Agricoltura italiana, taglio record di pesticidi ma quanto è lunga la strada verso la sostenibilità

Un meno 20% che risalta soprattutto di fronte alle pessime performance delle vicine Francia, Germania e Austria

[4 Giugno 2020]

Taglio record nell’uso di pesticidi pe l’agricoltura italiana. Un meno 20% che risalta soprattutto di fronte alle pessime performance delle vicine Francia, Germania e Austria (numeri certificati da Eurostat).

Ma la strada della sostenibilità dell’agricoltura italiana è ancora molto lunga. L’Italia infatti ha un altro record negativo, che è quello dell’uso per l’irrigazione del 50% dell’acqua complessivamente utilizata. Un dato che l’Istat l’anno scorso ha messo come esempio di criticità nell’uso della risorsa e di inefficienza da parte dell’agricoltura italiana.

Certo, con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio, e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari, la Coldiretti giustamente pone il settore come esempio, ma dimentica anche altri aspetti, non meno importanti ma assai meno confortanti.

Come quel 7% di emissioni di gas serra e oltre il 90% di emissioni di ammoniaca provocati dall’allevamento nostrano. Dato fornitio dall’Ispra, e che poi a cadura finisce nel problema dei problemi per l’agricoltura (non solo quella italiana, ma anche quella italiana) ovvero il cambiamento climatico. Che come ricorda un’altra nota della stessa Coldiretti, si disvela nel moltiplicarsi ”di eventi estremi in un 2020 che con una temperatura superiore di 1,41 gradi la media storica si classifica come il più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800‟. I dati sono dell’Isac-Cnr e fanno riferimento al primo quadrimestre dell’anno.

‟La tendenza al surriscaldamento – sottolinea la Coldiretti – è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. Un allarme confermato dall’ultima ondata di maltempo con la caduta di chicchi di grandine grandi come noci che hanno colpito a macchia di leopardo in questa maledetta primavera che ha fatto perdere lungo la Penisola più un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-56%), ed un rincaro dei prezzi al consumo”.Il mondo è tutto attaccato, la riduzione del pesticidi è un’ottima notizia, ma anche per l’agricoltura italia la strada per la sostenivilità ambientale e sociale è lunga.