In Toscana la spirale della povertà rallenta, ma è sempre più difficile uscirne

Presentato il dossier 2015 delle povertà in Toscana, curato dalla Caritas regionale

[15 Ottobre 2015]

Dopo anni durissimi il dilagare della povertà in Toscana sta frenando, ma al contempo per quanti hanno visto precipitare le proprie disponibilità economiche in questi ultimi sei anni di crisi è sempre più difficile tornare a risalire la china. È quanto emerge dal dossier 2015 delle povertà in Toscana, elaborato dalla Caritas sulla base dei dati raccolti nei propri 213 Centri d’ascolto durante il 2014.

Come riassume la Regione, che ha partecipato alla presentazione del rapporto, in Toscana i “nuovi poveri” (cioè chi ha chiesto l’aiuto di un centro d’ascolto per la prima volta negli ultimi dodici mesi) sono diminuiti dai 10.225 del 2013 ai 9.700 del 2014; nel 2014, a scendere sono state anche le situazioni di “povertà cronica”, ovvero quelle che si riferiscono a coloro che sono seguiti da almeno sei anni: da 5.248 a 4.781 persone.

Nello stesso periodo, però, l’aumento più significativo – da 9.888 a 11.536 persone nel 2014 – ha riguardato  la fascia di coloro che sono seguiti dalla Caritas da più di un anno e da meno di sei, ossia coloro che hanno cominciato a rivolgersi ai Centri d’ascolto nel periodo più acuto della crisi economica, e che non riescono a risollevarsi.

«I dati raccolti attraverso i centri di ascolto della Caritas – ha commentato l’assessore Stefania Saccardi – hanno visto negli ultimi anni (al pari dei servizi sociali territoriali) crescere la presenza di una fascia di “nuovi poveri”, persone un tempo autosufficienti economicamente, e oggi invece senza lavoro e in situazioni precarie, che si sono dovuti rivolgere ad uno dei servizi censiti per ottenere un aiuto. Un dato che ci deve preoccupare, come anche i numeri della povertà assoluta, troppo alti per una società civile. Ma nonostante la gravità della situazione nazionale, da cui anche la nostra Regione è stata investita, in Toscana la crisi sta assistendo ad una stabilizzazione. Questo non significa una ripresa immediata, ma sicuramente un primo passo nella direzione giusta».

Rispetto alla media Italia, la Toscana ha saputo contenere meglio l’aumento della povertà. Nonostante ciò, come evidenziato dall’ultima rilevazione Istat nel merito, il 5,1% della popolazione toscana rientra comunque nella fascia della povertà relativa: nel concreto, si tratta di 191mila persone. Fra le cause e i fattori scatenanti dei processi d’impoverimento la mancanza di lavoro continua a giocare un ruolo preponderante se è vero che tre persone su quattro (75,7%) che nel 2014 hanno avuto necessità di rivolgersi alla Caritas sono senza lavoro, un’incidenza elevatissima e in linea con quella del 2013 (76,4%), anno in cui è stata raggiunta la quota percentuale più consistente dal 2007 ad oggi. Anche possedere una casa di proprietà non difende dalla povertà: il 63,7% di tutti coloro che nel 2014 hanno chiesto l’aiuto della Caritas (13.854 persone) vive stabilmente in un’abitazione.

Una situazione estremamente critica, dove la Regione ha cercato di mettere una pezza, nonostante una capacità di spesa pari a 1,4 miliardi di euro, rispetto ai 2,2 di pochi anni fa: Saccardi ha ricordato in particolare il prestito sociale (nato per dare sostegno fino a 3 mila euro, senza garanzie né interessi, a persone in particolare difficoltà) e la redistribuzione delle eccedenze alimentari, strutturata con il coinvolgimento della grande distribuzione alimentare e della ristorazione collettiva.

Si tratta però, com’è evidente, di interventi che per quanto importanti possono avere soltanto un effetto tampone. Per ridare piena dignità a quanti non riescono a liberarsi dalla morsa della povertà serve lavoro: anche in questo caso dalla Regione in estate qualcosa si è mosso, con il via libera ad alcuni lavori di pubblica utilità. Anche in questo caso però in ballo è poco più che un esperimento, vista l’estrema esiguità dei fondi stanziati. Per competenze e possibilità di spesa, la vera svolta potrebbe arrivare soltanto dal governo, ma alla presentazione del rapporto nazionale sulla povertà la Caritas è stata lapidaria: finora il governo Renzi «ha seguito una linea di sostanziale continuità con quelli che l’hanno preceduto: non ha, in altre parole, realizzato interventi significativi».