Multimateriale o monomateriale? Utiliatalia mette a confronto i vari modi di fare raccolta differenziata

[17 Febbraio 2017]

Raccolta porta a porta o raccolta stradale con campane e cassonetti, ma anche raccolta monomateriale o raccolta multimateriale. In Italia non c’è un modo unico per fare la raccolta differenziata. Dalla raccolta delle grandi città come Milano o Torino , si va alle peculiarità di  città come Venezia dove i rifiuti  si raccolgono con le barche nei canali; dalle città balneari che vivono volumi differenti  di rifiuti a seconda della stagione turistica, si passa alle  città d’arte con la loro viabilità limitata dal  patrimonio architettonico, per non parlare di  comuni montani e delle  isole.  Una fotografia della situazione italiana che calza a pennello per la Toscana del Sud. In un simile contesto, quindi, come è meglio raccogliere i vari rifiuti?  Come cambia il costo del servizio di raccolta se basato su un unico cassonetto stradale, o se a questo si aggiungono le campane per il vetro o i vari cassonetti per la carta e altro?  È più utile la raccolta monomateriale, o quella multimateriale?  Quale è la scelta migliore perché un Comune raggiunga gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla legge?   Le risposte a queste domande hanno tracciato uno scenario frutto dello studio  ‘Analisi dei Costi della Raccolta Differenziata Multimateriale’, promosso da  UTILITALIA e realizzato da  BAIN & COMPANY e presentato proprio oggi a Roma. La fotografia scattata dalla ricerca offre alcuni dati su composizione, modelli, sistemi e analisi dei costi della raccolta differenziata, facendo anche una comparazione tra quella stradale e quella domiciliare. I gestori che utilizzano almeno una modalità di raccolta multimateriale sono il 94% ed il ‘porta a porta’ vince, sia pur di poco, con il 51% sulla raccolta stradale (49%). Nello specifico, quando il modello è il multimateriale ‘leggero’ prevale il ‘porta a porta’ con il 56%; quando invece il modello è ‘pesante’ la raccolta stradale arriva al 60%.  “Non c’è un unico modo di fare le cose – osserva il  vicepresidente di Utilitalia, Filippo Brandolini  –  ci sono delle variabili che cambiano in base alle caratteristiche del territorio, della popolazione, della  stagionalità. Le aziende, in generale, sono attente a tutti i modelli che si stanno sviluppando perché soltanto da un’analisi comparata di dati effettivi, riscontrabili e statisticamente rappresentativi, si riescono a fare scelte di efficienza industriale e di riduzione dei costi di gestione”.