[26/06/2007] Energia

Non vale l´autorizzazione per il parco eolico di Scansano

SCANSANO (Grosseto). Lunedì scorso il parco eolico “Poggio alti” di Scansano è stato inaugurato in pompa magna, ma il progetto non doveva essere autorizzato perché difforme al piano regolatore generale del comune e perché non sottoposto preventivamente a Via. Lo stabilisce la sentenza di ieri dalla seconda sezione del Tar della Toscana che accoglie i ricorsi presentati da Jacopo Bondi Santi, imprenditore agricolo e dell’associazione Italia Nostra (all’indomani dell’inaugurazione la consigliera nazionale di Italia nostra Margherita Signorini aveva commentato che nonostante dal punto di vista paesaggistico l´impianto non fosse compatibile per il mancato inserimento ambientale rispetto alle preesistenze storiche del vicino castello di Montepo´, dal punto di visto tecnico progettare pale da 2 megawatt era preferibile perché riduceva il numero di torri rispetto a turbine che producono meno di un megawatt, come quelle di Montemignaio e di Chiannivedi articolo seguendo il link a fondo pagina, ndr).

La sentenza annulla di fatto la delibera dirigenziale della provincia di Grosseto che ha approvato il progetto di costruzione, del decreto della Giunta regionale che ha escluso il progetto dalla procedura Via e i verbali della conferenza dei servizi connessi.
L’amministrazione provinciale ha autorizzato nel dicembre 2005 la costruzione della centrale eolica su conforme parere della Conferenza dei servizi e prendendo atto che con decreto 7 ottobre 2005 il Settore Via della regione aveva escluso il progetto alla valutazione di impatto ambientale a conclusione della procedura di verifica dell’impatto ambientale.

«Abbiamo avvertito il nostro legale per decidere cosa fare – spiega il sindaco di Scansano Flavio Morini - probabilmente ricorreremo al Consiglio di stato, anche se Regione e Provincia sono coinvolte in modo maggiore di noi. La regione infatti escluse che si doveva fare la Via dopo aver fatto tutti gli studi del caso perchè il sito rientrava tra quelli previsti dalle linee guida della Toscana».

La centrale sita sul crinale Murci, che interessa una superficie di circa 5 chilometri quadrati, è costituita da 10 aereogeneratori ciascuno composto da una torre d’acciaio con una velocità compresa fra 9,0 e 19, 0 giri al minuto corrispondente ad una velocità massima di 38,00 Km/h. La ditta costruttrice, Gamesa eolica stima di ottenere da questo impianto una produzione lorda di circa 38,00 GWh/anno.

Ma l’oggetto della contestazione non verte sulla sua prestazione energetica.
L’altezza di ciascuna pale ed in particolare la discrepanza fra il progetto autorizzato e i limiti di altezza indicati nella variante al Prg è uno dei punti. Tali varianti previste al fine di individuare nel territorio comunale una zona “E speciale” per la realizzazione di un impianto di fonte energetiche eoliche, indicano anche l’altezza massima delle pale. Le odierne pale distano da terra 10 mt in più rispetto a quanto previsto.

Nell’area circostante del parco eolico sono localizzati tre siti di importanza comunitaria e 4 di importanza regionale per le quali le linee guida per l’impatto ambientale degli impianti eolici prevedono una particolare attenzione alle aree critiche ed in particolare per l’alto valore avifaunistico. Per la tutela dei delicati equilibri dell’eco-sistema la valutazione dell’impatto ambientale doveva essere effettuata.
Adesso l’autorizzazione con le sue 29 prescrizioni per la costruzione ed il relativo funzionamento della centrale non esiste più perché annullata. Non avendo più efficacia la procedura di autorizzazione dovrà essere ripercorsa sin nelle sue prime fasi.

«Come sempre rispettiamo la decisione della magistratura, ma al di là dei rilievi mossi dal Tar toscano all’impianto di Scansano, resta che in questo caso, come in generale, l’eolico è una delle vie maestre per combattere i mutamenti climatici, che anche in questi giorni stanno mostrando tutta la loro dannosità sociale, e per rendere i sistemi energetici meno inquinanti». Così Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, commenta la decisione del Tar della Toscana, che ha dichiarato illegittime le torri eoliche inaugurate la settimana scorsa a Scansano perché autorizzate senza il ricorso alla valutazione di impatto ambientale.
Per Francesco Ferrante, «l’impianto di Scansano è, per altro, un buon esempio di come le pale eoliche possano inserirsi in modo armonico anche in un paesaggio delicato e prezioso come quello toscano. E le procedure autorizzative, durate un paio d’anni, sono state lunghe e approfondite. L’eolico va fatto bene ma va fatto - conclude il direttore generale di Legambiente - e chi lo presenta come una soluzione antiecologica fa una cattiva caricatura dell’ambientalismo».

Sul caso di Scansano interviene anche Ermete Realacci: «Ci sarà modo di approfondire la decisione del Tar Toscano, ma nel giorno in cui i consumi energetici sfiorano il picco massimo e con il rischio blackout che già interessando alcune regioni italiane, la bocciatura dell’impianto eolico di Scansano in Toscana, suona davvero come una nota stonata»

«E’ chiaro - continua il presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati - che in un paese bello come l’Italia, anche gli impianti eolici devono essere all’altezza della storia e del nostro paesaggio. Ma è altrettanto chiaro che l’energia eolica è necessaria per raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto e combattere i mutamenti climatici. C’è bisogno di grande serietà e responsabilità da parte di tutti»

«In Italia, per non restare al palo, abbiamo molte cose da cambiare - , conclude Realacci - . In primo luogo è necessaria una svolta radicale delle politiche energetiche con un ricorso prioritario alle fonti rinnovabili. Fra quelle immediatamente utilizzabili, oltre al solare, c’è sicuramente l’energia eolica, che come è noto nel nostro paese è molto meno sviluppata che in altri paesi europei. Pensiamo alla Germania dove producono con il vento più di 18 mila Megawatt l’anno, pari all’8% del totale della produzione energetica, o alla Spagna con 9 mila Megawatt pari al 7% del totale. In Italia non arriviamo a 1500 Megawatt, meno dell’1% del totale della nostra produzione energetica. Se continuiamo così rischiamo di farci ridere dietro da tutta l’Unione Europea».

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