Giornata mondiale delle zone umide, ma c’è poco da festeggiare: in un secolo perso il 64%

In Italia non va meglio: scarichi fuorilegge, abusivismo edilizio e impoverimento di biodiversità

[2 Febbraio 2015]

Oggi si celebra il World Wetlands Day, la  Giornata Mondiale delle Zone Umide, che ricorda la sottoscrizione della Convenzione di Ramsar il 2 febbraio 1971, quando la comunità internazionale sancì finalmente la tutela di aree importantissime per la tutela della biodiversità del  Pianeta e dei servizi ecosistemici, mettendo così un freno alla devastazione ed alla scomparsa di habitat fragili e delicate.

Il segretario generale della Convenzione di Ramsar, Christopher Briggs, sottolinea che «Il tema che abbiamo scelto quest’anno, “Wetlands for our Future”, ha l’obiettivo di chiarire le scelte che ci si offrono mentre le minacce che pesano sulle zone umide di tutto il mondo sono fin troppo reali. Così, i più recenti lavori di ricerca concludono che più del 64% delle zone umide del pianeta sono state distrutte dal 1900 e che in alcune regioni, soprattutto in Asia, la perdita è ancora più grande . Il risultato di questo rapido declino è che due miliardi di persone in tutto il mondo vedono degradarsi il loro accesso all’acqua dolce. Anche la gestione delle piene, delle prevenzione dei rischi di catastrofe, lo stoccaggio del carbonio ed i mezzi di sussistenza tradizionali basati sulle zone umide soffrono di questa situazione e, con loro, il nostro avvenire. E non è solamente la perdita di acqua e di altri servizi delle zone umide che bisogna deplorare, ma anche i colpi alla ricchezza della nostra vita selvatica, alla nostra biodiversità. Secondo il Living Planet Index del Wwf, negli ultimi 40 anni, le popolazioni di specie di acqua dolce sono diminuite del 76%, un declino superiore a quello che toccano tutti gli altri ambienti del pianeta».

In Italia ci sono 53 siti Ramsar, cioè zone umide riconosciute per il loro valore internazionale, che occupano oltre 60.000 ettari in 16 regioni. Legambiente, che, come il Wwf, in occasione del World Wetlands Day organizza diverse iniziative, con passeggiate e birdwatching, nelle zone umide un po’ in tutta Italia, spiega che «Le zone umide svolgono un ruolo essenziale per la tutela della biodiversità: sono infatti tra gli ambienti a maggiore diversità biologica e fondamentali per mantenere la qualità e la disponibilità dell’acqua, uno dei servizi ecologici alla base della vita degli esseri umani. Malgrado la grande importanza ecologica ed economica, il loro fragile ecosistema è minato da scarichi fuorilegge, abusivismo edilizio e impoverimento di flora e fauna autoctone».

Per quanto riguarda l’Italia, le zone umide (o meglio quel che ne resta)  interessano ambienti e paesaggi molto significativi: i laghi, le torbiere, i fiumi e le foci, gli stagni, le lagune, le valli da pesca, i litorali con le acque marine costiere e Legambiente ricorda che «In queste aree viene garantita la conservazione dei più importanti ecosistemi umidi nazionali, le cui funzioni ecologiche sono fondamentali, sia come regolatori del regime delle acque, sia come habitat di una particolare flora e fauna. Le zone umide costituiscono infatti un ambiente  perfetto alla sosta e al rifugio di numerosi uccelli migratori come la volpoca, le fischione, il piovanello, il gabbiano roseo e l’avocetta.  Celebrando la Giornata mondiale delle zone umide vogliamo ribadire  l’importanza di questi luoghi straordinari dal punto di vista naturale e ambientale, valorizzare  il contributo che offrono alla conservazione della biodiversità e alla diffusione del turismo naturalistico come grande occasione di sviluppo sano e sostenibile per i territori».