La continua violenza è la principale causa di carestia

Africa, l’emergenza non si chiama solo Ebola

Fame in Sud Sudan, Fao: «Finanziamenti in esaurimento»

[31 Luglio 2014]

I persistenti sforzi per fornire agli agricoltori, ai pescatori e ai pastori del Sud Sudan kit salva-vita di sostentamento d’emergenza sono a rischio a causa della mancanza di finanziamenti.  Questa situazione aggrava il rischio di carestia in alcune aree del paese, ha messo in guardia oggi la FAO.

L’Organizzazione ha finora ricevuto 42 milioni di dollari sui 108 richiesti nell’appello rivisto del Piano di Risposta alla Crisi per il 2014. I contributi ricevuti fino ad oggi sono stati utilizzati per raggiungere oltre 205.000 famiglie vulnerabili – più di 1,2 milioni di persone – con kit di sostentamento di emergenza che contengono sementi per le colture e per l’orto, attrezzature per la pesca e kit di supporto veterinario con vaccini per il trattamento del bestiame.

La FAO sta fornendo assistenza alimentare d’emergenza a un ritmo dieci volte più veloce rispetto allo scorso anno. L’Organizzazione ha distribuito, speso o impegnato tutti i fondi che ha ricevuto, e le risorse sono ormai esaurite. La FAO ha urgente bisogno di ulteriori 66 milioni di dollari per espandere il suo sostegno e assistere la popolazione ad aiutare se stessa per la durata della crisi.
«Altri 2 milioni di persone, vale a dire 345 000 famiglie vulnerabili, possono essere assistiti se riceviamo ulteriori finanziamenti», ha detto Jeff Tschirley della Divisione FAO Emergenza e Riabilitazione.

«Non dobbiamo aspettare che l’attuale situazione, già molto critica, si aggravi ulteriormente o che venga ufficialmente dichiarata la carestia, perché allora sarebbe troppo tardi per intervenire. Dobbiamo agire oggi per salvare vite umane e mezzi di sussistenza».
La rappresentante della FAO in Sud Sudan, e Vice Coordinatrice Umanitaria delle Nazioni Unite nel paese, Sue Lautze, ha sottolineato l’importanza dei kit di sostentamento di emergenza per il paese, dove fino al 95% della popolazione dipende dall’agricoltura, dalla pesca o dal bestiame come fonte di cibo e di reddito. «La distribuzione dei kit fornisce i mezzi ai pescatori per pescare, agli agricoltori per coltivare e ai pastori per mantenere i propri greggi in buona salute, questo a sua volta significa fornire latte, verdure, carne e pesce per l’alimentazione, cioè riuscire a mantenere moltissime persone in vita».

Nel mese di maggio, erano circa 3,5 milioni le persone – quasi un sud-sudanese su tre – a dover fare i conti con la crisi e con livelli d’emergenza d’insicurezza alimentare, e si prevede che il numero salirà a 3,9 milioni (34% della popolazione totale) tra i mesi di giugno e agosto.
Più di 1,5 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case a causa del conflitto scoppiato nel paese a metà dicembre e la situazione è stata ulteriormente aggravata dall’inizio della stagione delle piogge nel mese di giugno. Nel frattempo, si continuano a segnalare, in alcune zone, violenti scontri nonostante la firma a maggio di un accordo per la cessazione delle ostilità.
«Il modo migliore per prevenire la carestia in Sud Sudan è che tacciano le armi – ha detto Lautze – La continua violenza è da sola il fattore più importante nel trasformare un rischio di carestia in realtà».

A partire dal marzo 2014, la FAO ha incrementato i propri interventi in Sud Sudan, in collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale e l’UNICEF, per raggiungere alcune delle comunità più remote del paese e trasportando kit di sostentamento d’emergenza tramite lanci aerei, ponti aerei e camion.

Finora sono stati distribuiti oltre 329.000 kit, grazie al sostegno fornito dal Belgio, dal Canada, dalla Danimarca, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti d’America, oltre che dal Fondo Fiduciario di solidarietà per l’Africa, dal Fondo Umanitario comune delle Nazioni Unite e dalle proprie risorse della FAO. La composizione dei kit e la loro idoneità alle condizioni locali è essenziale. La FAO sta lavorando in stretta collaborazione con partner logistici per garantire che l’aiuto consegnato possa portare sostegno immediato alla popolazione.
La distribuzione di stufe a basso consumo di carburante inizierà nelle prossime settimane, al fine di ridurre il rischio di violenza sessuale contro le donne quando vanno a raccogliere la legna da ardere in aree remote.

«Sono sorti accampamenti in posti sperduti e le donne corrono gravi e inaccettabili rischi lasciando i campi per andare a raccogliere legna da ardere, a volte camminando per ore», ha spiegato Lautze.

«Sono molto orgogliosa del team FAO in Sud Sudan. Tutti hanno lavorato senza sosta dall’inizio della crisi, e molti continuano a rischiare la vita per consegnare assistenza e sostentamento salva-vita», ha continuato la Lautze.
L’organizzazione lavora anche per evitare che la crisi nel 2015 degeneri, facendo sì che gli agricoltori siano pronti per la stagione di semina dell’anno prossimo, con la distribuzione per tempo di sementi, attrezzi agricoli, vaccini e stufe a basso consumo.
«Un settore agricolo fiorente è fondamentale per una pace di lungo termine e per lo sviluppo in Sud Sudan», ha sottolineato la Lautze.
Nell’insieme, le agenzie delle Nazioni Unite e i loro partner hanno ricevuto solo il 50% del totale di 1,8 miliardi di dollari richiesto nell’ambito del Piano di Risposta alla crisi per il 2014 per gli interventi umanitari urgenti.

di Fao