Come si misura la “greenicita”?

[13 Marzo 2014]

Che differenza c’è tra impatto ambientale ed impronta ecologica? Come districarsi nella giungla delle certificazioni green? Cosa significano sigle come LCA, LEED, BREEAM, FSC, IMQEco, GREENGUARD, CSQA, PLM…? Cosa si sta facendo per mettere ordine e far capire al consumatore cosa sia realmente green e cosa no?  Esiste un modo universale per dichiarare un’impresa “green” a pieno titolo?

Il “modello” economico di crescita illimitata, che non include i fattori ambientali tra gli elementi primari dell’evoluzione della società, è in crisi. Ed è in crisi, perché non è stato realmente adottato in modo globale e sistematico, anche il modello dello sviluppo sostenibile così come è stato pensato negli anni ’80.

I metodi di “misurazione” dello sviluppo sostenibile e della “greenicità”, dunque, sono in continua evoluzione.  Mentre alcune grandi aziende hanno dato il via in modo autonomo a propri piani di sostenibilità, vantaggiosi non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico, il governo italiano, Ministero dell’Ambiente, ha recentemente avviato un programma che coinvolge ricercatori e grandi aziende al fine di mettere a punto un sistema nazionale di valutazione della “greenicità” delle imprese. Tra le imprese che vi hanno aderito, Carlsberg Italia, che ha messo a punto strategie di misurazione avvalendosi di prestigiose consulenze.

Al workshop “Come si misura la greenicità”  (20 marzo, dalle 9.15 alle 13.30 nell’Aula Magna della Macroarea di Scienze dell’Università di Roma Tor Vergata), realizzato in collaborazione con Carlsberg Italia, ne parleranno, tra gli altri,  Fabio Iraldo, professore associato di Management ambientale all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, direttore della Ricerca IEFE (Centro di ricerca Politiche economiche energetiche e ambientali alla Bocconi), cofondatore di Cesips, centro inter-universitario per lo sviluppo della sostenibilità (Politecnico di Torino e Università di Genova), Tullio Berlenghi, giurista ed esperto di Diritto Ambientale, Sergio Ferraris, direttore QualEnergia e referente Qualità dell’Informazione scientifica di FIMA, Alberto Frausin, amministratore delegato Carlsberg Italia, Paola Bolaffio, direttore di Giornalisti Nell’Erba, con la moderazione di Alfredo Macchi, inviato speciale delle reti Mediaset.

“Come si misura la greenicità” è il titolo del terzo workshop del ciclo “Giornalisti Nell’Erba – Si fa presto a dire green”, organizzato dall’associazione Il Refuso con il sostegno della Regione Lazio (progetto premiato come “Fuoriclasse”) e in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, la FIMA (Federazione italiana media ambientali), l’Università di Roma Tor Vergata (Macroarea di Scienze e Scienze della Comunicazione), l’ANSA (in particolare il canale Scienza & Tecnica), Qual’Energia, Rinnovabili.it, GreenMe, La Nuova Ecologia, Minimoimpatto.

Con il tutoraggio di giornalisti ambientali e scientifici, esperti e ricercatori, da fine gennaio ad inizio aprile i partecipanti stanno facendo un percorso formativo su vari filoni d’inchiesta in cui grandi aziende come UNILEVER, CARLSBERG Italia, NOVAMONT, scelte per il loro percorso di sostenibilità, si sono rese disponibili ad essere “indagate”.

Dopo una prima parte di relazioni, i partecipanti, divisi in gruppi, prepararanno, insieme ai tutor Eleonora Cerulli, Leonardo De Cosmo, Hélène Duval, Giacomo Matera Capicciuti, le domande per le interviste agli esperti e il “menabo” delle loro inchieste. Nell’ultima parte della mattinata, si faranno le video interviste.

Nella settimana successiva al workshop i partecipanti, impegnati nella realizzazione delle loro inchieste, potranno contattare gli esperti ed essere seguiti dai tutor. Le inchieste parteciperanno al Premio nazionale di giornalismo ambientale Giornalisti Nell’Erba 8. Verranno pubblicate da Giornalisti Nell’Erba.

I “pezzi” migliori saranno pubblicati anche da Ansa Scienza & Tecnica.

Oltre al Premio nazionale gNe8, in corso  anche tre mini contest tra i partecipanti dei workshop. Uno per la selezione della migliore introduzione alle pubblicazioni che seguiranno e conterranno gli interventi dell’intero ciclo. Un altro per il miglior “tweet” che riassume ogni singolo workshop (#greenicità – indirizzato a @gNellerba). Infine un terzo, per la migliore definizione del termine “greenicità”, scritta immaginando di doverla introdurre in un vocabolario.

In considerazione dell’argomento, i destinatari di questo workshop sono di preferenza over 18. I workshop sono gratuiti ma a numero chiuso e con prenotazione obbligatoria a info@giornalistinellerba.org.

Per gli studenti di Scienze della Comunicazione a Tor Vergata è previsto un credito formativo per ogni workshop.

Il workshop successivo, “Può una multinazionale essere green?”, in collaborazione con UNILEVER, è il 3 aprile.

Tutti gli appuntamenti si svolgono presso l’Aula Magna della Macroarea di Scienze dell’Università di Roma Tor Vergata, in via della Ricerca Scientifica 1, dalle 9.15 alle 13.30