale, che ne richiedono due nel processo di produzione, che diventano oltre tre per una quantità analoga di soft drink, e dai 4 ai 6 per un litro di birra. E ne ha per tutti l’Ad di Nestlè, tanto che se la prende anche con gli americani, Bush in testa, che vogliono incrementare l’uso del biodiesel al posto dei carburanti tradizionali per combattere l’effetto serra, consumando però «4.560 litri d’acqua per un litro di bioetanolo».

Il vanto della Nestlè è quello di essere riusciti a lavorare utilizzando la minor quantità d’acqua possibile, meno dello 0,004% delle risorse idriche mondiali. Con un decremento per chilo di prodotto che è sceso del 27% dal 2002. «L’acqua utilizzata nelle nostre fabbriche - dice Peter Brabeck-Letmathe - è scesa dai 218 miliardi di litri del 1998 ai 155 miliardi del 2006, e questo nonostante il raddoppio della produzione».

Ma la sfida di Nestlè non si ferma qui. Riconoscendo che è il settore dell’ agricoltura quello che impegna gran parte della risorsa idrica estratta a livello mondiale, la multinazionale è impegnata con oltre 400.000 contadini per aiutarli ad ottimizzare l´uso dell’acqua, assistendoli con circa 850 agronomi. Ed analoghe iniziative sono in atto con numerose Ong. Nel mentre Nestlè continua a pubblicizzare il latte in polvere laddove l’acqua per reidratarlo non c’è o se c’è è inquinata e mette a rischio la sopravvivenza del bambino che vorrebbe nutrire.

Sono le contraddizione del capitalismo, ma se cominciano a nascere anche al suo interno, è un segnale che va guardato con non celato interesse.

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