Acquisti verdi, tra lacune e potenzialità

[12 Giugno 2018]

Si è tenuto venerdì, nella Casa dell’Ambiente, il workshop “Utilizzo del compost come pratica di economia circolare”. Nel corso dell’incontro al quale hanno partecipato rappresentanti dei comuni, associazioni e aziende, sono state illustrate le normative in materia di acquisti verdi e i relativi obblighi di legge. Un’occasione di aggiornamento, ma anche un momento di riflessione sulle potenzialità ancora inespresse del Gpp (green public procurement). Per capire l’importanza di ciò che è possibile fare nel settore degli acquisti verdi, va ricordato che la spesa delle pubbliche amministrazioni in beni e servizi nel nostro Paese è di circa 50 milioni di euro l’anno. Una cifra enorme che può essere convogliata nell’alveo della green economy per convertire l’attuale sistema produttivo.

«Per chiudere il cerchio è fondamentale dare uno sbocco ai prodotti della filiera del riciclo, uno dei quali è il compost Terra di Siena di Sienambiente che nasce grazie alla lavorazione delle raccolte differenziata dei rifiuti organici – ha dichiarato il presidente di Sienambiente Alessandro Fabbrini nella sua introduzione al workshop – Il compost è un’ottima alternativa ai concimi di origine chimica e un modo per ridare alla terra ciò che è gli è stato tolto, una filiera circolare completa a cui lo strumento normativo degli acquisti verdi può conferire un’accelerazione. E per questa ragione che abbiamo deciso di dedicare una giornata di formazione e approfondimento all’obbligo dell’adozione dei criteri ambientali minimi negli appalti».

Per Andrea Sbandati, direttore di Cispel, oggi si deve dedicare il massimo impegno nella messa in pratica delle norme esistenti e nel raggiungimento degli obiettivi che vanno declinati in azioni industriali. «Il tema che ci dobbiamo porre come prioritario, è quello di capire come facciamo a raggiungere gli obiettivi europei in tema di materia di riciclo – ha dichiarato Sbandati – Il concetto di economia circolare inserito nello statuto della Regione è un’ottima notizia, ma se non riusciamo a tradurlo anche nella nostra regione in azioni industriali concrete, l’economia circolare rischia di rimanere un concetto astratto».

Secondo il presidente del Cic (Consorzio italiano compostatori), Massimo Centemero, il nostro Paese è all’avanguardia nella produzione di compost, ma serve un passo in avanti. «La normativa sui GPP è ben scritta e può essere un importante volano per dare forza alla filiera di produzione e utilizzo del compost, un prodotto che in Italia è tra i migliori d’Europa – ha spiegato Centemero – Il salto di qualità per l’utilizzo del compost deve però passare attraverso la leva fiscale e da un maggior impegno da parte da parte degli enti istituzionali, in particolare comuni e regioni, nella realizzazione di quanto previsto dalle normative».