Campi invasi da fiumi e torrenti: è scontro tra Cia Toscana e Wwf

Cia: «Colpa di clima e burocrazia». Wwf: «Tesi assurde. Ridiamo spazio ai fiumi»

[3 Marzo 2020]

Nei giorni scorsi Cia agricoltori italiani Toscana ha scritto al presidente della Regione Enrico Rossi e agli assessori all’agricoltura Marco Remaschi e all’ambiente Federica Fratoni sottolineando che «Come se non bastassero i 100mila ettari di superficie agricola persi dalla Toscana nell’ultimo decennio; adesso sono i fiumi ed i torrenti, più che in passato, ad erodere il terreno coltivabile alle aziende agricole. Per effetto dell’orografia del territorio, in alcuni tratti del percorso di fiumi e torrenti verso la foce, avviene il rilascio di materiali inerti sul letto, con conseguente allargamento del letto del fiume che va ad allagare i campi».

Luca Brunelli, presidente Cia Toscana, ha evidenziato che In passato questo fenomeno è stato gestito dragando il letto dei fiumi, prelevando gli inerti e destinandoli ad un uso in edilizia che oggi in base alle norme vigenti in materia non è più possibile. Oggi, nello stato dei corsi d’acqua, nei periodi di piogge in occasione anche di normali ondate di piena, i campi vengono spesso invasi da fiumi e torrenti, diventando, prima casse di espansione poi letto del fiume, provocando gravi danni ai campi stessi ed alle coltivazioni sovrastanti. Ripristinare i campi per farli divenire nuovamente coltivabili non è sempre possibile, ma anche dove potrebbe esserlo, i tempi sono lunghi (si tratta talvolta di anni), ed i costi divengono molto alti, in alcuni casi più del valore del terreno».

Una situazione che, rimarca la Cia Toscana, è «ulteriormente aggravata dalla maggiore frequenza di piogge torrenziali che negli ultimi anni avvengono, anche probabilmente per effetto dei cambiamenti climatici. I danni ricevuti dalle aziende agricole per le alluvioni degli anni passati sono stati risarciti solo marginalmente dagli enti pubblici, provocando un grave problema di reddito e di prospettiva ai conduttori di tali aziende, come confermato anche dall’ultima alluvione dell’autunno sorso per la quale ancora non abbiamo nessuna certezza sull’eventuale risarcimento spettante alle imprese agricole».

Secondo Brunelli «E’ pertanto necessario affrontare questa emergenza per ridare prospettiva e reddito a quegli agricoltori che si trovano in questa condizione, mettendo in sicurezza i campi, per evitare nuovi danni alle aziende agricole e spreco di denaro pubblico».

Nella lettera inviata alla Regione si legge che «Nelle situazioni dove è difficile o impossibile predisporre opere sicure atte alla protezione dei campi e delle coltivazioni, non possiamo accettare che questi appezzamenti di terreno di proprietà privata, che rappresentano un valore patrimoniale, oltre che uno strumento di reddito e di lavoro per gli agricoltori, diventino di fatto del demanio pubblico gratuitamente. La perdita dei campi in prossimità degli argini dei corsi d’acqua riduce sensibilmente la produzione della azienda, (trattasi in genere di terreno irriguo e fertile). Per le aziende interessate si rende necessario ricercare nuovi terreni da condurre, pena la chiusura della azienda stessa, con le difficoltà conseguenti, come la divisione dell’unità aziendale e nel caso in cui i terreni disponibili sono in vendita, ulteriori difficoltà sono rappresentate dai costi di acquisto.

La categoria degli agricoltori al momento della pensione percepisce un assegno economicamente basso, e il valore del proprio “podere” e la conseguente monetizzazione in vecchiaia, rappresenta la possibilità o meno di trascorrere gli ultimi anni dignitosamente ed in serenità».

Brunelli conclude: «La Cia chiede un particolare interessamento alla Regione Toscana, per mettere in atto tutte le azioni necessarie per valutare puntualmente le varie realtà e predisporre gli interventi di carattere tecnico, normativo e finanziario per rimuovere queste difficoltà, ove di competenza regionale, e di farsi parte attiva nei confronti di altri enti interessati per gli aspetti di loro competenza».

Il Wwf risponde duramente alla lettera di Cia Toscana : «Ancora una volta dobbiamo denunciare un episodio di grave disinformazione partito in questo caso dalla Confederazione Italiana degli Agricoltori (CIA Toscana) e dal suo presidente Luca Brunelli. Attraverso un comunicato stampa infatti, l’associazione degli agricoltori chiede alla Regione Toscana ed in particolare all’assessore all’ambiente Fratoni e all’assessore all’agricoltura Remaschi, di intervenire sui corsi d’acqua per dragare i sedimenti che vi si sono accumulati, ed evitare così, secondo la Cia, l’erosione dei campi. Va premesso che in molti casi, gli agricoltori proprietari di terreni lungo i corsi d’acqua non rispettano le distanze minime prescritte dalla legge ed inoltre è proprio l‘agricoltura che ha col tempo invaso“ gli spazi nei quali il fiume prima si poteva muovere liberamente».

Il Wwf Toscana è particolarmente preoccupato per l’accenno fatto dalla Cia si accenna ai 100.000 ettari di superficie agricola persa nell’ultimo decennio in Toscana: «Sono dati impressionanti ma che nulla hanno a che vedere con i pochi terreni persi a causa dei fiumi, bensì con piani urbanistici scellerati, abbandono di terre coltivabili e perdita di suoli a causa di fenomeni vari (vedi salinizzazione). I fiumi hanno da sempre esondato proprio in aree agricole, nelle quali l’apporto di sedimenti favorisce l’arrivo naturale di nutrienti per il suolo. È necessario rivedere molte politiche agricole, dato che le piene di cui si fa riferimento nel comunicato, sono spesso prodotte proprio dall’attività umana e l’agricoltura industriale ne è un motore potente. L’erosione di suoli da pendii ripidi con vigneti arati, campi di cereali completamente denudati, frutteti senza un filo d’erba, non può che incidere sulla quantità di acqua e di sedimenti che arrivano nei corsi d’acqua a valle. Dunque dobbiamo proprio dare più spazio ai fiumi, gli agricoltori dovrebbero essere compensati quando e dove necessario e in cambio lasciare maggiore terreno ai corsi d’acqua».

Il Panda toscano ricorda alla Cia che «I fiumi sono habitat dinamici di enorme importanza e il loro stato di salute si dimostra proprio dalla capacità di creare sedimenti, erodere le sponde, cambiare corso e direzione. I fiumi regalano all’uomo una enorme quantità di vantaggi se sono in buone condizioni. Sono in grado di depurare l’acqua dagli inquinanti (anche quelli prodotti proprio dall’agricoltura), sono importanti serbatoi di acqua potabile, trasportano nutrienti da monte a valle ridistribuendoli nel territorio, contengono molta biodiversità animale e vegetale e udite udite, proteggono dalle piene!! Al contrario, i fiumi dragati, disboscati, cementificati e irregimentati si comportano in modo completamente diverso e molto distruttivo».

Poi il Wwf se la prende anche con «I Consorzi di Bonifica già spendono oltre 50 milioni di euro all’anno per distruggere la vegetazione riparia, compromettendo così l’assetto e la natura stessa dei fiumi. Aggiungere a tali scempi anche le attività di scavo in alveo potrebbe significare il completo disastro, con effetti devastanti sui centri abitati a valle. Dunque forse gli agricoltori si vogliono accollare le spese di ricostruzione di paesi e città, ponti e strade? L’agricoltura ha un ruolo importante, ma deve iniziare a rivedere molti modelli di lavoro. I cambiamenti climatici, la perdita di suolo e produttività, le continue sfide a cui è sottoposta non devono essere affrontate a colpi di slogan, ma con una visione ampia e di lungo respiro».

La risposta degli ambientalisti conclude: «Il Wwf crede necessario uno sviluppo dell’agricoltura in piena sintonia con l’ambiente e dragare o irregimentare i fiumi non può essere il futuro. Chiediamo perciò che vi sia un impegno da parte di Regione Toscana a rivedere le politiche di gestione agricola lungo i corsi d’acqua e di destinare una parte dei fondi raccolti dai Consorzi di Bonifica per rinaturalizzare le sponde e ridare spazio ai fiumi, premiando gli agricoltori virtuosi che da sempre rispettano i fiumi e individuando idonei meccanismi di compensazione se necessario».