Bioteli per l’agricoltura biologica

Sperimentazione delle bioplastiche biodegradabili e compostabili per la pacciamatura nelle coltivazioni biologiche

[5 Marzo 2019]

FederBio, la Federazione nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica, e Assobioplastiche, l’associazione dei produttori e trasformatori di materiali biodegradabili e compostabili, hanno firmato una partnership per la promozione della sperimentazione e dell’uso di pacciamature biodegradabili nelle coltivazioni biologiche e spiegano che «Il protocollo pluriennale nasce con l’obiettivo di diffondere e consolidare l’utilizzo delle pacciamature biodegradabili che rappresentano oggi una risposta importante ai problemi di fine vita dei film plastici tradizionali. Inoltre, l’introduzione dei bioteli rappresenta una risposta significativa ad alcuni dei temi produttivi e ambientali coerenti con i principi e le pratiche dell’agricoltura biologica che richiede grande attenzione alle materie prime utilizzate per la produzione dei film pacciamanti, specialmente assenza di OGM e rinnovabilità».

Il presidente FederBio Paolo Carnemolla, evidenzia che «La sfida della transizione al biologico dell’agricoltura di pianura e su grandi superfici richiede approcci innovativi e strumenti efficaci, pienamente coerenti con i principi dell’agricoltura biologica sanciti dalla normativa europea e con l’approccio della bioeconomia e dell’economia circolare, politiche strategiche per l’Unione europea. Con il protocollo d’intesa fra Assobioplastiche e FederBio si avvia un percorso di sperimentazione che dovrà portare a uno standard per l’impiego dei bioteli in agricoltura biologica che raggiunga progressivamente la totale rinnovabilità dei materiali, dando con questo un segnale a tutta l’agricoltura italiana ed europea per eliminare definitivamente la plastica non biodegradabile dall’agricoltura».

Un comunicato congiunto sottolinea che «L’utilizzo dei teli pacciamanti con biodegradabilità e rinnovabilità certificate costituisce una delle principali innovazioni tecniche utili per la conversione di ampie superfici e colture all’agricoltura biologica. In particolare, per poter perseguire questo obiettivo strategico i bioteli dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo EN 17033, non contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (oltre il 60% dal 2021)».

Laccordo prevede che «FederBio contribuirà attivamente alla comprensione e diffusione delle caratteristiche tecniche e d’impiego delle pacciamature biodegradabili, mentre Assobioplastiche supporterà le richieste di informazioni e di attività di sperimentazione che potranno rendersi necessarie». Il protocollo comprende anche «il coinvolgimento di uno o più enti scientifici con i quali Assobioplastiche e FederBio definiranno un programma di prove in campo per la verifica delle rese, della produttività delle colture e degli effetti complessivi dell’utilizzo di questa pratica colturale in agricoltura biologica».

Marco Versari, presidente di Assobioplastiche, conclude; «Il biologico rappresenta uno dei molti fiori all’occhiello dell’agricoltura italiana, un modello di produzione a basso impatto e anche uno stile di vita scelto da un numero sempre più crescente di persone. Raccogliere le richieste provenienti da questo comparto, rispettandone i principi fondamentali, è una sfida che il comparto delle bioplastiche ha inteso cogliere mettendo a disposizione degli imprenditori del biologico teli per la pacciamatura biodegradabili, rinnovabili e privi di OGM. I nostri bioteli, grazie alla biodegradabilità secondo lo standard EN 17033, all’assenza di OGM e alla rinnovabilità della materia prima,  rappresentano un’enorme opportunità per gli agricoltori perché oltre ad essere utilizzabili in diverse condizioni ambientali e su colture con cicli diversi, non devono essere recuperati e smaltiti al termine del ciclo colturale ma possono essere lasciati nel terreno dove vengono biodegradati ad opera di microrganismi, offrendo anche un enorme risparmio in  termini di tempo e risorse. Anche in questo caso, dunque, esattamente come con l’uso dei materiali biodegradabili nella raccolta differenziata dell’organico, l’Italia dimostra di essere all’avanguardia, agendo da apripista nell’uso innovativo dei materiali biodegradabili e compostabili: un modello per l’Europa intera».