Goletta dei Laghi: sul lago Maggiore 3 punti su 9 sono inquinati, ma situazione migliorata

Legambiente: «Si intravede un cambio di rotta, ma non bisogna abbassare la guardia»

[8 Luglio 2016]

Il tour piemontese della Goletta dei Laghi 2016, la campagna nazionale di Legambiente a tutela dei bacini lacustri italiani si è concluso alla Lega Navale Italiana di Meina, dove l’equipaggio del Cigno Azzurro ha reso noti i dati dei monitoraggi scientifici sul lago Maggiore. «Le analisi della Goletta dei laghi  – spiegano gli ambientalisti – prendono  in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio “SOS Goletta*: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione degli scarichi civili che attraverso i corsi d’acqua arrivano nel lago». Una “foto” che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. Simone Nuglio, responsabile Goletta dei laghi, ha sottolineato che «L’Obiettivo della Goletta dei laghi non è solo denunciare situazioni critiche per la qualità dell’acqua, ma anche stimolare un dialogo tra le diverse amministrazioni e le autorità di controllo in un’ottica di sistema. Il lago rappresenta già di per sé uno straordinario tavolo di confronto, che supera le mere competenze locali. La balneabilità delle acque e la gestione del territorio in nome della tutela degli ecosistemi lacustri e della biodiversità, devono essere considerati strumenti importanti per promuovere un turismo sostenibile, tanto da essere una spinta per il rilancio economico dell’intero territorio».

I risultati del Lago Maggiore hanno messo in luce «una situazione di progresso rispetto ai monitoraggi dell’anno passato, in particolare laddove insistevano criticità segnalate da diverso tempo alle amministrazioni locali, come la foce del fiume Toce e del torrente San Bernardino a Verbania o il lungolago ad Arona».

I campioni prelevati hanno mostrato cariche batteriche altamente al di sopra dei limiti di legge a Dormelletto, alla foce del rio Arlasca, presso lo scarico del depuratore, ad Arona alla foce del torrente Vevera, presso lido in via De Gasperi. Rientrano, invece, nei livelli consentiti dalla normativa le acque prelevate a Lesa in corrispondenza di via Vittorio Veneto, a Dormelletto in corrispondenza della stazione di sollevamento presso via Oberdan e ad Arona in corrispondenza di Corso Marconi. Nella provincia di Verbania è Stresa a segnare il risultato peggiore, presso lo sfioratore di piazza Marconi; mentre la Foce del fiume Toce, del torrente San Bernardino e a Cannobio sul lungolago, presso piazza Vittorio Emanuele III, rientrano nei limiti di legge.

Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, conclude: «Quest’anno ci troviamo di fronte a dati che raccontano un generale miglioramento delle condizioni di salute del lago Maggiore sulla sponda piemontese  Siamo certi che iniziative come la Goletta dei laghi hanno contribuito in maniera significativa a promuovere un cambio di indirizzo nelle politiche locali. Il risultato positivo sul lungolago di Arona premia gli sforzi fatti dall’amministrazione per la riqualificazione del lungo lago e gli investimenti fatti per il collettamento del sistema fognario. Non abbassiamo, però, la guardia e torniamo a ribadire la necessità di intervenire per migliorare anche le condizioni della foce del torrente Vevera che ogni anno risulta fortemente inquinato».