Cresce il lavoro nei servizi pubblici: i dati delle utility nei settori acqua, ambiente ed energia

Utilitalia: nel 2018 +4.200 nuovi ingressi a fronte di 3.218 uscite, ma i giovani restano fermi al 20%. Servono strumenti per consentire il ricambio generazionale

[12 Febbraio 2020]

Rinverdire la nostra economia non permette “solo” di migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, ma offre anche l’opportunità di creare nuovo lavoro: una realtà che vede le imprese idriche, ambientali ed energetiche esercitare un ruolo di primo piano, come mostra il rapporto Lavoro 2020 realizzato da Utilitalia in collaborazione con Ref Ricerche e presentato al Cnel.

Questo studio – effettuato su un campione rappresentativo dei circa 100.000 lavoratori delle aziende di acqua, igiene urbana ed energia che fanno capo ad Utilitalia – rileva che nell’ultimo anno l’occupazione ha sostanzialmente tenuto nel settore energetico (un netto di -13 lavoratori, tra ingressi e uscite), mentre è cresciuta in quello idrico e in quello ambientale, offrendo uno spaccato anche sulle remunerazioni nei vari comparti: nel 2018 nel settore acqua la retribuzione lorda totale si attesta sui 40.326 euro, nel settore ambiente sui 35.704 euro e in quello energetico sui 47.776 euro.

Per quanto riguarda invece i dati occupazionali, nel 2018 nel settore gas-acqua si sono registrati 1.591 nuovi ingressi a fronte di 999 uscite; in quello ambientale 2.279 nuovi ingressi a fronte di 1.876 uscite; in quello energetico, invece, 330 nuovi lavoratori con 343 uscite. In particolare, lo sviluppo nel settore idrico viene imputato innanzitutto per effetto della regolazione indipendente in capo all’Arera, senza contare l’occupazione indiretta legata alla crescita degli investimenti che hanno ormai raggiunto i 3,5 miliardi annui; uno sviluppo si registra anche nel settore ambientale, per effetto dell’incremento della raccolta porta a porta con il conseguente aumento di mezzi e personale (e relativi costi economici) che comporta.

«Il rapporto Lavoro 2020 – commenta il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo – conferma l’impegno della Federazione a fornire un servizio a tutti gli associati sulla materia e ad implementare l’operazione trasparenza su uno dei fattori di costo rilevanti nel settore dei servizi. Si tratta di un’analisi concettuale e puntuale che ha pochi paragoni con altre associazioni datoriali, dalla quale emerge un’importante evoluzione del comparto, nonostante una congiuntura economica non positiva».

C’è ancora però molto spazio per migliorare, a proposito dal welfare, dove il settore dei servizi pubblici mostra segnali positivi anche se permangono delle problematiche. La principale è relativa all’età media, con gli over 50 che rappresentano ancora il 50% della forza lavoro e gli under 40 fermi al 20%; ciò crea complicazioni nel settore energia, dove sono necessari forti investimenti nella formazione per aggiornare le competenze, e in quello di igiene urbana, che per caratteristiche espone i lavoratori ai maggiori sforzi fisici. Secondo il rapporto si conferma dunque l’esigenza di strumenti innovativi per consentire il ricambio generazionale come un Fondo di solidarietà in uscita, al pari di una legislazione adeguata che si faccia carico degli effetti sociali dettati dai nuovi obiettivi di raccolta e recupero nel settore dei rifiuti. L’occupazione femminile oscilla invece tra il 20% del settore ambientale e il 25% del gas-acqua, anche se si segnala un incremento nelle attività amministrative e di gestione: le donne sono principalmente impiegate e ricoprono qualifiche medio-alte.