Agromafie in Toscana: +15% di confische tra immobili e aziende. Coldiretti: «Vale 15,4 miliardi»

La Toscana è dodicesima. Sicilia, Campania e Calabria ai primi tre posti

[3 Novembre 2015]

Secondo  un’analisi di Coldiretti Toscana su dati ANBSC, «Sono 29 le aziende confiscate alla mafia in Toscana al 30 settembre 2015 e si aggiungono ai 170 immobili sottratti alla criminalità organizzata nella nostra Regione per un totale di 199 tra immobili ed aziende, con un incremento di oltre il 15% rispetto al 2012».

Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana, sottolinea che «La criminalità organizzata va combattuta a tutti i livelli e soprattutto va denunciata. Il fenomeno, questo va precisato, è molto meno rilevante nella nostra regione rispetto ad altre realtà nel panorama nazionale ma è presente ed in crescita come dimostrano i dati». In Italia sono stati 17.577 gli immobili sequestrati al settembre 2015 con Sicilia, Campania e Calabria ai primi tre posti. La Toscana è dodicesima.

Intanto il Rapporto Agromafie, elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare,  lancia un altro allarme: «Vola il business dell’agromafia che con un aumento del 10% in un anno ha raggiunto in Italia i 15,4 miliardi di euro nel 2014»

Secondo Marcelli, «Il fatto che la criminalità organizzata tenti di infiltrarsi anche nel settore agroalimentare è la prova del grande valore di questo comparto e ci deve spronare a una sempre maggior tutela di quelle realtà sane che devono affrontare la concorrenza sleale generata dalle dinamiche mafiose».

Coldiretti spiega che «I capitali accumulati sul territorio dagli agromafiosi, attraverso le mille forme di sfruttamento e di illegalità hanno bisogno di sbocchi, devono essere messi a frutto e perciò raggiungono le città, in Italia e all’estero, dove è più facile renderne anonima la presenza e dove possono confondersi infettando pezzi interi di buona economia. Vengono rilevati, attraverso prestanome e intermediari  compiacenti, imprese, alberghi, pubblici esercizi, attività commerciali soprattutto nel settore della distribuzione della filiera agroalimentare».