[15/05/2007] Energia

Enel continua a fare la spesa all´estero: nucleare e un po´ d´eolico

ROMA. Enel continua la sua spesa energetica all’estero. E se gli acquisti delle vecchie centrali nucleari ex sovietiche hanno fatto scattare le immediate proteste da parte degli ambientalisti, un parere opposto riceverà la notizia battuta dalle agenzie in queste ore sulla firma da parte di Enel di un accordo per l´acquisto in Grecia di impianti eolici già operativi e di prossima costruzione per una potenza complessiva di 127 mw.

Lo ha annunciato la società elettrica italiana in una nota in cui sottolinea come in particolare il contratto riguardi l´acquisizione di campi eolici per 84 mw già in funzione e per 43 mw in costruzione. Si tratta, viene spiegato, di impianti posseduti al 50% dal gruppo greco Copelouzos, già partner di Enel nella società Enelco che ha di recente presentato la miglior offerta per la costruzione di una centrale a ciclo combinato alimentata a gas da 430 MW a Livadia nella Grecia Centrale, e al 50% dal Gruppo International Constructional.

Anche attraverso il consorzio Enelco (75% Enel, 25% Prometheus Gas che a sua volta fa capo per il 50% alla russa Gazprom e per il 50% al gruppo Copelouzos), Enel punta a sviluppare la propria presenza in Grecia, un mercato che ha un tasso di crescita della domanda di energia elettrica superiore alla media europea. Enelco dispone già di due licenze per realizzare impianti a ciclo combinato in Viotia, nel centro del paese, ed Evros, nel Nord-est, e sta considerando le ulteriori possibilità di investimento offerte dalla partecipazione alle prossime gare per la realizzazione di altre due centrali di questo tipo per un totale di 800 mw oltre che da altre opportunità che potrebbero concretizzarsi sia nel settore elettrico sia in quello del gas. Il rafforzamento della presenza in Grecia - conclude Enel - «fa parte della strategia di Enel di crescita in tutto il mondo nelle fonti rinnovabili e di consolidamento nel macromercato del Sud-Est Europa dove è già presente in Bulgaria e in Romania».

Ma, appunto, Enel non investe solo nelle rinnovabili. Greenpeace ha presentato un rapporto basato sull´ultimo documento disponibile - datato 2002 - di Slovenske Elektrarne, l´azienda slovacca divenuta per il 66% proprietà Enel in seguito al recente accordo con il governo locale. Questo documento dimostrerebbe per la centrale di Mochovce ora di proprietà dell’Enel, manca un sistema di protezione per gli incidenti mai testato, senza un vero e proprio sistema di contenimento. E´ questo il punto più critico per la sicurezza, assieme ad altri cinque di rilevo e altri sette di importanza minore.

«A Mochovce invece - afferma Jan Beranek responsabile della campagna per Greenpeace Slovacchia - la costruzione degli edifici è già al 70%, le mura già fatte, compreso l´alloggiamento del reattore e dei macchinari. E´ impossibile, a nostro avviso, aggiungere una struttura robusta e compatta a questo stadio, a meno che parti significative vengano demolite e ricostruite ex novo».

«Attendiamo di vedere il progetto di fattibilità dell´Enel e quali soluzioni propone per inserire un vero sistema di contenimento - dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia - In ogni caso questo investimento è a perdere: nessuno costruirebbe nel 2007 un reattore progettato 30 anni prima», conclude Onufrio.
Intanto, nelle scorse settimane, con una cyberazione gli attivisti di Greenpeace hanno inondato la segreteria del Premier Romano Prodi con oltre 22.000 mail, chiedendo di bloccare gli investimenti dell´Enel nel nucleare sovietico a Mochovce. I Verdi Piazza e De Petris hanno inoltre presentato rispettivamente alla Camera e al Senato, due interrogazioni parlamentari per chiedere al Governo maggiori dettagli sulla vicenda.

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